Autore: Redazione
29/03/2017

Il Sole 24 Ore: Giorgio Fossa “chiede” un aumento da 50-70 milioni; Confindustria disponibile a diluire le quote

Il presidente del Gruppo editoriale ha indicato ieri la “forchetta” delle risorse indispensabili per rimetterne in sesto i conti; mentre il presidente dell’organismo delle aziende, Vincenzo Boccia, ha anticipato che l’atteso Consiglio Generale potrebbe svolgersi a metà aprile, prima di Pasqua

Il Sole 24 Ore: Giorgio Fossa “chiede” un aumento da 50-70 milioni; Confindustria disponibile a diluire le quote

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Giorgio Fossa Presidente del Cda del Sole 24 Ore

ll CdA del Sole 24 Ore per l’approvazione del progetto di bilancio 2016, atteso entro marzo, continua a non essere convocato e, a questo punto, è difficile pensare che non slitti ad aprile. Però, anche ieri, qualche aggiornamento sulla complicata situazione del Gruppo editoriale c’è stato, in virtù del fatto che il suo presidente, Giorgio Fossa, è stato convocato in audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera proprio per illustrarla. La principale novità emersa è che Fossa ha dichiarato che “l’aumento di capitale lo stiamo definendo, e sarà tra i 50 e i 70 milioni di euro”. Tradotto, significa che, questa, di cui si è già per altro più volte parlato, è la forchetta della cifra del fabbisogno che il CdA stesso indicherà per coprire le perdite (61,6 milioni nei primi nove mesi del 2016) e avere una riserva per il rilancio, il cui relativo piano industriale dev’essere via via meglio specificato rispetto alle prime guidelines già annunciate. Questo non vuol dire che tutti questi soldi li tirerà fuori Confindustria, che controlla il Gruppo di cui è a.d. Franco Moscetti con il 67% delle quote. E del resto, il presidente di quest’ultima, Vincenzo Boccia, sempre ieri, proprio in merito all’aumento di capitale, ha spiegato che “per il momento, non ci sono ancora novità. Stiamo aspettando che gli amministratori ci informino sulle ipotesi di fabbisogno, dopo di che convocheremo un Consiglio Generale e dibatteremo sul tema”. Non solo, ma ha anche aggiunto, rispondendo alla domanda se Confindustria stia valutando di ridurre la sua partecipazione nella società editoriale: “In teoria tutto è possibile. Queste sono domande sul regno del possibile e su questo posso dire di sì. Poi entreremo nel merito nei prossimi giorni. Il Consiglio Generale straordinario, a oggi, non è ancora convocato. Sarà monotematico sull’argomento ma, intanto, aspettiamo. Se non abbiamo dati, chiaramente, non andiamo avanti”. E a chi gli chiedeva se verrà convocato prima di Pasqua, il presidente ha risposto: “Penso di sì, poi vediamo”. Comunque, sempre Boccia, non si è detto preoccupato. “Siamo tranquilli, dobbiamo aspettare i tempi. Se non ci dicono il merito, il quantum, la modularità del fabbisogno, non posso entrare in Consiglio e quindi deliberare”, ha poi concluso.

Bisogna tornare alla vocazione specialistica

“Il Sole 24 Ore - ha intanto aggiunto Fossa - deve tornare al passato, riprendere a essere sempre più un giornale specialistico. I guai sono cominciati nel momento in cui qualcuno si è messo in testa che questo non doveva più essere, con tutto il rispetto, il giornale dei ragionieri, ma doveva diventare un quotidiano generalista, che non sarà mai. Quando si riempivano, essendo specialistico, i tavoli di ragionieri, commercialisti, avvocati e imprenditori, il Sole aveva dei risultati importanti”. Fossa ha quindi osservato che “dopo i grandi sprechi ed errori che sono stati fatti in questi ultimi anni, oggi siamo di fronte a una situazione tale che gli azionisti, a partire da Confindustria, devono fare la loro parte, e sicuramente le banche ci dovranno guardare con attenzione, perché ci dovranno, per un certo periodo di tempo, dare una mano e, allora, Il Sole potrà tornare forte e potrà dare i risultati com’è previsto nel nostro piano, altrimenti non abbiamo grandi alternative, perché con i numeri che abbiamo ereditato è difficile uscire”. Tra i “tanti punti” che la società di auditing dovrà certificare per riportare trasparenza, figura, ha rivelato sempre Fossa, anche la questione degli acquisti. “Siamo per la centralizzazione - ha detto - e abbiamo scoperto che, questo, in casa nostra, non avveniva: il 40%, grosso modo, non avveniva attraverso le procedure”.

Possibile un calo nella governance di Confindustria

Quanto ai criteri adottati per la nomina del nuovo direttore Guido Gentili, lo scorso 13 marzo, Fossa ha aggiunto: “era già all’interno della società, si è optato per lui, al di là delle capacità, soprattutto perché, avendo già svolto questo ruolo in passato all’interno del Gruppo, avevamo previsto che non ci sarebbero stati impatti negativi nella gestione quotidiana”. E rispondendo a una domanda sull’eventuale “influenza” esercitata dal precedente direttore, ha detto: «Oggi Roberto Napoletano è sostanzialmente fuori dal giornale, per cui voltiamo pagina”. A novembre scorso “la situazione economica che abbiamo trovato era molto pesante ma, per ora, potrò dire solo una parte, visto che le indagini della Procura di Milano e della Consob sono tuttora in corso, che si tratta di una società quotata e che siamo in una fase di trattativa con il sistema bancario per vedere di chiudere il discorso relativo all’aumento di capitale”. Sull’attuale quota di Confindustria ha inoltre aggiunto: “Secondo me, non è necessario che rimanga al 67%. Più scendiamo e più il giornale è contendibile; forse facciamo l’interesse della società, per come la vedo io, perché se ci si voleva tenere l’80-90%, si faceva a meno di quotarsi”. Naturalmente, per consentire a banche o player esterni di acquisire più del 2% delle quote, andrà approvato e inserito nello statuto del Gruppo il relativo cambio di governance che lo permetta.