Autore: Redazione
28/05/2018

Alan Friedman in esclusiva a DailyNet: «Italia terra di grandi cervelli»

Intervenuto a Meet Magento settimana scorsa a Venezia, il giornalista discute a tutto campo con DailyNet, dai grandi temi della politica fino alla rivoluzione dell’ecommerce e dell’economia digitale, che è pronta a fare il salto di qualità grazie all’AI. Ma servono azioni di governo per favorire la crescita del settore

Alan Friedman in esclusiva a DailyNet: «Italia terra di grandi cervelli»

Intervenuto a Meet Magento settimana scorsa a Venezia, il giornalista statunitense Alan Friedman ha dialogato con DailyNet. Dai temi prettamente economici e politici a lui molto cari fino a quelli al centro della kermesse sulla Laguna, ossia ecommerce e digitale, due settori legati strettamente alle azioni di governo e programmatiche.

“Il mondo sottosopra: prospettive per l’economia e la politica nell’era del populismo”: può illustrarci i punti chiave del suo intervento?

Ho cercato di fotografare il contesto italiano e internazionale dal punto di vista economico in cui opera e si sviluppa l’ecommerce perché esso ovviamente vive in un ecosistema più ampio. In questi anni ci sono stati molti cambiamenti importanti, che sicuramente hanno influito sulla nostra economia e continuano in tal senso. Dopo i risultati che abbiamo visto con la Brexit in Inghilterra, l’elezione di Trump in America o il grande risultato in Francia di Le Pen con il 35% dei voti stiamo assistendo a un fenomeno politico-sociale che nasce dalla capacità di esponenti politici di sfruttare il disagio sociale ed economico delle popolazioni promettendo loro miracoli, lavoro, soldi e garanzie e mescolando il tutto in un cocktail esplosivo di sentimenti spesso razzisti, antimigranti o antimusulmani. Sfruttando le persone meno istruite, si sono creati muri e non ponti, chiusure e non aperture, espulsioni e non a sentimenti di benvenuto. Detto ciò, il popolo è sempre sovrano e va rispettato.

Il mio messaggio, che spero di aver trasmesso durante l’intervento a Meet Magento Italy, è che in queste circostanze, alcune politiche economiche che sembrano attraenti a prima vista sono in realtà bombe ad orologeria per l’economia, molto pericolose come ad esempio il taglio delle tasse in America o in Italia con la Flat Tax o l’idea di abolire la Legge Fornero, il rischio è che in questi Paesi alcune di queste promesse possano creare le basi per una nuova crisi finanziaria come quella avvenuta nel 2008 con Lehman Brothers. Se in Italia la Flat Tax passasse veramente come è stata proposta, creerebbe un buco nei conti di 50 miliardi di euro, oppure l’abolizione della legge Fornero ruberebbe dai nostri figli e nipoti. Questi sono argomenti che sembrano avere apparentemente un appeal, ma che in realtà hanno uno svantaggio a medio termine e dobbiamo porre molta attenzione a queste scelte perché condizionerebbero drasticamente la nostra economia.

La mia previsione nonché speranza è che in Italia soprattutto, ma anche altrove, le politiche economiche più efficaci nascano da cambiamenti meno drastici e più ragionevoli e pragmatici di quelli promessi affinché i politici possano comunque cantare vittoria, senza però distruggere l’economia italiana.

A Meet Magento si è parlato di ecommerce, dal suo punto di vista come si evolverà il settore nel quadro dell’economia globale?

Non c’è dubbio che l’ecommerce sia uno dei settori che ha visto e vedrà ancora una crescita esponenziale, non soltanto grazie alla diffusione dei famosi marchi, ma anche con l’arrivo graduale della banda larga dappertutto. La banda larga, infatti, è una priorità in Italia perché in questo contesto il Bel Paese è indietro rispetto ad altri come gli Stati Uniti o l’Inghilterra o la Germania o la Cina. Da un lato sicuramente c’è una mancanza culturale, ma dall’altra mancano proprio gli strumenti. In ogni caso ritengo che tutta l’economia digitale farà un salto quantico nei prossimi 5-10 anni con l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale nella vita quotidiana di ognuno di noi.

