Autore: Redazione
16/07/2018

Media audit, Ebiquity non si tira indietro, e Di Nieri richiama il primato della terzietà

Il ceo Italy della società di analisi “risponde” alle sollecitazioni di Marco Girelli e Paolo Stucchi su professionalità e trasparenza, dichiarandosi disponibile a un tavolo di confronto

Media audit, Ebiquity non si tira indietro, e Di Nieri richiama il primato della terzietà

Sui temi sollevati in materia di auditing dal v.p. di AssoCom, Marco Girelli e dal consigliere Paolo Stucchi, DailyMedia ha sentito Arcangelo Di Nieri, Ceo Italy di Ebiquity, una delle principali e più accreditate società di analisi per planning e buying. «Prima di tutto, voglio ringraziare l’associazione per aver aperto un dibattito pubblico su una funzione, quella del media audit, che - a detta di tutti i player del mercato (centri media, concessionarie, editori e clienti), viene ritenuta  parte essenziale della filiera media. Riprendendo gli elementi fondamentali emersi e anche le richieste presentate da EACA, condividiamo totalmente i principi fondamentali ripresi da Stucchi nella sua chiusura: 1) terzietà, ovvero: nessun conflitto d’interesse; 2) professionalità, 3) trasparenza su metodologie e pool; 4) confidenzialità dei dati. Ebiquity, che ha partecipato ai tavoli internazionali sia con la citata associazione europea delle agenzie sia con WFA (l’organismo internazionale dei clienti, ndr), ha condiviso questi aspetti fondamentali. Condividiamo, infatti, che chi opera nel nostro campo debba essere - come enunciato da Girelli - “vergine”, vale a dire non contaminato da attività che possano andare in conflitto con la nostra missione e mettere in imbarazzo i player che rischiano di passare informazioni riservate a potenziali concorrenti (quale il caso citato di Accenture). Condividiamo inoltre che le società di media audit, come richiesto a tutti gli altri player, dimostrino i loro skill professionali, le  competenze e gli strumenti: una cosa sono le società di media audit, un’altra i consulenti. Condividiamo anche che le società di media audit debbano dimostrare la solidità del loro pool dove basano le indicazioni di benchmarking e le loro metodologie. Questo, per evitare che si generino situazioni conflittuali in un percorso che, invece, deve avere un carattere virtuoso tra i diversi player». 

Metodologie e trasparenza

«Circa le metodologie, Ebiquity da sempre è paladina della trasparenza in quest’ambito. A dimostrazione di ciò, oltre che con i clienti destinatari contrattuali, effettua periodicamente delle sessioni su tale tema con i dipartimenti specializzati dei centri media. Condividiamo infine che la confidenzialità dei dati debba essere un “must” e che le informazioni che le società di media audit ricevono debbano essere utilizzate unicamente per lo scopo per cui vengono richieste. Se i dati vengono richiesti per effettuare un’analisi di media audit, saranno utilizzati solo per quello scopo. Laddove i dati vengano richiesti per una gara media, non potranno essere utilizzati per l’alimentazione del pool, ma essere trattati esclusivamente per tale fine della gara. Passando alla specificità dei pitch, trattata in modo molto “laico” da tutti i componenti dell’associazione, riteniamo che il concetto di “equilibrio”, che è stato il filo conduttore dei vari interventi,  è da sempre il  nostro obiettivo, mirato a unire agli aspetti quantitativi sempre anche  quelli qualitativi. Infine, un ultima risposta alla domanda di Stucchi di partecipare a un tavolo di lavoro per costruire insieme delle regole di comportamento: Ebiquity ci sarà!».