Autore: Redazione
26/06/2018

AgCom, Martusciello: contro la disinformazione occorre una media fluency

A sostenerlo è il Commissario dell’Autorità intervenuto nella giornata di ieri al workshop su “Disinformazione e soluzioni di mercato: i casi Qwant e Wikipedia”. Per Fabiano Lazzarini, C.M. del motore di ricerca transalpino, bisogna pensare a salvaguardare utenti e imprese in rete

AgCom, Martusciello: contro la disinformazione occorre una media fluency

“L’analisi della disinformazione in rete spesso è stata accostata alla necessità di garantire la solenne e fondamentale libertà di espressione. Non raramente si è confusa quella libertas philosophandi con quei principi di obiettività, completezza, lealtà e imparzialità che dovrebbero caratterizzare una notizia”. È quanto ha dichiarato il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, intervenuto ieri, al workshop su “Disinformazione e soluzioni di mercato: i casi Qwant e Wikipedia”, promosso da Agcom nell’ambito del Tavolo Tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali. La necessità di regole Dopo aver esaminato le positive policy adottate da Qwant e Wikipedia volte ad arginare il fenomeno disinformativo, non rinunciando nel contempo al business, il Commissario ha affrontato più ampiamente il mondo dell’informazione. Esso, ha rilevato, è sottoposto a una radicale e crescente trasformazione, che sta rapidamente coinvolgendo forme di consumo, modelli di business, modalità di generazione, composizione e offerta del prodotto informativo, fino ad arrivare alla natura stessa della professione giornalistica. Tuttavia - ha ricordato Martusciello - il mercato non è un locus naturalis, ma un prodotto artificiale e per questo necessità di regole al fine di evitare che, seguendo la sua logica spontanea, determini abusi. Per Martusciello, però, anche l’individuo è chiamato intervenire, attraverso la capacità di selezionare notizie di qualità. Una media fluency “Se appartenenza e pregiudizio culturale sono gli elementi di cui si nutre la disinformazione, la media literacy non basta più a scongiurare il fenomeno disinformativo, ma serve una media fluency - ha aggiunto -. Non si tratta più di insegnare un’attività da svolgere meccanicamente come l’alfabetizzazione digitale, ma di rendere consapevoli gli utenti, padroneggiando un qualcosa che in realtà già sanno fare: reperire contenuti, stavolta però con un grado di difficoltà maggiore: lo spirito critico”. “Ecco che allora, occorre tornare a quell’informazione di matrice illuministica; passare da un concetto fiduciario a uno probatorio: dall’affidamento riposto nella fonte alla dimostrazione degli elementi di una buona notizia. Un impegno che coinvolge i lettori, diretti a pretendere qualcosa in più, ma anche i gli operatori del settore, chiamati a questa prova”, ha concluso Martusciello. Qwant e Wikipedia Nel corso del workshop si sono analizzate le positive policy adottate da Qwant e Wikipedia volte ad arginare il fenomeno disinformativo. A riguardo il Country Manager di Qwant Italia, Fabiano Lazzarini, ha evidenziato che “la disinformazione si combatte soprattutto sviluppando e mettendo a disposizione di utenti e aziende, soluzioni che salvaguardino la loro presenza in rete. Anni di ricerche si sono trasformate in profili dettagliati e costruiti su abitudini, scelte e preferenze, creando informazioni che permettono ai motori di ricerca di fornirci risultati confezionati su misura di quei dati. Siamo all’interno di un sistema che concorre alla disinformazione, perché non ci restituisce risultati imparziali - ha commentato Fabiano Lazzarini -. Dobbiamo affrancarci da questa ‘bolla’ per tornare a fruire del Web in maniera consapevole, ma libera, è principalmente per questo motivo che il motore di ricerca Qwant, non si limita a rispettare la vita privata dei propri utenti, ma sta costruendo un ecosistema di tecnologie, servizi e soluzioni che garantiranno il vero rispetto dei dati personali”.