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Spotify raggiunge 140 milioni di utenti unici mensili. E nel frattempo il programmatic audio “esplode”

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La società unisce un’anima tecnologica, basata su algoritmi, a una umana, che cura le playlist manualmente. Questo, secondo il global head of sales Brian Benedik

Spotify è stato tenace nella sua delicata offensiva agli advertiser. Nel mezzo del furore alzato dalle questioni della brand safety contro Youtube, la piattaforma di streaming musicale si è posizionata come un’ideale alternativa per le crescenti preoccupazioni dei marketer sulla trasparenza, e ora sta accelerando per mantenere i contatti con le agenzie attorno alla Croisette di Cannes. Vuole assicurarsi che il suo approccio al marketing people-based non passi inosservato. La piattaforma di streaming ora raggiunge 140 milioni di utenti attivi al mese, segnando una crescita anno su anno del 40%. Le tabelle di marzo indicano che 50 milioni di utenti si sono abbonati alla versione ad-free, ma è chiaro che la grande maggior parte del business è ancora basata sull’advertising.

Crescita esplosiva

Lo streaming online è indicato come la maggiore fonte di ricavo, a livello globale, per le vendite della industry musciale per il 2017, e le revenue provenienti da servizi come Spotify o Apple Music supereranno la vendita dei cd e dei vinili per la prima volta, secondo una ricerca di PwC. I ricavi dallo streaming toccheranno 9,1 miliardi di dollari quest’anno, con una crescita guidata dalla maggiore adozione dei servizi in giro per il mondo. Sebbene Brian Benedik, global head of sales di Spotify, sia a conoscenza del fatto che l’eccitante crescita della sua azienda è in parte generata dall’allargamento di utenza per servizi relativi allo streaming online, crede che ci siano altri fattori in gioco.

Le due anime di Spotify

Accenna al fatto che l’approccio del marketing è data driven e orientato al divertimento , ma anche alla profondità del catalogo, che ora conta 30 milioni di canzoni. Mantenere aggiornato il prodotto è molto importante secondo Benedik. “Come leader del settore, abbiamo sulle spalle il fardello dell’innovazione, gli utenti si aspettano da noi una continua capacità di innovare. Il nostro approccio al prodotto è duplice: crediamo che l’algoritmo e il machine learning possano davvero aiutare a scoprire nuova musica e nuove playlist, e quando hai 140 milioni di utenti sparsi per il mondo, è molto difficile creare playlist manualmente per ognuno di essi; quindi siamo convinti che gli algoritmi e le macchine possano farlo in maniera più efficiente. Ma allo stesso tempo crediamo che la cura umana sia altrettanto importante”, spiega indicando che playlist come RapCaviar e Throwback Thursday sono curate dal team interno. “Credo dunque che questo approccio bilaterale al prodotto e alla scoperta ha certamente aiutato la nostra crescita”.

Audio e programmatic

Quello che Spotify stesso ha scoperto nell’ultimo anno è un sempre crescente appetito per le digital audio ads automatiche. La piattaforma ha provato a fare da guida nel servire audio ads dalla firma degli accordi con Rubicon Project, AppNexus e The Trade Desk, attraverso cui ha aperto le sue inventory all’acquisto programmatico circa un anno fa. Spotify non ha mai tenuto segreto il suo desiderio di essere il venditore dominante di inventory audio automatiche, ma Benedik ha ammesso di essere stato travolto dalla crescita del marketplace. La società offre anche l’acquisto in programamtic di ads display e video, che sono significative per la piattaforma ma che fanno parte di un’arena piuttosto affollata.

“L’audio marketplace è esploso e stiamo assistendo, in parte, al passaggio dei budget dalla radio tradizionale al placement in programmatic audio”, continua Benedik. “Credo che i brand e le agenzie stiano godendo di un approccio all’investimento molto più legato ai dati, molto diverso dal piazzamento manuale del budget audio. Hanno la possibilità di allocare gli investimenti dividendo i fondi su diversi layer legati a evidenze provenienti dai dati che prima non potevano avere”, continua.

Approccio people-based

Queste evidenze sono il fulcro dell’approccio al marketing people-based di Spotify. Dopo aver siglato un accordo, negli USA, con LiveRamp, che da inizio anno riesce a riconoscere gli individui nei loro percorsi cross-device, la company sta levigando la sua strategia. Stringerà il suo focus sull’abilità di riconoscere le persone dalle loro abitudini più che dalle informazioni raccolte dai cookies, e attraverso questo costruirà i suoi target.

Negli scorsi 12 mesi sia Google sia Facebook hanno subito accanite domande sulla transparency, nel doppio significato di brand safety e misurazioni. Dai dubbi che sono cresciuti attorno ai due colossi, Benedik e la sua società hanno tratto largo vantaggio consentendo accesso a dati di prima parte e ad abitudini di ascolto, che possono aiutare Spotify a raccogliere parte dei fondi che prima erano dedicati al duopolio.

La piattaforma di streaming è al centro di diversi rumors che suppongono una sua quotazione in borsa, oltre che diverse nuove assunzioni del peso delle due nuove risorse provenienti da WPP.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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