Autore: Redazione
29/05/2018

Buzzoole: «Benvenuti nell’era dell’augmented influencer marketing»

Il terreno dei social network è sempre più fertile, grazie a strumenti, regole e tecnologie che ne permettono trasparenza, misurazione e sviluppo di nuovi modelli d’azione. La società, intanto, dopo aver chiuso il 2017 a 4,5 milioni, presenta il nuovo logo e accoglie Vincenzo Cosenza

Buzzoole: «Benvenuti nell’era dell’augmented influencer marketing»

La popolazione social cresce a dismisura, le audience delle diverse piattaforme si gonfiano come palloncini e gli utenti sono sempre più assorbiti dai contenuti che incontrano. I post spontanei sono i più efficaci, ricalcano l’essenza della “vita social” e hanno una dimensione orizzontale tra chi li produce e chi li riceve. Per questo motivo i brand stanno rivalutando in modo sempre più deciso il ruolo degli influencer, le “fuoriserie del messaggio” che come le vetture di grandi cilindrate sono difficili da controllare. Le ombre su performance, audience, reach, e tutti i KPI affini si stanno però diradando, lasciando spazio a budget dedicati e campagne native che non considerano più queste figure come un “di cui”. Eccoci, dunque, all'interno di una nuova era. A raccontarcela Buzzoole.
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Il campo di gioco
Innanzitutto partiamo dagli attori: gli influencer sono «individui che hanno il potere di condizionare le decisioni d’acquisto di altri attraverso la loro autorità (reale o percepita), conoscenza, posizione o relazione», ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Consumatori, durante l’evento “L’era dell’Augmented Influencer Marketing” organizzato da Buzzoole ieri mattina. «La pre-condizione della liceità della pubblicità è la sua riconoscibilità», ricorda Dona, e da questa è derivato il contenzioso tra Warner Bros e FTC - il corrispettivo americano dell’Unione dei Consumatori - , culminato con un esito che ha definito «ingannevole nei confronti dei consumatori il comportamento di Warner Bros. I consumatori infatti hanno il diritto di sapere se gli influencer esprimono liberamente i loro giudizi o sono solo delle voci pagate da terze parti». Da questa decisione sono nate poi discussioni e incontri che hanno prodotto le “7 regole della FTC”, tra cui l’obbligo di apporre un’etichetta chiara, evidente, comprensibile e distinguibile che contrassegni il contenuto come pubblicitario.
Le regole in Italia
In Italia, il Codice «non indica modalità obbligatorie per segnalare agli utenti il fine promozionale del contenuto espresso, tuttavia celebrity/influencer/blogger, per rendere riconoscibile la natura promozionale dei contenuti postati sui social media e sui siti di content sharing devono inserire un’apposita dicitura in modo ben distinguibile e necessariamente nella parte iniziale del post». Il fine promozionale del commento o dall’opinione espressa da celebrity/influencer/blogger «qualora non sia chiaramente riconoscibile dal contesto, dev’essere reso noto all’utente con mezzi idonei». Così recita la digital chart dello IAP.
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Influencer marketing: budget e tecnologie
Il marketing «è passato da una dimensione creativa, basata sulla conoscenza delle persone, ad essere guidato dai dati», ha commentato Gaia Rubera, professoressa ordinaria marketing Università Bocconi. Una rivoluzione guidata dai big data, «che non significa avere a disposizione enormi quantità di informazioni, ma è un termine che si riferisce al loro livello di dettaglio. Ora in alcuni casi si è in grado di tracciare le attività dei consumatori minuto per minuto», ha aggiunto. Per arrivare a questo punto il cambiamento è stato sociologico oltre che sociologico. Gli apripista sono stati i social network, che hanno sostenuto le dinamiche di sharing causando una sorta di sottovalutazione del valore della privacy – specialmente nei giovani – ma dopo un corto periodo in cui l’accesso ai big data erano appannaggio delle grandi multinazionali, «ora sono accessibili a chiunque abbia una minima competenza di Python». Averne disponibilità significa applicare logiche di social listening, di retargeting, di influencer marketing, con supporti sempre più evoluti come AI e machine learning. «I budget dedicati all’influencer marketing crescono di conseguenza, e nel 2018 si prevede che il 37% dei marketer vi allocheranno budget tra i 50 e i 100 mila dollari, il 18% tra i 100 e i 500 mila e il 4% oltre i 500 mila», afferma.
Strategie e modelli
L’influencer marketing lavora su tutte le fasi del funnel, ma raggiunge la massima efficacia quando sfruttato come «cassa di risonanza nella fase di awareness» e come leva specifica per consideration e information, «un momento, quest’ultimo, sempre più legato al dimensione social», specifica Gianluca Perrelli, CMO & country manager di Buzzoole. «La brand affinity - ammonisce - è una condizione vincolante. L’influencer deve avere modi, linguaggi e gusti affini a quelli del brand». Questo particolare tipo di marketing, infatti, è strategico «quando connesso alla reason to belive del brand o del prodotto». Il processo di attivazione e gestione delle attività di influencer marketing può declinarsi attraverso tre modelli: «il modello “tech equipment” consiste nell’assegnazione al centro media di tutta l’iniziativa. La struttura si interfaccerà sia agli influencer sia ai digital pr manager, sostenendo la responsabilità del progetto. Nel modello “virtual team” è il brand a rimanere al centro. Compone un team attorno a sé comunicando direttamente con il centro media – che rimane lo starting point e il tramite con gli influencer - , con l’agenzia di PR che fornisce insight e suggerimenti e con l’agenzia di comunicazione, che funge da garante della brand affinity. Il modello “brand empowerment” crea un contatto diretto tra il brand e gli influencer, e coinvolge un’agenzia o un istituto di ricerca in qualità di advisor, dando vita ad una dinamica fluida tra i soggetti», conclude Perrelli.
