ABBONATI

AdReaction: Getting Gender Right di Kantar, connettersi meglio al pubblico femminile

Autore: Redazione


Donne rappresentate in ruoli più autorevoli in pubblicità portano maggior successo ai brand. Le marche che comunicano in modo equilibrato verso entrambi generi hanno un valore medio più alto

La grande maggioranza dei marketer (91%) ritiene di aver fatto un buon lavoro rappresentando le donne nelle pubblicità come modelli positivi. Tuttavia, una percentuale significativa (45%) del pubblico pensa che le donne siano ancora ritratte in modo inappropriato, secondo quanto emerge da un recente studio di Kantar sullo sviluppo creativo della pubblicità e l'efficacia dei media. L'incapacità del settore pubblicitario di rappresentare e targetizzare nel modo giusto le donne ha un impatto sull'efficacia dei singoli annunci e delle campagne. A un livello più alto, questo si traduce in una perdita di valore in media di 9 miliardi di dollari nella valutazione di quei brand che sono sbilanciati verso il genere maschile.
Lo studio
L'ultimo studio AdReaction: Getting Gender Right di Kantar ha integrato l'analisi di 30.000 campagne pubblicitarie presenti nel database globale delle comunicazioni Link 2018, le opinioni di 450 marketers a livello globale, gli atteggiamenti verso la pubblicità di quasi 40.000 consumatori in tutto il mondo e l'analisi della brand equity di oltre 9.000 brand globali: tutto questo per approfondire il ruolo del “genere” in pubblicità.
I principali contenuti
Quando entrambi i generi appaiono nelle pubblicità, gli uomini hanno il 38% in più di probabilità di essere presenti in primo piano rispetto alle donne. La rappresentazione di uomini e donne nella pubblicità rimane stereotipata, con la maggior parte degli annunci che mostrano le donne come "simpatiche" o "premurose" e solo il 6% rappresenta un personaggio femminile come "autorevole". Le campagne con protagoniste femminili raccontate come “autorevoli” performano molto meglio rispetto alle altre. Generano più reazioni emozionali (misurate tramite la decodifica di espressioni facciali degli esposti alla pubblicità), anche perché questi ruoli sono per il pubblico una sorpresa positiva e rendono anche le pubblicità molto più credibili e persuasive, fattori noti per portare incrementi delle vendite a breve termine. Il settore fatica a fare grandi pubblicità avendo le donne come protagoniste. Le creativià interpretate solo da donne sono meno di impatto rispetto a quelle interpretate solo da uomini e hanno una minore probabilità di far sentire il pubblico orgoglioso o di generare emozioni. Produrre creatività gender-based è meno necessario di quanto tradizionalmente si immagini. Non si è rilevata una differenza significativa nel modo in cui uomini e donne reagiscono alla pubblicità: quelle più riuscite, di solito, lo sono per tutti e anche quelle non riuscite lo sono per tutti, indipendentemente dal genere. Le donne mostrano una leggera preferenza per le pubblicità che ritraggono scene di vita reale, bambini e una musica famosa. Ci sono pochissimi altri elementi creativi di successo specifici per uno dei due generi. L'umorismo funziona bene per entrambi i generi, ma le pubblicità in cui ci sono solo donne, usano l’umorismo meno della metà delle volte di quelle in cui ci sono solo uomini (il 22% contro il 51%).
I risultati relativi alla pianificazione ed efficacia media
I brand che comunicano in modo equilibrato verso entrambi generi hanno un valore medio più alto (20,6 miliardi di dollari contro 16,1 miliardi dei brand sbilanciati sulle donne e 11,5 miliardi tra i brand sbilanciati sugli uomini); solo il 33% dei brand globali sembra raggiungere questo equilibrio. Gli approcci troppo semplicistici di alcuni brand nel fare targeting non prendono in considerazione che i ruoli decisionali si estendono a entrambi i generi nella maggior parte delle categorie. Il formato ha un ruolo importante nell'efficacia delle campagne. In particolare, gli annunci online faticano a ingaggiare le donne; nel 2018 i formati online hanno generato il 28% in meno di brand impact tra le donne rispetto agli uomini. Le donne ritengono che la pubblicità online sia rilevante e affidabile meno degli uomini e preferiscono i video online più brevi e non amano i formati pubblicitari non skippabili perché creano un senso di “costrizione” impedendo di effettuare una libera scelta. Oltre alla pubblicità, l'attività sul punto vendita ed il passaparola sono i touchpoint che hanno più impatto sulle donne.
Necessità di autoanalisi
Commentando i risultati dello studio, Cristina Colombo, Chief Offer and Expertise Officer, Italia - Kantar, Insights Division, ha dichiarato: "È chiaro dai nostri dati che è necessaria un’autoanalisi da parte delle agenzie creative, dei media e dei loro clienti. L'incapacità di connettersi in modo significativo con il pubblico femminile sta mettendo a nudo le marche e sta limitando il valore del loro brand”. Stéphanie Leix, Head of Creative & Media - Kantar MillwardBrown, ha aggiunto: “È scoraggiante pensare che le caratterizzazioni femminili in pubblicità siano generalmente meno efficaci, ma è comunque positivo vedere che campagne che presentano le donne in modo più autorevole stiano portando maggior successo ai brand - Stephanie Leix ha continuato -. Non è però un percorso semplice. I brand devono procedere con cautela ed avere una buona consapevolezza di come vengono percepiti. Alcune marche più progressiste hanno maggiori possibilità di sfidare gli stereotipi di genere ma devono sempre tenere conto delle attitudini socioculturali locali".
AdReaction mette in luce alcuni importanti spunti per creativi, agenzie media e brand per ottenere un engagement più efficace per entrambi i generi:
  • La maggior parte delle marche dovrebbe adottare un approccio "design to the edges”, ottimizzando cioè i copy per incontrare i bisogni di entrambi i generi e le caratteristiche all'interno della stessa idea creativa.
  • Copy test consistenti che includano metriche sull’uguaglianza di genere possono evitare grossi errori e fornire learnings su come ottimizzare i comunicati
  • Creatività e pianificazione media più “gender-balanced” probabilmente si tradurranno in campagne più sfumate nei confronti di entrambi i generi
  • È importante non fermarsi a una campagna di genere, ma includerla in un programma aziendale più ampio andando ben oltre le attività di marketing.
Lo studio "AdReaction: Getting Gender Right" è disponibile online insieme ai dettagli dei webinar che ne esploreranno i risultati.

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy