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Prime Real Time, focus su native e video grazie all’offerta di Sharethrough

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Cristina Pianura delinea le strategie della società da lei guidata e oggi parte di Gruppo Triboo. Un programmatic aperto e trasparente è la chiave per conquistare il settore, forti di un partner internazionale di grande rilievo

A poco più di un anno dall’acquisizione da parte di Gruppo Triboo, Prime Real Time (PRT) è più che mai focalizzata a valorizzare la sua proposizione unica sul mercato. Una proposizione indipendente dalla capogruppo, con la quale sono state comunque avviate importanti sinergie commerciali soprattutto in ottica di sperimentazione di inedite modalità di comunicazione.

Cristina Pianura Cristina Pianura

«Oggi Prime Real Time rimane un’azienda a tutti gli effetti autonoma, con un team fortemente specializzato e competente e un legame molto forte con Triboo», ha dichiarato Cristina Pianura, responsabile delle attività di PRT. «Programmatic, video e native sono le tre aree, sempre più a contatto l’una con l’altra, in cui siamo e saremo impegnati lungo l’intero arco dell’anno. E grazie alla recente partnership con Sharethrough, siamo la sola porta d’accesso all’unico adexchange native nel nostro Paese».

A che punto è lo sviluppo di native e video advertising in relazione al programmatic?

Come molti addetti ai lavori sanno, l’implementazione tecnologica di formati nativi in feed testuali e video è più complessa rispetto a quella di semplici banner. Questo perché le parti che compongono un ads nativo sono molto articolate. Quello a cui stiamo assistendo è un importante shift della nostra industry e di tutta la filiera per portare questo business nel programmatic advertising. La nostra mission è da sempre quella di rendere fluidi i processi legati alle innovazioni di prodotto e anche in questo caso opereremo da facilitatori sia lato editori che advertiser e centri media.

Come si rapporta Prime Real Time ai temi del Native Advertising?

Da settembre è diventata operativa la partnership esclusiva con Sharethrough, il secondo operatore nel campo del Native negli Usa e una macchina da 140 milioni di fatturato annuo. Grazie a questa intesa, abbiamo una proposta unica, tecnologicamente all’avanguardia e in grado di soddisfare le esigenze sia degli editori sia degli inserzionisti. Oggi Sharethrough rappresenta l’unico vero e proprio adexchange native in Italia e quindi il nostro obiettivo è quello di guidare e accelerare il processo di transizione del mercato italiano verso il programmatic native advertising.

Cosa intende per ‘vero’ Adexchange?

Vorrei sgomberare il campo da un possibile equivoco di fondo: quando parliamo della tecnologia Sharethrough, non facciamo riferimento né ad un network né ad un marketplace, ma a una piattaforma di scambio su cui i publisher possono vendere la propria inventory native sia in open che in private deal. In quanto adxechange, Sharethrough è integrata con circa trenta Demand Side Platform (DSP) e centinaia di Trading Desk. Oggi Sharethrough è una piattaforma full-stack in cui è possibile vendere pubblicità in reservation o in programmatic. Una tecnologia aperta, indipendente e capace di consentire ai publisher una gestione a 360 gradi dell’Inventory.

Come opera nella pratica la soluzione legata a Sharethrough?

L’area del native advertising dove operiamo è quella dell’infeed ads. Teniamola distinta dunque dai recommandation widget o dagli sponsored link normalmente legati a un modello di business a CPC e basati su template predefiniti o entro gli standard IAB. Si tratta infatti di un feed totalmente customizzato rispetto alla pagina dell’editore e dunque più performante rispetto agli altri della galassia native. Attraverso il supporto di Sharethrough, Prime Real Time dota ciascun editore di una soluzione perfettamente integrata al look & feel di qualunque sito. Una volta abilitati alla piattaforma, i publisher possono transare inventory native con qualunque ad server e guadagnare soldi.

Qual è il modello di business?

Al pari di ogni Supply Side Platform (SSP), anche il nostro modello di business è basato su una media fee trasparente in revenue share.

Viewability e brand safety sono temi molto caldi per il nostro settore. Come si declina questa scommessa nel Programmatic Native?