La svolta epocale è rappresentata dall’AI perché ci permetterà di avere prodotti e servizi che ora non siamo nemmeno in grado di immaginare, basti pensare al servizio attivo in America e in UK non ancora disponibile in Italia di Amazon: Echo. In Florida io utilizzo Alexa per compiere azioni banali come accendere la luce semplicemente attraverso un comando vocale. Non dico che questi strumenti rappresentino il nirvana, ma sicuramente porteranno a enormi cambiamenti che a oggi non possiamo immaginare. Vedo bene il settore dell’ecommerce nel futuro, vedo benissimo l’economia digitale e vorrei che i nostri governanti fossero a fianco degli imprenditori e non contro.

Qual è stato l’interesse che l’ha spinta a partecipare in prima persona a un evento di questo livello?

Innanzitutto ho apprezzato molto l’invito da parte di Diego Semenzato, Ceo di Webformat, che da cinque anni organizza questo evento perché l’associazione nasce proprio con l’obiettivo di fare sistema fra i player del settore del mondo digitale e questo approccio potrebbe essere un punto di svolta anche per lo sviluppo economico dell’Italia. In questo periodo sto dedicando del tempo allo studio dell’economia digitale e a come si stia evolvendo in base agli avvenimenti politici ed economici mondiali quindi quale migliore occasione se non entrare nel vivo del tema in un evento a esso dedicato e per di più in una cornice splendida come Venezia?

In questi giorni sarò a Trieste per moderare un evento di Area Science Park, un parco scientifico italiano molto interessante dove si creano opportunità di lavoro e in cui nascono piccole imprese digitali. Il tema mi appassiona molto anche perché sono un po’ stufo di parlare sempre di Trump, per una volta preferisco raccontare qualcosa di positivo come l’eccellenza italiana in termini di tecnologia e di innovazione.

Pensa che il mercato italiano sia pronto per cogliere l’opportunità rappresentata dall’ecommerce?

Sinceramente non del tutto. L’Italia ha un tesoro molto prezioso: i cervelli, ma purtroppo non ha ancora abbastanza risorse economiche concrete per sostenere queste eccellenze Made in Italy. In Italia a differenza degli altri Paesi manca una volontà importante per riuscire a cambiare rotta, ossia imparare a “fare sistema” anziché vivere sempre e solo nella competizione. Solo così ci sarà una vera opportunità di crescita reale per l’economia italiana. La mia speranza è che chi è al governo possa preparare ancora meglio nei prossimi anni l’Italia a sfruttare ogni occasione di sviluppo che questo settore è in grado di offrire.

Quali sono i cambiamenti che, secondo lei, influiranno sulla società dei consumi con l’incedere progressivo delle attività di ecommerce?

È molto difficile fare delle previsioni in tal senso perché le variabili sono molte. Da un lato questo canale di vendita influirà su alcuni posti di lavoro, prendiamo come esempio il caso americano che è diverso dall’Italia perché lì la grande distribuzione è considerata normale, mentre in Italia è il contrario. Ci sono dei settori considerati disruptive come Uber che, per esempio, offre un servizio molto utile al consumatore finale, ma rappresenta una minaccia per i taxisti, non solo in Italia ma anche in USA. Quindi ci sarà sempre una resistenza da parte dei settori che tendono a mantenere un approccio ancorato al passato o dei sindacati o dei complottisti che non vogliono accettare la modernizzazione digitale dell’economia. Detto ciò, dal punto di vista del consumatore l’ecommerce renderà la vita molto più facile per certi versi e creerà tante opportunità specialmente nel Sud perché, come detto in precedenza, se la banda larga fosse facilmente accessibile ovunque, ci sarebbero sicuramente maggiori possibilità di creare business ecommerce. Il percorso intrapreso verso lo sviluppo dell’economia digitale è inevitabile e inarrestabile, quindi bisogna affrontarlo nel modo migliore, superando gli ostacoli e mantenendo, ove possibile, quel tocco d’italianità.