Autore: Redazione
19/05/2017

Spotify comincia a testare il programmatic in open market

Dopo aver avviato i private marketplace lo scorso luglio con risultati positivi, la società amplia la propria strategia in materia

Spotify comincia a testare il programmatic in open market

Spotify cambia strategia in ambito programmatic e si prepara a debuttare nell’open market. Dopo aver avviato i primi private marketplace (PMP) la scorsa estate in partnership con Rubicon Project, The Trade Desk e AppNexus., la società di streaming musicale starebbe sperimentando la vendita di inventory audio in programmatic attraverso una selezionata rosa di partner SSP (Supply Side platforms) e DSP (Demand Side platforms). Una scommessa, quella del programmatic audio, che secondo un recente sondaggio di AdAge e The Trade Desk relativo agli USA dovrebbe pagare: i marketer, infatti, pensano di spendere il 12% dei propri budget in questa tipologia di comunicazione, un dato in rialzo dal 7% di un anno fa. Nello stesso studio emerge come circa il 67% degli intervistati abbia l’intenzione di investire sui servizi di streaming musicale utilizzando il programmatic. La volontà di Spotify, spiega un blogpost di Les Hollander, global head of audio monetization della società, è guidare il processo di transizione nella vendita della pubblicità audio verso modalità programmatic. Finora l’offerta PMP di Spotify ha superato le attese, con un ”numero significativo di PMP creati a livello globale solo nel primo trimestre del 2017”, continua Hollander. E la crescita sta coinvolgendo diversi verticali, non solo il retail. Tra i più importanti, segnala Spotify, ci sono QSR, auto, financial, CPG, telecom ed entertainment. Dunque Spotify punta sulla pubblicità, un business che sostiene le attività di gran parte delle aziende hi tech attuali. Nonostante ciò la gran parte delle entrate del servizio proviene dai 40 milioni di abbonati globali, che versano una cifra mensile per accedere ai servizi premium di Spotify.