Con il “Sonar” 2016, la tech company ha raccolto e analizzato migliaia di dati relativi all’utilizzo dei filmati all’interno della comunicazione delle aziende sia italiane sia di livello europeo
“I brand raggiungono meno del 30% del proprio potenziale di comunicazione”. Mosaicoon pubblica il “Sonar Report 2016”: un anno di dati raccolti attraverso il primo software in grado di misurare la capacità di comunicazione video delle aziende. La necessità dei brand di parlare ai propri pubblici attraverso video è ormai una certezza nel mercato digital: i consumatori spendono oggi 1/3 della propria attività online guardando video, e questo dato è destinato a raggiungere il 70% del traffico mobile entro il 2021.
Eppure alcuni brand comunicano ancora soltanto il 27% dei propri contenuti attraverso video, a causa principalmente della complessità e dei costi dei processi creativi tradizionali. È quanto emerge nel “Sonar Report” 2016 appena pubblicato da Mosaicon: una review in cui la tech company ha raccolto e analizzato migliaia di dati relativi all’utilizzo dei video nella comunicazione delle principali aziende italiane ed europee.
Video differenziati attraverso il Sonar di Mosaicoon
Mosaicoon mantiene la sua promessa: abilitare i brand alla realizzazione di strategie video di lungo periodo; e per farlo adotta un approccio da martech, fortemente “data driven”, misurando con un software proprietario, denominato Sonar, il modo in cui le aziende utilizzano contenuti video differenziati nelle proprie strategie di comunicazione. L’analisi, effettuata su un campione di oltre 100 aziende, 30 diverse industry, e un anno di attività, è stata riassunta in un’indagine, prima del suo genere.
Video first bloccato da costi e processi creativi
Il quadro che emerge denota una forte consapevolezza delle aziende verso una comunicazione video first, frenata - e a volte bloccata - dalle complessità e dai costi del processo creativo tradizionale. In tutto il mondo, le aziende stanno comprendendo - come afferma Luca Di Persio, alla guida del marketing global di Mosaicoon - che usare lo stesso video per ogni canale è inefficace: lo spot tv va bene per la televisione, ma non genera engagement sui canali digitali.
Contenuti video differenti
Le persone amano le storie, vogliono vedere tanti contenuti video differenti, che rappresentino lo spirito e l’identità dei loro brand preferiti, ma che non abbiano per forza il brand stesso come protagonista assoluto. Sonar è un potente strumento di marketing di Mosaicoon - disponibile in tutti i mercati del mondo in cui è presente l’azienda - che aiuta i brand a pianificare, costruire e monitorare la propria video strategy di lungo periodo.
Da un’analisi condotta con algoritmo Sonar su una media di 730 item esaminati per ogni azienda, risulta che un brand veicola sui propri canali in media 30 argomenti; di questi però solo il 27% viene coperto da video, mentre il restante 72% viene veicolato attraverso altre forme di comunicazione di efficacia potenzialmente inferiore, stando ai KPI osservati.
Industries con il più alto “Sonar Index”
Ci sono 5 industries in particolare che risultano maggiormente propense alla comunicazione video: Pet Food, Automotive, Personal Care, Home Care, e Betting risultano quelle con il più alto “Sonar Index”, vale a dire la più elevata percentuale di video sul totale dei contenuti comunicati. Alcune tra le industries che risultano invece meno coperte da contenuti video differenziati nella propria comunicazione sono invece proprio quelle che presidiano un elevato numero di piattaforme social, come il Fashion, il Pharma, il No-profit ed il Finance. La nostra strategia di marketing global - aggiunge Luca Di Persio - prevede anche un Sonar più potente e tailor made, denominato “Sonar Extended”. Una metodologia in grado di analizzare il posizionamento di un brand nell’ambito della video strategy, anche rispetto ai principali competitor e all’industry di riferimento. La tecnologia di Mosaicoon punta a generare una maggiore consapevolezza delle opportunità, e a cambiare le regole per creare valore.