Autore: Redazione
26/04/2018

Gruppo Mondadori: la crescita dei prossimi anni passa dai libri e dallo sviluppo dei business digitali verticali

Approvato il bilancio 2017, Marina Berlusconi ed Ernesto Mauri confermati, rispettivamente, presidente e a.d.; in Francia, sfumato l’accordo con Lagardère, la società di Segrate attende ora la proposta di Reworld Media

Gruppo Mondadori: la crescita dei prossimi anni passa dai libri e dallo sviluppo dei business digitali verticali

Mondadori si concentra sul business dei libri in cui vuole crescere, nel settore dell’educational e attraverso acquisizioni all’estero per non rischiare di superare i limiti di concentrazione imposti dall’Antitrust in Italia. Lo ha detto l’amministratore delegato della casa editrice, Ernesto Mauri, a margine dell’assemblea degli azionisti che si è tenuta due giorni fa a Segrate per l’approvazione del bilancio di esercizio 2017. «Guardiamo a mercati dove il business dei libri è molto forte, in Francia per esempio vale 3 miliardi di euro, in Germania oltre 4», a fronte di quello italiano, che ne vale 1,4. Scelte dovute in parte anche agli andamenti del mercato dei ricavi pubblicitari dei periodici, in contrazione dell’11% nel primo bimestre di quest’anno, mentre i libri segnano un +4%. «A fronte di ricavi in calo, per realizzare un profitto è necessario stare molto attenti ai costi - ha ribadito Mauri - e nel perimetro dei periodici ce ne sono molti. Siamo però forti nei verticali: food, femminili, salute, design», e l’obiettivo è rafforzare queste linee verticali, proseguendo anche nello sviluppo dell’area digital che, nel 2017, ha generato il 27% dei ricavi pubblicitari nell’area periodici.

Sondare le opportunità

Il gruppo di cui è presidente Marina Berlusconi sta comunque monitorando il mercato in cerca di opportunità di acquisizione, «non necessariamente delle dimensioni di Banzai, magari più piccole», ha chiarito sempre l’a.d. In Francia, sfumata l’ipotesi di un accordo con Lagardère, che ha deciso di vendere gli asset periodici alla Czech Media Invest, Mondadori incassa una manifestazione di interesse da parte di Reworld Media: «Aspettiamo che faccia un’offerta - ha detto ancora Mauri - e poi valuteremo. Non so perché l’accordo con Lagardère sia saltato, forse per i tempi di realizzazione che comportava; ma se uno questo tempo non ce l’ha, e i periodici non gli interessano… Noi invece non abbiamo fretta, vogliamo far le cose per bene, siamo nell’ottica della valorizzazione e Reworld è anche forte nel digitale».

Il nuovo CdA fino al 2020

L’assemblea degli azionisti di Mondadori ha approvato l’esercizio 2017 che si è chiuso con un risultato netto positivo di 30,4 milioni di euro, in crescita rispetto ai 22 milioni del 2016. L’assemblea ha deliberato di destinare integralmente l’utile netto alla riserva straordinaria, e nominato i 14 membri del CdA che sarà in carica fino all’approvazione del bilancio 2020. Nel nuovo Consiglio siedono Marina Berlusconi, confermata presidente, Ernesto Mauri, confermato a.d., Pier Silvio Berlusconi, Oddone Maria Pozzi, Paolo Guglielmo Ainio, Elena Biffi, Francesco Currò, Martina Forneron Mondadori, Danilo Pellegrino, Roberto Poli, Angelo Renoldi, Mario Resca, Cristina Rossello (dalla lista Fininvest che detiene il 53,3% del pacchetto azionario), Patrizia Michela Giangualano (dalla lista di minoranza presentata da un raggruppamento di azionisti formato da società di gestione del risparmio e investitori istituzionali per il 3,084%).

Marina Berlusconi su Sky

Il presidente di Mondadori Marina Berlusconi non ha commentato gli andamenti della casa editrice ma le ultime novità di Mediaset, a cominciare dall’accordo con Sky, «molto positivo: la comunità finanziaria lo ha giudicato molto bene perché testimonia la qualità dell’offerta pay ed è in linea con il piano industriale» e non si esclude la possibilità di accordi con altri operatori per la vendita di contenuti. L’accordo con Sky non ha alcun impatto sulla vicenda che oppone sempre Mediaset a Vivendi: «I contatti che c’erano tra gli avvocati si sono interrotti ormai da tempo. Le cause legali invece vanno avanti fino in fondo. Speriamo, com’è giusto che sia, di essere risarciti del danno enorme che ci hanno fatto con un clamoroso voltafaccia su un accordo vincolante». Per quanto riguardo la battaglia di Vivendi su TIM «non auspichiamo nulla in particolare. Posso dire che Vincent Bolloré non si è smentito, perché ha usato la delicatezza e la compostezza di un Attila. Soltanto che Attila, un impero enorme era riuscito a crearlo, di loro abbiamo visto tutti molto bene, e toccato con mano, l’arroganza e la spregiudicatezza, anche perché non fanno nulla per nasconderle. Quello che nascondono è il pensiero strategico dietro i loro comportamenti, e lo fanno talmente bene che a volte c’è da chiedersi se lo abbiano davvero».