La tecnologia della startup interamente tricolore, fondata da Gianluca Galliani, Stefano Premoli e Francesco Meneghetti, si basa sul sistema di rilevamento OTS. E propone la negoziazione di inventory outdoor anche in programmatic
di Anna Maria Ciardullo
La crescita del mercato Out of Home a livello internazionale ha aperto le porte alla digitalizzazione dell’inventory outdoor e all’adozione di tecnologie, finora usate solo in ambito web, come il programmatic. Un mercato che sta prendendo piede anche in Italia dove, però, finora, mancava un player di riferimento specializzato. Per questo motivo, è nata Pladway (sito), una startup fondata da Gianluca Galliani, Stefano Premoli (che è anche Direttore Commerciale di Viralize) e Francesco Meneghetti, proprio con l’obiettivo di posizionarsi come punto di riferimento del mercato italiano per il programmatic Out Of Home e Audio.
Da sinistra: Gianluca Galliani, Stefano Premoli, Federico Fassina e Francesco MeneghettiLogica DOOH
«Pladway nasce dall’idea di sviluppare una piattaforma fullstack cross media comprensiva di DSP e SSP, partendo da una logica DOOH e, quindi, non derivata dal web, per la compravendita in programmatic di spazi Out of Home. Il nostro obiettivo è diventare la tecnologia principale con cui trading desk e publisher negozino inventory outdoor, indipendentemente che si tratti di video, audio o, perché no, in futuro anche display» spiega Gianluca Galliani, Ceo di Pladway. «Il nostro punto di forza principale è l’italianità di tutto il team di manager e programmatori, che ci permette di fornire ai nostri partner un servizio rapido e localizzato, coinvolgendoli nel processo di sviluppo del prodotto, per creare una soluzione tagliata su misura per il mercato».
Tempi maturi
Il provider tecnologico di Pladway è Fabbricadigitale, da sempre focalizzato sull’evoluzione del media buying, che negli ultimi anni “ha intrapreso un cammino verso l’automatizzazione della compravendita di spazi pubblicitari sul web e ha raggiunto un livello di maturità tale da essere esteso anche ai processi legati all’OOH”, come spiega in una nota Francesco Meneghetti, Ceo di Fabbricadigitale e Co-Founder di Pladway.
Metrica OTS
Il sistema di rilevamento sul quale si basa la tecnologia di Pladway è l’OTS, acronimo di Opportunity To See, un innovativo strumento di people counting che permette di misurare in tempo reale la quantità di utenti potenzialmente esposti a un messaggio e acquistare solo chi è stato presente al 100% della durata dello spot. «Si tratta una metrica nata nell’ambito del digital OOH e grazie alla nascita di alcuni software che rilevano il numero di persone presenti vicino a uno schermo outdoor o ad un’emittente audio e di alcuni dispositivi che vengono collegati agli screen per rilevare le persone nei dintorni. Ad esempio, attraverso il Wi-Fi, ossia permettono di rilevare quante persone a distanza di sette metri da uno screen hanno il Wi-Fi attivo sul proprio smartphone, oppure, attraverso videocamere che permettono di vedere quanti effettivamente si trovano nei pressi dello schermo», spiega a DailyNet, Federico Fassina, Head of Operations di Pladway .
Primi in Italia
«Quello che vogliamo fare attraverso questa metrica - continua Fassina - è collegarci in modo assolutamente agnostico a qualsiasi tecnologia scelta dal partner per la rilevazione, proprietaria della concessionaria outdoor, e agganciarci alle varie piattaforme di Digital Signage e ai loro sistemi di misurazione degli OTS offrendo un metodo non più statistico ma basato su dati reali. Si tratta di una metodologia già molto usata per la direct, il valore aggiunto di Pladway è di poter collegare anche la tecnologia del programmatic in full stack. L’OTS è una metrica già molto diffusa in Italia, ma siamo i primi a proporla anche nell’ambito del programmatic. Al momento, le tecnologie in programmatic disponibili per l’outdoor vanno semplicemente a replicare le tecnologie per il web pensate per la display, noi partiamo dal digital out of home lavorando su misura per il mezzo e non replicando quello che viene fatto su mezzi apparentemente simili, perché hanno in comune il video e uno schermo, ma che operano su logiche, metriche, misurazioni completamente differenti».