Autore: Redazione
21/02/2017

Cauto l’ottimismo degli italiani per la ripresa del mercato e dei consumi nel quarto trimestre 2016

Il lavoro spicca tra le prime preoccupazioni. Questi dati emergono dalla Global Consumer Confidence Survey, di Nielsen, realizzata su un campione di 30.000 individui in 63 Paesi

Cauto l’ottimismo degli italiani per la ripresa del mercato e dei consumi nel quarto trimestre 2016

Nel quarto trimestre 2016 l’indice di fiducia degli italiani risulta in crescita di un punto rispetto al trimestre precedente (58 punti vs 57), ma rallenta rispetto allo stesso periodo del 2015, quando si attestava a quota 61, il picco più alto mai raggiunto dal nostro Paese dal 2010. Comunque, l’indice si mantiene ben al di sopra dei livelli di guardia. Durante la crisi, infatti, si era toccata la soglia minima dei 39 punti (quarto trimestre 2012). I dati emergono dalla Global Consumer Confidence Survey di Nielsen effettuata su un campione di 30.000 individui in 63 Paesi, tra i quali l’Italia. Il commento di Giovanni Fantasia “Dall’ultima edizione della Survey di Nielsen sull’indice di fiducia dei consumatori, a livello globale e italiano – ha dichiarato l’amministratore delegato di Nielsen Italia Giovanni Fantasia – emergono segnali, seppure non eclatanti, tuttavia evidenti, di inversione del ciclo congiunturale. L’indice di fiducia tiene, anzi è in lieve crescita, la propensione ai consumi si configura in aumento, la tendenza al risparmio, seppure ancora consistente, ha imboccato la via del decremento. Un italiano su quattro ritiene che la propria posizione economica sia in miglioramento. Tali indicazioni, che vengono evidenziate nello studio, si possono leggere anche dal punto di vista dell’economia reale. La sfida che quindi ci si pone è quella di investire in tutte quelle risposte che siano all’altezza delle attese del consumatore. Colpire i sensi, imprimere nei ricordi le offerte, offrire la possibilità di interagire costituiscono i passi per incrementare l’esperienza di valore che viene richiesta oggi da chi si accinge a perfezionare l’acquisto. La moltiplicazione dei touchpoint risulta un elemento fondamentale nel rapporto domanda/offerta. In sintesi – ha concluso Fantasia – crediamo che sostenere la ripresa della domanda sia il primo compito che dobbiamo affrontare all’interno del presente quadro congiunturale, senza farci scappare l’occasione fornita da uno scenario socio-economico in lenta ma costante risalita”. La media europea All’interno della Survey, il dato italiano della fiducia dei consumatori viene raffrontato con quello della media europea, che raggiunge un valore sensibilmente più alto (81 punti vs 58), trainato dalle performance di Germania (101) e Regno Unito che, nonostante la Brexit, detiene il primato nel Vecchio Continente (102). Germania e Regno Unito sono rispettivamente in crescita di 3 punti e 1 punto rispetto al quarto trimestre 2015. Rimane alto il gap che ci divide anche dalla Francia (66 punti) e dalla Spagna (86) e l’unico Paese con un livello di fiducia più basso del nostro resta la Grecia (53).
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La propensione al consumo Segnali più positivi provengono invece dalla misurazione della propensione al consumo. Un italiano su cinque (19%) dichiara che quello presente è il momento giusto per fare acquisti, sulla base di una valutazione positiva dello stato della propria situazione finanziaria. Infatti, ben il 25% è dell’idea che quest’ultima migliorerà entro dodici mesi. Questo risultato si configura sensibilmente in crescita sia su base tendenziale (+2 punti) che congiunturale (+6 punti). Rimane, d’altra parte, ancora molto consistente la percentuale di quanti pensano che il risparmio sia la migliore collocazione del denaro dopo le spese essenziali (39%), in calo di 3 punti rispetto allo scorso anno (42%) ma in linea con il terzo trimestre 2016. Valori crescenti si rilevano quando si richiede agli italiani verso quali spese sono orientati dopo l’acquisto dei prodotti necessari: il 32% intende spendere per le vacanze (vs 30% del quarto trimestre 2015), il 31% per l’abbigliamento (vs 30% 2015), il 25% per l’intrattenimento fuori casa (vs 23%). L’atteggiamento verso la situazione economica nazionale La Survey prende anche in esame l’atteggiamento nei confronti della congiuntura economica generale del Paese. Rimane alta la consapevolezza della crisi, registrata nell’85% dei connazionali (vs 80% nel quarto trimestre 2015), anche se a livelli notevolmente più bassi di quelli osservati nel 2013 e nel 2014, quando si posizionava su valori, rispettivamente, del 98 e 96%. Il 15%, in crescita di un punto rispetto al quarto trimestre 2015, ritiene che si uscirà dalla recessione entro la fine dell’anno. Uno degli elementi fondanti della prudenza degli italiani nel valutare la situazione economica nazionale è la preoccupazione relativa alle prospettive lavorative, che si posiziona in cima alle apprensioni degli intervistati (il 18% la menziona). La tendenza al consumo La lente dei ricercatori di Nielsen si focalizza, poi, su quanti hanno modificato le proprie abitudini di spesa per poter risparmiare, che sono il 52% degli intervistati, valore da leggersi in positivo se si tiene conto che nello stesso periodo del 2015 erano il 72%. Questi 20 punti in meno indicano che la tendenza verso il consumo è in sensibile aumento, confermando il trend iniziato dal 2014. Tra le azioni intraprese dagli intervistati per ridurre le spese nel budget familiare, lo studio di Nielsen evidenzia la decisione di ridurre i pasti take-away (62%, tre punti in più rispetto al dato di fine 2015), l’acquisto di nuovi capi di abbigliamento (57%) e l’intrattenimento fuori casa (53%). Al contempo, nel settore food, si cerca di scegliere i brand più economici all’interno dei supermercati (51%), di spendere meno per vacanze/weekend fuori porta (40%) e limitare i consumi di gas ed elettricità (37%). D’altra parte, se si prospetta un miglioramento delle condizioni economiche generali, gli italiani si mostrano ottimisti e, di conseguenza, anche le azioni per tagliare i costi si ridimensionano. Saranno, infatti, molti meno i cittadini che risparmieranno sui pasti take-away (23%), il divertimento fuori casa (19%) e le vacanze (11%) nei prossimi mesi.