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Ieri l’incontro IAP: crescono l’attività e insieme il ruolo dell’Autodisciplina a tutela del consumatore nell’era del digitale e della privacy

Autore: V Parazzoli


Il meeting annuale dell’organismo di cui sono presidente Mario Barbuto e segretario generale Vincenzo Guggino ha permesso anche di rafforzare ulteriormente i rapporti di collaborazione con l’Agcom e le altre Authority pubbliche

Si è svolto ieri in Triennale, a Milano, l’incontro annuale dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, IAP dedicato alla presentazione dei dati dell’attività del 2017 e all’approfondimento dei temi della regolamentazione della pubblicità, nella consueta conversazione con le istituzioni, con una tavola rotonda ancora una volta dedicata al digitale. L’espandersi degli investimenti pubblicitari sul digital ha portato l’Istituto a varare una seconda edizione della “Digital Chart”, volta a fissare più incisivamente per ciascuna tipologia di comunicazione digitale le modalità da adottare in un’ottica di trasparenza, cioè per rendere esplicito ai consumatori il fine promozionale dei contenuti diffusi via web. A tal fine, è stato intensificato il dialogo con alcuni operatori dell’influencer marketing: quindi con alcuni loro rappresentanti, l’associazione degli instagrammer e i blogger. «La Rete vede una molteplicità di nuovi operatori, ma anche i nuovi media hanno bisogno di regole per essere efficaci e per esserlo nel tempo. Non c’è sviluppo, neanche di mercato, con l’anarchia della comunicazione digitale. È interesse di tutti gli operatori della Rete, over the top compresi, farsi promotori della cultura e degli strumenti autodisciplinari. Dunque, accanto ai vincoli giuridici, compito di IAP è anche quello di diffondere la “cultura” della correttezza e del rispetto della disclosure», ha dichiarato il segretario generale dell’organismo, Vincenzo Guggino.

Il ruolo dell’ASA

All’incontro ha partecipato anche Guy Parker, chief executive dell’ASA (Advertising Standards Authority), l’Autodisciplina del Regno Unito, che ha illustrato come la rivoluzione digitale abbia cambiato il sistema di autoregolamentazione della pubblicità, che ha davanti per altro ancora diverse sfide. Nel Regno Unito, l’ASA si muove nell’ambito di un esplicito coordinamento con le autorità statali: l’OFCOM, l’Autorità delle Comunicazioni inglese, ha infatti delegato in prima istanza il controllo su tutta la pubblicità radiotelevisiva proprio all’ASA. I numeri di quest’ultima sono, perciò, piuttosto rilevanti: i casi affrontati nel 2017 rappresentano circa il 50% di tutte le segnalazioni svolte dai cittadini europei verso gli organi di autodisciplina di tutti i Paesi. Nell’epoca delle fake news, promuovere e diffondere la correttezza in pubblicità non è mai stato così importante. Anche l’ASA si è occupata del tema della riconoscibilità delle forme di pubblicità in ambito digitale e, dunque, di social influencers e native advertising. Parker ha sottolineato come le indicazioni offerte dalla “Digital Chart” IAP siano in linea con quello che sta facendo l’ASA. Ha poi sottolineato l’importanza di coltivare e ampliare il dialogo con gli over the top (in particolare, Google, Facebook e Amazon), per convergere sull’importanza dell’autoregolamentazione pubblicitaria. Le loro scelte di policy interne sono certamente utili, ma non possono garantire una protezione contro tutti i problemi che si possono presentare in termini di tutela degli utenti e della loro stessa reputazione, come casi recenti hanno dimostrato. I sistemi di autodisciplina, oltre a offrire una grande esperienza nella regolamentazione pubblicitaria, garantiscono anche indipendenza e credibilità.

