Autore: Redazione
22/05/2017

Si chiama “ads.txt” l’ultimo tentativo di IAB per combattere le frodi

Il tool è un indice di rivenditori autorizzati che gli editori possono inserire all’interno del proprio sito

Si chiama “ads.txt” l’ultimo tentativo di IAB per combattere le frodi

Il Tech Lab dell’Interactive Advertising Bureau (IAB) ha annunciato mercoledì scorso una nuova proposta per eliminare i posizionamenti fraudolenti nel digital advertising. Noto come ads.txt, il tool è un indice di rivenditori autorizzati che gli editori possono inserire all’interno del proprio sito. E i buyer possono a loro volta utilizzare lo strumento per mostrare i posizionamenti di annunci falsi o errati. Il periodo per commentare ads.txt scade il 19 giugno, dopo di che i feedback sarabbo valutati dallo IAB OpenRTB Working Group, che ha sviluppato la soluzione. La versione finale, spiega MediaPost, includerà le revisioni considerate necessarie. “Lo strumento ads.txt aiuterà gli editori ad accendere una luce sui legittimi rivenditori della loro inventory, in questo modo brand e agenzie conosceranno quando stanno trattando con un programmatic seller degno di fiducia, e quando no - ha dichiarato in una nota Mike Zaneis, ceo del Trustworthy Accountability Group (TAG) -.  Tutto ciò aggiunge un’altra componente vitale ai nostri sforzi di collaborazione nel settore al fine convalidare le aziende che operano in modo legittimo, aggiungere trasparenza agli spazi, e porre fine alle azioni criminali che frodano all’industry miliardi di dollari”. TAG si impegna anche a contribuire attivamente alla costituzione di ads.txt con l’obiettivo di aiutare l’adozione dello strumento attraverso tutta l’industry.