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Esperienza d’acquisto omnicanale: il focus è sull’utente

Autore: Redazione


DailyNet ospita una riflessione sul tema a cura di Alberto Torre, managing director di Criteo Italia

di Alberto Torre, managing director di Criteo Italia

È ormai riconosciuto che oggi i consumatori vogliono essere in grado di connettersi e interagire con i retailer 24/7, ovunque si trovino e attraverso qualsiasi dispositivo. Una ricerca di Forrester rivela che esiste un mercato mondiale di 1.500 triliardi di dollari per le vendite al dettaglio che iniziano online e finiscono in negozio, questo significa che le esperienze degli utenti stanno diventando più complesse. Di conseguenza, è sempre più difficile per i retailer, grandi e piccoli, seguire il percorso di acquisto del cliente e capire se il consumatore online è lo stesso che ha acquistato in negozio. D’altro canto la poca conoscenza del cliente è un rischio che nessun retailer esperto è disposto a correre.

Mentre molti retailer hanno ovviato a questo problema, migliorando le loro offerte su app e monitorando i clienti sul loro sito web, molte di queste informazioni sono ancora difficili da recuperare. Le aziende sarebbero infatti in grado di capire se un acquirente ha acquistato qualcosa sul loro sito, ma non sanno come questo è arrivato a conoscenza del brand e quanto tempo ha impiegato per comprare il prodotto.

I retailer devono invece conoscere bene i percorsi di acquisto dei loro clienti in tutto il nebuloso universo omnicanale, cosa che richiede strumenti e sistemi di misurazione adeguati. Solo allora potranno fornire ai propri clienti la migliore esperienza possibile.

Capire i clienti omnichannel

Per ottenere la fotografia completa di questa esperienza bisogna passare dalla misurazione dei dati relativi ai dispositivi a quella dei dati dell’utente. Mettere insieme tutti i dati insieme consente ai retailer di scoprire nuove opportunità delle quali non erano a conoscenza.

Secondo la ricerca di Criteo, la misurazione basata esclusivamente sul dispositivo è ingannevole. Registrare acquisti conclusi dopo una sola visita, quando si tratta invece di visite dello stesso utente su un altro dispositivo, può dare ai marketer una visione imprecisa del panorama dei clienti. Utilizzando una corretta misurazione cross-device, la ricerca di Criteo ha scoperto che le esperienze degli acquirenti sono il 41% più lunghe del previsto.

Le preziose informazioni sul percorso di acquisto degli utenti consentono ai retailer di avere un approccio di marketing volto a ottimizzare le offerte e l’esperienza utente, aumentando la probabilità di conversione a ogni visita su qualsiasi dispositivo. Se le aziende non sono a conoscenza delle abitudini di acquisto dei propri clienti su tutte le piattaforme, agiscono per tentativi.

Questo focus sull’utente consente inoltre di comprendere meglio il ruolo dei singoli dispositivi nel percorso di acquisto. Per esempio, la stessa ricerca ha dimostrato che anche l’abitudine di fare ricerche sullo smartphone e acquistare sul desktop è cambiata. Infatti, il report rivela che il 30% degli acquisti cross-device su desktop è stato avviato su uno smartphone, mentre il 24% delle transazioni cross-device su smartphone è iniziato su desktop.

Di conseguenza, è evidente che i consumatori hanno un approccio più fluido verso i loro acquisti online, ma senza misurazioni cross-device per tracciare questi percorsi di acquisto, i retailer avranno difficoltà a capire tale approccio e come rivolgersi all’utente.

La precisione della misurazione

Una volta tracciato il percorso del cliente durante la sua esperienza omnicanale, i retailer possono iniziare ad attribuire correttamente le loro vendite. Con gli utenti che passano da un dispositivo ad un altro, è indispensabile sapere come l’attività su una piattaforma influenzi l’altra, o si rischia di non assegnare correttamente la spesa e le risorse.

Ad esempio, la misurazione cross-device di Criteo ha dimostrato che i tassi di conversione per i clienti che visitano una pagina di prodotti sono stati più alti del 40% rispetto a quanto si ritenesse precedentemente quando veniva utilizzato un approccio centrato sul dispositivo che registrava l’intera esperienza del cliente.

Inoltre, misurata in questo modo anche la media dei prodotti visualizzati, aggiunti al carrello e acquistati dal consumatore medio è risultata più elevata.

Con una tale percentuale di vendite che può essere male attribuita, è molto importante che i retailer utilizzino strumenti di misurazione appropriati per ottenere il massimo dall’omnicanalità. Coloro che possono tracciare il percorso del cliente sono in grado di identificare dove stanno le difficoltà e adattare gli strumenti di marketing e l’approccio verso i consumatori per affrontarli al meglio.

Questa conoscenza sarà fondamentale per i retailer, in quanto i clienti sono pronti a intraprendere nuovi percorsi di acquisto che coniughino sempre di più esperienze digitali e fisiche. Prima che vengano utilizzati nuovi approcci come la tecnologia beacon e i camerini virtuali per invogliare i clienti, i retailer devono essere in grado di conoscere la situazione attuale e come questi sviluppi possono essere utilizzati per migliorare il percorso di acquisto dei clienti.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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