Autore: Redazione
25/06/2018

Sorrell: «S4 Capital si concentrerà sul digitale. Cannes e giugno non per forza luogo e periodo migliori per discutere delle sfide della industry»

L’ex chief executive officer della holding internazionale WPP è tornato al Festival nel giorno in cui si è concluso, partecipando a un dialogo spinoso con Ken Auletta. Tra i temi discussi, il delicato rapporto tra Facebook e Google, la sua nuova società, le accuse che ne hanno portato all’estromissione dal vertice di WPP, il ruolo delle consultancy e anche la manifestazione francese

Sorrell: «S4 Capital si concentrerà sul digitale. Cannes e giugno non per forza luogo e periodo migliori per discutere delle sfide della industry»

Sir Martin Sorrell non è certo il tipo che si fa intimidire. Anzi, forse è proprio lui a cercare di mettere alle corde gli altri. Si è presentato venerdì scorso, ultimo giorno del Festival, nella stessa Cannes che ha criticato lo scorso anno senza la giacca di Ceo di una delle sei holding che dominano la advertising industry e, cioè, WPP; ma non ha mollato un colpo in un botta e risposta in stile pugilistico con l’autore del libro “Frenemies”, Ken Auletta. Dalla visione del mercato alla sua società, da uno scandalo sessuale smentito dalle indagini alle riflessioni, ribadite, sul timing e la location del Festival stesso, gli argomenti non hanno seguito un vero e proprio filo conduttore, ma hanno avuto più la forma di uno scambio di colpi. Senza reticenze.

Le linee guida di S4 Capital

Sorrell, innanzitutto, ha dato indicazioni sulle linee guida che sosterranno la sua nuova creatura. S4 Capital si concentrerà sulle novità, sarà basata totalmente sul digitale e punterà su «agilità, velocità, coordinazione e dislocazione, sia in termini di servizi sia di clienti. Avrà le capacità per gestire brand nazionali e multinazionali, su mercati locali o su quello globale». Con particolare attenzione alle aree in forte sviluppo, «per esempio l’India, che diventerà la nazione più popolosa al mondo». Europa e Stati Uniti sono mercati saturi, «bisogna puntare su aree diverse e questo si può fare attraverso due strade, quella tecnologica e quella geografica. La seconda è la più facile da immaginare», ha aggiunto.

Su WPP

Durante la conversazione, durissima, con Auletta, è stato aperto anche il capitolo WPP. Pure in questo frangente, Martin Sorrell ha negato di aver speso inappropriatamente dei soldi aziendali e ha affermato di essere, sì, un capo duro, ma di non essere stato crudele con i suoi colleghi. «Chiedevo solo standard molto alti. L’inchiesta del Financial Times da cui sono emerse queste ipotesi è stata probabilmente condotta sulle persone sbagliate. Ho diverse email in grado di smentirli. Inoltre, dalle indagini, sono risultato innocente. Nonostante ciò, la situazione era diventata insostenibile, e per il bene dei clienti e degli investitori è stato necessario arrivare al mio allontanamento».

Le consultancy

Le sei holding più grandi del mondo, sommate, sono più piccole di Accenture. «Le holding si stanno muovendo tutte nella stessa direzione, la differenza tra loro è la velocità con cui lo fanno». dichiara Martin Sorrell. Dall’altra parte, «nel modello delle consultancy, in molti riconoscono conflitti d’interesse. Ma le linee si stanno dissolvendo. Se si considerano gli investimenti fatti dalle società a Cannes, i budget maggiori provengono proprio dalle consultancy. Loro non competono allo stesso livello delle agenzie, ma si riferiscono ai piani superiori», spiega.

Google e Facebook

Se seguono i soldi, i centri media «investiranno sempre più su Google e Facebook, che già ora raccolgono oltre 50 miliardi di dollari dall’advertising. Gli è stato dato l’appellativo di “frenemies”, ma ora sono più friends che enemies. Sono quasi partner. Amazon si sta stagliando come terza forza, specialmente grazie alla sua forza nella search, ma è ancora distante», ha sottolineato Martin Sorrell.

Il parere su Cannes

L’opinione di Martin Sorrell su Cannes non è migliorata dallo scorso anno, quantomeno sul tema della location. «L’anno scorso eravamo abbastanza aperti sull’investire nel Festival. Giugno e Cannes potrebbero non essere, con tutto il rispetto, il periodo e il luogo giusto per concentrare le attenzioni della nostra industry sulle sfide, enormi, che ci si presentano», ha concluso Sorrell.