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Il ruolo di Buzzoole
La società italiana, che è anche la prima a proporre benchmark su true reach e ad recall grazie al supporto di Nielsen, offre un supporto preciso sui diversi modelli. «Sul sistema “tech equipment” la società si propone come abilitatore tecnologico, progettando iniziative speciali internamente ed efficientando il processo attraverso una tecnologia smart. All’interno del modello “virtual team” si pone invece come partner tecnologico, pianificando strategie media, selezionando influencer e monitorando le campagne. Sul “brand empowerment”, Buzzoole può agire da partner strategico, attraverso scelta dell’influencer giusto e supporto creativo», spiega Fabrizio Perrone, Ceo & Founder di Buzzoole. La piattaforma GAIIA poi si configura come uno strumento capace di sfruttare l’AI per processi di natural language understanding, analisi dei social graph e riconoscimento immagini, estraendo dati utili a stilare profili degli influencer che indichino performance relative a topic specifici, sub-topic, audience e performance. Oltre a scovare i fake influencer. Nel 2017 Buzzoole ha registrato una crescita del fatturato del 100%, fino a raggiungere un totale 4,5 milioni di euro. Cresce di molto – del 50% - anche l’ala internazionale. Cresce anche la domanda di nuove campagne, che nel 2018 sono oltre 1200, e il team, ora composto da 80 persone tra le sedi di Napoli, Roma, Milano, Londra e New York. «Siamo nell’era dell’augmented influencer marketing», ha concluso Perrone.
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Gianluca Perrelli
Andamento, mercati esteri e AI
«Nel primo trimestre dell’anno abbiamo confermato la crescita del 100% del 2017, mentre i ricavi all'estero sono aumentati del 500% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Nei prossimi mesi puntiamo ad allargare la nostra quota di mercato sui territori stranieri - ha dichiarato a DailyNet Gianluca Perrelli -. A livello strategico invece quest'anno faremo focus sull'AI e cercheremo di espandere i nostri presidi fuori dall'Italia attraverso partnership strategiche. In Russia abbiamo già una collaborazione locale, in UK, che è un mercato paneuropeo, abbiamo già un buon track record, e crediamo che questo sarà l'anno in cui raccoglieremo le prime soddisfazioni in USA. Stiamo spingendo tanto su ricerca e sviluppo (+25% investimenti R&D anno su anno) e sulla tecnologia perché è quello il fattore determinante».
Buzzoole: il nuovo logo è firmato da Bellissimo
L’evento è stata l’occasione per presentare il nuovo logo e il nuovo posizionamento. Il segmento dell’influencer marketing è cambiato molto negli ultimi anni, e Buzzoole ne sta seguendo la traiettoria evolutiva introducendo elementi di innovazione tecnologica e supporto strategico ai clienti che si riflettono nella nuova identità visiva. Questo processo include la progettazione di un nuovo logo — scelta che esprime pienamente la volontà di ridefinire la personalità della marca. Il nome Buzzoole nasce dall’unione di buzz (brusio) e googol, il numero intero esprimibile con 1 seguito da cento zeri (1.0 x 10100). Sviluppato da Bellissimo, studio di communication design specializzato in branding, il nuovo marchio sintetizza al centro della composizione le due doppie lettere presenti nel nome: il segno grafico “forte” della doppia Z - richiamo onomatopeico al concetto di brusio - si specchia sulle due OO sottostanti, unite per creare il simbolo dell’infinito, richiamando il concetto di qualcosa che non ha limiti nella sua propagazione. La configurazione completa è fortemente distintiva, asimmetrica, iconica.
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Vincenzo Cosenza
Vincenzo Cosenza è il nuovo head of marketing
Buzzoole ha annunciato anche la nomina di Vincenzo Cosenza come Head of Marketing Italy. Il nuovo manager avrà la responsabilità di guidare l’area marketing di Buzzoole per l’Italia. Vincenzo Cosenza vanta una solida esperienza nel settore marketing & communication maturata in aziende e multinazionali tech e agenzie di comunicazione. Profondo conoscitore delle leve di marketing, social media e relazioni pubbliche applicate al mondo digital, Vincenzo assume questo incarico dopo aver diretto la sede di Roma di Blogmeter con il ruolo di Social Media Strategist e Business Developer. “Sono lieto di entrare a far parte del team di Buzzoole, società che ha dimostrato in poco tempo di poter raggiungere traguardi importanti”, afferma Vincenzo Cosenza in una nota, Head of Marketing Italy di Buzzoole. “L’influencer marketing è un settore stimolante e in forte crescità. Metterò a disposizione la mie competenze per rafforzare l’area marketing di Buzzoole e affrontare la sfida di comunicare alle due componenti, differenti e speculari, di questo settore: i brand e i creator”.