Autore: Redazione
08/05/2017

P&G mette fine ai rapporti con AudienceScience e sceglie Neustar come DMP

Il gigante vuole solo partner certificati all’interno di una strategia che consenta di garantire maggiore personalizzazione e flessibilità su scala regionale

P&G mette fine ai rapporti con AudienceScience e sceglie Neustar come DMP

Dalle parole ai fatti: P&G ha ufficializzato un importante passaggio di testimone tra i suoi partner ad tech. La multinazionale americana nota per la commercializzazione di beni di consumo ha più volte manifestato una certa preoccupazione per l’attuale scenario del digital advertising, caratterizzato e minacciato da temi come brand safety, ad blocking, e soprattutto dalla mancanza di trasparenza nel processo di compra-vendita degli spazi programmatic, come emerso in un lungo rapporto pubblicato l’anno scorso dalla National Advertiser Association.

Il nuovo assetto di P&G

Per questo P&G ha deciso di tagliare i consolidati  rapporti con AudienceScience preferendo avvalersi di Neustar in qualità di Data Management Platform (DMP). La scelta, ha spiegato la portavoce di P&G Tressie Rose, è dettata dall’esigenza di garantire una maggiore personalizzazione e flessibilità degli investimenti su scala regionale. Ecco perché è possibile che nuovi vendor con competenze in ambito locale possano lavorare con la società. The Trade Desk sarà invece una delle principali Demand Side Platform (DSP) del gigante a stelle e strisce, che ha recentemente affermato di voler tagliare i costi media per 1 miliardo di dollari.

Solo partner certificati

AdAge sostiene che la novità non va in alcun modo a toccare i rapporti tra P&G e le sue agency of record: in Nord America le relazioni con Hearts & Science e Carat rimangono intatte. E soprattutto questo cambio era qualcosa di annunciato: il responsabile marketing Marc Pritchard ha assicurato che il Gruppo non collaborerà più con agenzie che non siano certificate dal Media Rating Council e soddisfino altri requisiti di trasparenza. D’altra parte le polemiche intorno a YouTube, Google e alla circolazione di materiali criminali su Facebook, hanno ravvivato le discussioni sulla qualità dell’advertising e l’importanza del contesto in cui un messaggio promozionale viene inserito. Se con la tv, o un giornale cartaceo si ha la certezza di dove verrà distribuito una pubblicità, con internet le regole mutano. E diviene più complicato monitorare la destinazione dei propri budget.