Autore: Redazione
17/05/2018

GreatPixel, fintech e artificial intelligence: due universi uniti dalla user experience

La capacità dell’AI di leggere dati complessi e di utilizzare il linguaggio naturale apre nuovi scenari alla User experience nel mondo Fintech. Ne abbiamo parlato con Giovanni Pola, Ceo del brand, esperto del settore

GreatPixel, fintech e artificial intelligence: due universi uniti dalla user experience

La vendita dei servizi fintech e quella di altri servizi o prodotti sono molto diverse, non solo, evidentemente, per l’oggetto della transazione, ma anche per concezione e sviluppo del sito in cui è contenuta l’offerta, e per il rapporto che si vuole stabilire con il consumatore. Tutti questi elementi fanno parte della user experience, un’area su cui l’attenzione del settore digitale è sempre più alta. Ne abbiamo parlato con Giovanni Pola, Ceo di GreatPixel, il brand italiano lanciato un anno fa da PROcommerce focalizzato su user experience e ottimizzazione delle conversioni.

Qual è il pubblico maggiormente attratto dai servizi fintech?

In Italia abbiamo una percentuale di investitori attivi molto alta. Incrociando i dati sugli utenti internet più evoluti e quelli di AssoInvestimenti, possiamo creare due segmenti interessanti: circa 500 mila utenti che investono fino a 70mila euro a testa e un cluster più alto di circa 120mila persone che investono grandi capitali. Esiste dunque un una nicchia piuttosto ampia di persone che hanno attitudine al digitale, dispongono di liquidità finanziaria e cercano servizi per investirla. E’ un pubblico in cui i bisogni sono bilanciati in modo differenziato: la fascia più giovane cerca personalizzazione e neutralità, ma vuole essere autonoma. I meno giovani invece hanno bisogno di essere più assistiti, ricercano più un rapporto one to one.

In cosa si differenzia la vendita di un servizio fintech da quella di un altro prodotto o servizio?

Il processo di vendita è completamente diverso. In generale, la logica principale nello sviluppo di un sito è sempre l’analisi dei bisogni specifici. Diventa molto importante, nello sviluppo di una experience, mantenere il maggior grado di chiarezza possibile in modo da instaurare relazioni di lungo periodo con l’utente, affiancando logiche di guadagno e beneficio a breve termine. Il rapporto tra gli utenti e le banche è ambivalente a causa dei grandi scandali degli ultimi tempi, ma se la fiducia nell’istituzione è diminuita, il bisogno di rapporto umano mantiene quella verso gli impiegati. La gente non si fida più del contesto ma delle persone. Siamo in un mondo ancora da capire, con nuovi intermediari digitali che devono garantire una gestione dei servizi e del rapporto con gli intermediari ottimale.

La componente tecnologica che ruolo avrà in questa evoluzione?

Avrà un ruolo sempre più decisivo l’artificial intelligence, che permette di fare analisi e pattern recognition (di individuare cioè i momenti migliori per proporsi agli utenti con attività di triggering in realtime), di fare decidere i prezzi in modo dinamico e raccomandare il prodotto/servizio giusto al momento giusto. Ma soprattutto garantirà grazie al NLP (capacità di interpretare ed utilizzare il linguaggio naturale) la possibilità di una relazione sempre più “umana” e la capacità di capire e prevedere i bisogni degli investitori.

Sono già disponibili strumenti del genere?

Le tecnologie di base ci sono, ma non sono ancora tanti i casi di applicazione. Noi per esempio abbiamo creato SmartPixel, una nuova unit in collaborazione con Quilsar, che sfrutta le tecnologie AI per fornire alle società che non hanno la capacità di Amazon gli strumenti necessari per migliorare il proprio processo di vendita. Permette di collegarsi a un sito già esistente, studiare le azioni che avvengono ed eseguire attività di cross-selling e upselling su layer superiori. Il servizio verrà lanciato a maggio durante il Netcomm. Il risultato è uno strumento che accosta la tecnologia, già in uso su player internazionali, di Quilsar, alle nostre competenze relative a user experience e conversion rate optimization.

Com’è andato il primo anno di attività? E quali obiettivi avete per il secondo?

I primi 12 mesi sono andati molto bene, stiamo allargando il nostro team con risorse specializzate sul mondo dei dati, e lavoriamo con player internazionali molto importanti. Lo scorso anno, oltre all’acquisizione di grandi clienti, abbiamo messo in campo progetti importanti con Percassi e SEA Aeroporti. Quest’anno invece lavoriamo con Valentino, Trussardi, SEA Aeroporti e alcune realtà fintech, mentre all’estero abbiamo vinto la gara per i social di Smallworld e abbiamo acquisito Molo Finance (una fintech inglese per accendere mutui online). Stiamo facendo un lavoro interessante anche con il Sole 24 Ore. Nel primo quarter del 2018 abbiamo già raggiunto il bilancio dello scorso anno. Ora puntiamo a consolidare la crescita, allo sviluppo ulteriore dell’AI e ad acquisire una decina di grandi clienti.