Autore: Redazione
11/04/2018

L'intervento su DailyMedia di Address: a proposito della TER…

La nuova indagine sugli ascolti radiofonici sta sollevando qualche preoccupazione. Ci si aspetta che vengano messi a disposizione dei pianificatori il necessario strumento di misura degli ascolti radiofonici e il conseguente software per l’ottimizzazione dei piani

L'intervento su DailyMedia di Address: a proposito della TER…

La nuova indagine sugli ascolti radiofonici sta sollevando qualche preoccupazione. Il mezzo radio ha infatti saputo conquistare uno spazio significativo all’interno delle pianificazioni e continua a far registrare un trend positivo, e sarebbe dunque un peccato se venissero meno i necessari requisiti di chiarezza e affidabilità e non fossero messi a disposizione dei pianificatori il necessario strumento di misura degli ascolti radiofonici e il conseguente software per l’ottimizzazione dei piani: il risultato sarebbe una battuta d’arresto allo sviluppo del mezzo.

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È un fatto che a oggi il mercato ha ancora a disposizione il vecchio strumento di pianificazione; il che equivale a dire che non ha più strumenti di pianificazione. Speriamo ancora per poco. Quando sono stati pubblicati i dati della nuova ricerca, non è stata data alcuna informazione circa la metodologia d’indagine, il questionario, etc. Per settimane sono state avanzate richieste di chiarimento da parte dei clienti e dei pianificatori, senza risposte: il modo migliore per vanificare l’investimento fatto dagli editori radiofonici nella ricerca.

In questi mesi, in attesa di certezze, abbiamo chiesto a concessionarie radio e software house, e qualcosa abbiamo scoperto. L’indagine ha rilevato gli ascolti per i diversi device/fonti, tra i quali anche la tv, cioè quei canali sia del DTT che di Sky che ripetono a schermo nero le frequenze radiofoniche che trasmettono lo stesso palinsesto programmi e pubblicitario in onda su tutti gli altri devices. Qualcuno ha poi generato confusione quando ha attribuito alle audiences radio quelle dei canali tv dello stesso editore che, però, trasmettono palinsesti pubblicitari diversi da quelli radiofonici della stessa emittente; cioè ha sommato le pere con le mele, i dati TER coi dati Auditel.

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Finalmente abbiamo potuto fare qualche elaborazione sui dati della ricerca e abbiamo prodotto le due tabelle allegate, una per il giorno medio e una per il quarto d’ora medio. Al netto delle risposte multiple tra i device (poca cosa), sommando tutte le risposte per i singoli devices e nettizzando il risultato dalle risposte che hanno indicato la tv quale fonte di ascolto, si giunge a un valore di ascolto radiofonico ripulito dall’equivoco visto sopra che cambia un po’ il ranking delle emittenti (soprattutto per il quarto d’ora medio). Perché eliminare totalmente la fonte tv? Perché è l’unico modo per ovviare al fatto che la dichiarazione di ascolto di chi ha dichiarato di ascoltare la radio tramite la tv (a schermo nero e che trasmette gli stessi programmi in onda sugli altri device, per intenderci) venga assimilata alla dichiarazione di chi ha visto il canale televisivo dello stesso editore radiofonico (infatti, non a caso, le emittenti che hanno anche un canale tv sono quelle che hanno registrato il maggior numero di dichiarazioni di ascolto tramite il device televisivo). È inoltre il modo per evitare che qualcuno insista nel voler sommare le pere con le mele…