Autore: Redazione
10/02/2017

Twitter, nel quarto trimestre advertising in calo per la prima volta

Nonostante la forte spinta delle presidenziali americane la società non centra le attese degli analisti e perde ancora in Borsa. E alimenta le preoccupazioni sul suo futuro

Twitter, nel quarto trimestre advertising in calo per la prima volta

Non c’è pace per Twitter. E nemmeno la spinta delle campagne politiche per l’elezione di Trump, benefica per Facebook, ha consentito alla società dei 140 caratteri di evitare l’ennesimo scivolone in Borsa. Il titolo della quotata ha infatti perso circa il 10% del suo valore nella giornata di ieri, dopo il rilascio dei risultati relativi al quarto trimestre dell’anno avvenuto prima dell’apertura dei mercati. Twitter non è riuscita a centrare le attese e al contempo ha registrato un rosso da 167 milioni, principalmente per effetto dei premi ai dipendenti.

Snapchat vale più di Twitter

Le entrate poi sono incrementate solo dell’1% a 717 milioni di dollari, con l’aggiunta di soli 2 milioni di utenti per un totale di 319 milioni di accessi su base mensile. Quindi, nonostante i continui tentativi di rivitalizzare il business, la compagnia guidata dall’amministratore delegato Jack Dorsey non riesce ad attrarre il grande pubblico e rischia di soffrire la concorrenza della stella nascente Snap: ieri Twitter capitalizzava circa 12 miliardi di dollari, meno di quanto è valutata l’app dei messaggini usa e getta.

Pubblicità in calo

Twitter basa il suo business sulla pubblicità. E questo segmento è in contrazione seppur di poco. Nel quarto trimestre la raccolta si è attestata a 638 milioni di dollari, di cui l’89% da mobile. Gran parte delle entrate è da ricondurre al business domestico, mentre poco più di un terzo riguarda il resto del mondo. In tutto il 2016, il fatturato è incrementato del 14% a 2,5 miliardi, con l’advertising a quota 2,25 miliardi. La perdita annuale è stata di oltre 450 milioni.

Un futuro enigmatico

Come detto più volte non è il miglior momento per Twitter: dopo che a settembre dell’anno scorso sono fallite le trattative per vendere gli asset è stato annunciato un piano di riduzione dell’organico che ha portato, tra le altre cose, alla chiusura della sede italiana. Oggi Twitter ha dimostrato la sua fragilità e alcuni azionisti hanno chiesto il delisting, come riportato nei giorni scorsi dal Financial Times. E se il business della pubblicità comincia a dare segnali di decrescita, è lecito attendersi altre novità su Twitter. Che negli ultimi mesi ha perso pezzi, con l’esodo di una serie di manager, tra cui il chief operating officer Adam Bain.