In generale, il programmatic native è per definizione 100% viewable. Mi spiego: anche se un’asta si conclude positivamente, l’impression non è pagata se non quando diventa effettivamente viewable. Poiché l’adexchange native è 100% Viewable,  i floor e i valori dei deal sono più alti della display tradizionale. Osserviamo inoltre una serie di verifiche molto accurate sulla brand safety degli editori. Possono, infatti, accedere all’adxechange solo prodotti realmente editoriali e non pagine web prive di struttura editoriale. I feed Sharethrough devono essere posizionati nel corpo pagina e non nel footer o nella barra laterale di un sito. Questi fattori cambieranno culturalmente le metodologie di compravendita del programmatic.

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Come viene rilevata la viewability nell’Adexchange Sharethrough?

Tutto il dato della viewability Sharethrough viene certificato da  Moat, player di primo piano negli Usa e adottato dai principali advertiser mondiali come P&G, Nestlé, Samsung e molti altri. Questo vale per l’intera full stack: dalle direct sell alla vendita in programmatic.

Allo stato attuale con quali DSP collaborate?

Adform, Appnexus, The Trade Desk, Criteo, Mediamath sono quelle già attive in Italia; Adelphic, in uso per il traffico mobile, ha già integrato il feed video in programmatico, mentre ad oggi i private deal sono supportati da AppNexus e The TradeDesk. Grazie a queste integrazioni, sono già partiti i primi deal per clienti italiani e internazionali quali PUMA.

In ambito video come vi state muovendo?

Abbiamo attivato l’instant play in programmatic native con Adelphic e StrikeAd e contiamo di aggiungere nuove DSP entro il primo trimestre del 2017. Si tratta di un’enorme opportunità di monetizzazione per l’intera filiera e di una naturale evoluzione dell’offerta. Come ho detto in precedenza, innovazioni del genere sono molto impegnative, complesse, e soprattutto richiedono un livello tecnologico ‘paritario’ tra i partner. Non sono processi banali, ma penso che nel 2017 ci sarà una forte accelerazione per adeguarsi ai protocolli e agli standard sia in campo video sia in quello native.

Alla luce di quanto detto, qual è il ruolo di PRT nel mercato?

Siamo innanzitutto l’unica porta di accesso all’avanzata tecnologia di Sharethrough. Lo facciamo mantenendo una terzietà di approccio, con la volontà di supportare gli editori a trarre il massimo profitto dai propri contenuti. Il nostro ruolo è quello di evangelizzare il mercato e renderlo partecipe di questa grande opportunità.

Qual è stata la risposta del mercato?

Molto positiva. Abbiamo effettuato i primi test su Triboo e successivamente,  abbiamo allargato il raggio d’azione a soggetti esterni che hanno immediatamente apprezzato tecnologia, policy commerciale e approccio al cliente. Tra gli editori e le concessionarie già presenti con propri marketplace autonomi ci sono SportNetwork, Piemme, Spe e naturalmente Triboo. Abbiamo riscontrato grande interesse da parte dei siti verticali nello Sport, Automotive e Lusso. L’Italia è un mercato complesso, frammentato e tardivo a introdurre le novità, ma sono convinta che la forza di questa tecnologia possa guidare le prossime evoluzioni.

Dopo l’esplosione del programmatic, stiamo assistendo a una fase di consolidamento. qual è il suo giudizio di questa tendenza?

Il tema di fondo è abbastanza semplice: una volta che un mercato raggiunge determinate dimensioni occorre dotarsi di strumenti scalabili sia in termini commerciali che finanziari. Ecco perché a livello mondiale stiamo assistendo a fenomeni di aggregazione.  Questa è una tendenza sempre più concretamente valida anche per gli editori e le tech company del nostro Paese. Se consideriamo che gli OTT con cui si misura il nostro mercato non sempre sono precursori o ideatori di inedite soluzioni, noi proponiamo una tecnologia altamente efficiente, ma più veloce e dinamica, capace di confrontarsi e convivere con le soluzioni native e i programmi di monetizzazione sia di Google Adx che col Facebook Audience Network.

Come vede il 2017 di PRT?

Vogliamo privilegiare, affermare e ampliare la nostra funzione di abilitatore tecnologico da sempre rivestita facendo parlare domanda e offerta. Come già spiegato in modo esaustivo, il focus è sul native, ma con PRT è possibile vendere anche formati Rich attraverso la tecnologia Adform. Vogliamo porci come l’interlocutore di quegli editori che vogliono fare programmatic adv e portare benefici al mercato nel suo complesso. E pensiamo di avere in mano le soluzioni e le competenze adatte per farlo.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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