Autore: Redazione
30/11/2017

Outbrain a IAB Forum, l’intervento del nuovo country manager Carmelo Noto

A partire dal prossimo 1 gennaio il manager guiderà la società in Italia. Con tante novità che illustra a DailyNet

Outbrain a IAB Forum, l’intervento del nuovo country manager Carmelo Noto

Carmelo Noto è il nuovo country manager di Outbrain Italia, con effetto dall’1 gennaio dell’anno prossimo. Noto subentra ad Alberto Mari, che si era occupato della startup della società nel nostro Paese, ormai quasi sei anni fa. DailyNet ha incontrato Carmelo Noto ieri allo IAB Forum.

Qual è l’andamento attuale di Outbrain?

Dopo un 2016 a +76%, anche quest’anno chiuderemo molto bene, a quota +70%. Gli obiettivi per il 2018 sono molto ambiziosi e parlano di una crescita simile a quella degli ultimi due anni. Anche il team si è arricchito di nuove figure, due inserite nell’area sales, e una che opera in qualità di account manager. In generale, comunque, siamo molto soddisfatti.

Qual è la dimensione attuale di Outbrain?

Abbiamo una reach dell’80% sul mercato italiano, in altre parole circa due utenti su tre interagiscono con le nostre raccomandazioni. E collaboriamo, per scelta strategica, soltanto con i publisher premium, per esempio Mondadori, RCS e Sky. Su scala globale abbiamo un posizionamento altrettanto forte: siamo attivi in 15 Paesi e abbiamo un’audience di 1 miliardo di utenti unici mensili per circa 275 miliardi di raccomandazioni, di cui un centinaio riguardano proprio l’Europa.

È corretto dire che Outbrain agisce nel native advertising?

Solo parzialmente. In realtà, native è una definizione molto ampia, noi facciamo discovery, un’attività con cui aiutiamo gli utenti a scoprire contenuti d’interesse, siano essi organici o pay.

Quali sono le ultime novità nell’offerta?

Abbiamo lanciato un tool di lookalike, unici nel nostro segmento, e ci stiamo rafforzando sul programmatic, anche grazie alla recente acquisizione della DSP Zemanta. In particolare, quest’ultima ci consente di acquisire traffico e accedere ad altri network come Triple Lift o Sharethrough, aumentando la capacità di erogazione. In ambito strategico puntiamo molto sull’elemento tecnologico, con l’obiettivo di dare un valore aggiunto a brand e agenzie. Come modello di business, invece, operiamo solo su CPC e quindi ripartiamo le entrate con gli editori. In sintesi revenue e traffico sono i due asset su cui continuiamo a lavorare.

Da poco avete lanciato anche Affinity Index...

Vero. Affinity Index è legato alla nostra capacità di costruire un’accurata mappa degli interessi dell’utente e permette di creare una correlazione fra interessi differenti, ma dello stesso utente. È già un’opportunità disponibile in Italia e ci permette di sgangiarci ulteriormente da modalità di planning per siti. Affinity Index nasce dall’idea che i target abbiano molteplici interessi. Un esempio: un It Manager che naviga su Giallo Zafferano alla ricerca di una ricetta. Senz’altro si tratta di una persona di valore, anche in un contesto apparentemente lontano dal suo profilo più tipico.

Avete in serbo altro?

Sì, nel 2018 il mio obiettivo è portare anche in Italia Outbrain Academy, già attiva negli Stati Uniti e poi in, Israele, Francia, Spagna e Australia. L’Academy consiste nell’offrire la possibilità alle persone del settore, ovvero agenzie e aziende, di apprendere più in profondità l’uso della nostra piattaforma e offrire loro una certificazione. Vogliamo fornire a questi soggetti gli strumenti più adeguati, perché Outbrain è una parte sempre più fondamentale del mondo della comunicazione.