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Aruba.it Racing - Ducati, il rinnovo è alle porte: “Non ci fermeremo finché non vinceremo il motomondiale”

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Intanto l’espansione del raggio d’azione della internet company in Asia suggerisce nuove sponsorship di cui si avrà qualche assaggio dalla prossima stagione in MotoGP, ancora con Ducati. Cresce l’attenzione ai motorsport elettrici

La carica adrenalinica dei motorsport riesce a bucare facilmente gli schermi televisivi. Non è un caso che milioni di persone si incollino agli schermi per vedere sorpassi in spazi minuscoli a velocità superiori ai 300 km orari, pieghe mozzafiato, cadute tanto spettacolari quanto rischiose, e meccanici che mettono in pista veri e propri prodigi dell’ingegneria. Ma dal vivo è un’altra cosa. Il rumore dei motori, gli odori del paddock, le moto che passano alla velocità di un flash e il cameraman che si lancia in movimenti improvvisi per catturarli, sono un pezzo di emozione riservato solo a chi mette il naso nel circuito. Viverla dal vivo è un’altra cosa, ed è su questa idea che Stefano Cecconi, CEO di Aruba e capo della squadra del team Aruba.it Racing - Ducati, oltre che grande appassionato di motorsport, ha deciso nel 2014 di prendersi carico della gestione del team Ducati e collaborare con l’azienda emiliana per vincere il mondiale di Superbike. L’impegno finirà l’anno prossimo, quando la scuderia porterà in pista la nuova Panigale V4, ma il rinnovo “è una formalità. Non ci fermeremo finché non vinciamo il mondiale”. Stefano Cecconi, Ceo di Aruba Intanto, l’espansione asiatica del raggio d’azione di Aruba lo “ potrebbe portare a nuove sponsorizzazioni”. “Qualche assaggio di sponsorship tradizionale lo faremo già l’anno prossimo sulle Ducati che correranno il MotoGP. Intanto stiamo guardando con attenzione gli sport elettrici, come la Moto-E”, spiega Cecconi a DailySport. Non è certo raro vedere sponsor sulle livree e nelle scuderie dei motorsport. Ma voi fate qualcosa di molto più impegnativo. Ci spiega qual è il vostro ruolo all’interno del team Aruba.it Racing – Ducati di Superbike? Non abbiamo una relazione di sponsorship classica, anzi il nostro ruolo è profondamente diverso. Ci occupiamo dell’intera gestione della scuderia insieme a Ducati. Nell’assetto attuale, Ducati fornisce le moto, il supporto e lo sviluppo tecnico, tutto il resto lo gestiamo noi, compresa hospitality e logistica. Un nostro onere è anche la copertura del budget per la partecipazione al campionato, e fa il pari con gli investimenti di Ducati su moto e sviluppo tecnologico. In totale siamo di poco sotto i 10 milioni di euro. Dunque siete voi a gestire gli sponsor… Sì, gli sponsor sottoscrivono contratti con noi, ma il rapporto con i brand è più una condivisione. Abbiamo coinvolto marchi appartenenti al settore tecnologico ma che non sono in concorrenza con noi. Siamo riusciti a trovare un equilibrio che ci permette di offrirgli visibilità con un impatto economico contenuti, ma da cui possiamo trarre vantaggio anche noi in diverse maniere. Dal co-marketing al co-branding, approcciando in nuovi Paesi in cui portiamo il nostro business con l’aiuto di brand già affermati. Inoltre nelle aree hospitality si creano situazioni di networking tra dirigenti di alto livello da cui poi scaturiscono nuovi business e partnership. Qual è il vostro rapporto con gli sport? Perché avete scelto la Superbike? Fintanto che abbiamo avuto dimensioni e focus nazionali abbiamo scelto di investire sullo sport più popolare in Italia, il calcio, attraverso una sponsorship classica con il Torino. Ma poi abbiamo sviluppato i nostri servizi di cloud, dislocati su più Paesi e dunque avevamo bisogno di un palcoscenico più internazionale e tecnologico come quello offerto dai motorsport. La SBK ha la copertura geografica più adatta a rappresentare Aruba, grazie alla sua fortissima copertura Europea - dove abbiamo il grosso del nostro business - e ci permette di fare qualcosa di diverso dalla sponsorizzazione classica. Il tipo di immagine e visibilità raccolti sono diversi, più alti, ma più alti sono anche i rischi. Riuscite a valutarne un ritorno sull’investimento? In che modo? Il ritorno si misura dalla visibilità indiretta, che si ricava dall’analisi dell’esposizione sui canali tv e dal seguente studio del suo valore. Un’attività che svolgono le società di analisi. I vantaggi si estendono poi al branding, da cui è possibile estrapolare in maniera più precisa l’effetto sulle vendite a livello enterprise. Il terzo plus è l’offerta di un’occasione per allacciare con i clienti delle relazioni più efficaci. L’esperienza delle corse, con il suo contorno composto da paddock e hospitality, è molto coinvolgente, permette di rompere il ghiaccio e ricavare contatti per parlare di lavoro in modo tranquillo e informale. In eventi estesi su più giorni diventa un piacere anche quello. Il vostro rapporto con Ducati è iniziato nel 2015 e terminerà nel 2019, quando debutterete con la nuova Panigale V4. Cosa succederà poi? Il primo contratto è stato firmato nel 2014 per iniziare a correre nel 2015 e scadrà alla fine del 2019, campionato, il prossimo, in cui porteremo in pista la nuovissima Panigale V4. Successivamente negozieremo un rinnovo, che ad oggi sembra una formalità. Non ci fermeremo finche non vinceremo il motomondiale. State estendendo il vostro business in Asia con l’apertura di una sede in Cina. Intendete anche qui usare lo sport e il co-branding come supporto per la diffusione del marchio Aruba? E in generale avete pensato a nuove sponsorship? Il nostro mercato di riferimento è ancora l’Europa, ma con l’apertura di un cloud in Cina, dove abbiamo aperto una filiale, stiamo allargando il nostro campo anche sul continente asiatico. Stiamo aspettando l’autorizzazione ministeriale, la Cina ha regole molto strette per le aziende che si propongono sul loro territorio senza appoggi di strutture locali, ma siamo fiduciosi sul fatto che presto saremo attivi. Allo stesso tempo, lo sbarco sul mercato asiatico potrebbe portare a nuove sponsorizzazioni, qualche assaggio di sponsorship tradizionale lo faremo già l’anno prossimo sulle Ducati che correranno il MotoGP. Intanto stiamo guardando con attenzione gli sport elettrici, come la Moto-E.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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