Disinformazione online

Di particolare interesse anche gli spunti emersi nel corso della tavola rotonda “Disinformazione online, Big Data e il Consumatore Digitale”, moderata dal giornalista di Radio24, Enrico Pagliarini. Vincenzo Russo, professore di neuromarketing alla Iulm, ha evidenziato come le neuroscienze facciano emergere un consumatore che non può essere più definito una “macchina razionale”, come da decenni si era portati a credere ma, piuttosto, “una macchina emotiva che pensa” e che dunque diventa fondamentale, soprattutto online, fornirgli gli strumenti che gli consentano di essere realmente consapevole. «A fronte di un utente disposto allo scambio di parte dei propri dati per un’esperienza personalizzata, la trasparenza e la fiducia diventano i pilastri fondamentali su cui devono orientarsi tutti gli interventi regolatori in rete» ha sottolineato Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano.

Regole chiare

La necessità di regole chiare e di precise assunzioni di responsabilità da parte di tutti gli operatori è stata sottolineata da Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, che ha indicato pure l’opportunità di una maggior condivisione dell’autoregolamentazione perché possa risultare effettivamente efficace. Il commissario dell’Agcom Antonio Martusciello, nel rimarcare l’urgenza di colmare l’asimmetria di regolazione tra on e off line, privilegiando un approccio olistico che tenga in considerazione in maniera coordinata e complessiva l’insieme dei diritti in gioco (privacy, concorrenza e pluralismo informativo), ha elogiato l’intervento di autoregolamentazione messo in campo dall’Istituto. Nella “Digital Chart”, Martusciello ha infatti individuato uno strumento che nel quadro normativo attuale risulta utile anche agli stessi utenti per orientarsi in modo consapevole nella pubblicità online, soprattutto in considerazione del fatto che la media trasparency e la brand safety sono divenuti temi centrali per assicurare affidabilità non solo per gli utenti, ma anche per i potenziali investitori.

Media trasparency

«Dobbiamo pienamente comprendere il sistema sotteso alla cosiddetta “economia di cattura”, attraverso cui le piattaforme online captano informazioni su gusti, preferenze e abitudini di consumo per orientare le scelte dei consumatori – ha dichiarato il commissario -. Sappiamo che la fase di raccolta dei dati avviene per lo più attraverso algoritmi che implementano complessi modelli matematici, ma quella della macchina non è un’intelligenza libera, che si nutre di principi e ideali: essa è progettata e gestita da esseri umani che possono volerla plasmare sulla base di interessi specifici». Sollecitato poi a intervenire sul tema della pubblicità online e dell’endorsement realizzato sui social, Martusciello ha richiamato l’esperienza giurisprudenziale tedesca, precisando che è necessario compiere un passo ulteriore. «È auspicabile una tutela più rispondente alle peculiarità di internet - ha detto -. Non basta infatti adottare specifiche diciture o hashtag, ma occorre valutare il loro posizionamento e, soprattutto, evitare indicazioni scorrette e fuorvianti accanto ai prodotti. Questioni come la media trasparency e la brand safety sono divenuti temi centrali per assicurare affidabilità non solo per gli utenti, ma anche per i potenziali investitori».

L’evoluzione della giurisprudenza

Ha chiuso i lavori il presidente dello IAP, Mario Barbuto, che ha tenuto a precisare che l’evoluzione della giurisprudenza italiana, attraverso alcune recenti sentenze e ordinanze, ha portato a una sinergia tra il giudice dello Stato e gli organi giudicanti in sede autodisciplinare, conferendo alle norme dell’Autodisciplina un’ulteriore e rafforzata valenza giuridica. L’Istituto ha chiuso l’esercizio 2017 superando quota 24.204 interventi conclusi dalla sua costituzione nel 1966. I dati confermano che il 92% dei casi ha riguardato temi e questioni che attengono alla tutela del consumatore, dimostrando la valenza dell’Autodisciplina quale servizio per l’intera collettività. Per più di 170 campagne è stato richiesto un parere preventivo, lo strumento cui le aziende ricorrono al fine di diffondere messaggi pubblicitari responsabili e conformi alle norme del Codice di Autodisciplina. Inoltre, il dato che misura l’efficienza del sistema conferma l’andamento dello scorso anno, con tempi di risoluzione delle controversie tra gli 8 e i 12 giorni liberi lavorativi nella totalità dei casi.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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