Autore: Redazione
24/11/2017

Il New York Times punta al programmatic advertising e raddoppia i ricavi digitali nel Q3

La tecnologia è diventata il meccanismo centrale che alimenterà il futuro della maggior parte delle transazioni mediatiche dell’editore che ha raccolto 49 milioni di dollari in revenue dagli annunci digitali

Il New York Times punta al programmatic advertising e raddoppia i ricavi digitali nel Q3

Il New York Times sta crescendo il suo programmatic business. Nel terzo trimestre, l’editore ha iniziato a vendere i suoi annunci personalizzati “Flex Frame” programmaticamente, mossa che ha aiutato a raddoppiare i suoi ricavi programmatici diretti rispetto al trimestre precedente come ha dichiarato Sara Badler, director of programmatic advertising al Times, rifiutandosi però di condividere cifre precise. Programmatic first Nel corso degli ultimi 12 mesi, il Times ha anche raddoppiato il numero di collaboratori programmatici da tre a sei, ampliando le sue vendite in programmatic a livello internazionale e aprendo tutti i suoi prodotti pubblicitari, inclusi homepage e video ads, al programmatic buying. Mentre il modello di business di Times si è spostato verso una rinnovata enfasi sugli abbonamenti - il suo ceo, Mark Thompson - ha riferito di aver raccolto 49 milioni di dollari in ricavi dagli annunci digitali nel terzo trimestre e i ricavi degli abbonamenti digitali sono aumentati del 46% su base annua a 86 milioni di dollari nel Q3. Il publisher sta aprendo i suoi prodotti pubblicitari al programmatic per evitare che la sua attività pubblicitaria diventi feroce, in risposta ad acquirenti che spingono sempre più i loro dollari attraverso canali automatizzati. La strategia attuale Gli open exchange forniscono ancora più della metà delle entrate annuali programmatiche del Times, ma la percentuale si sta restringendo man mano che cresce il suo direct programmatic business. Le voci sul file ads.txt del Times indicano che Google e il Facebook Audience Network vendono gran parte dell’inventario in open market dell’editore. Ma il Times mantiene i suoi annunci video e le sue unità personalizzate al riparo dagli open exchange, dove le tariffe degli annunci tendono a essere più basse e gli editori hanno meno controllo su ciò che i marchi mostrano sul loro sito. Ad esempio, gli inserzionisti che acquistano i suoi annunci Flex Frame proprietari - che modificano dinamicamente le dimensioni per adattarsi allo schermo dell’utente - devono impostare un accordo programmatico garantito, in cui editori e acquirenti accettano un prezzo fisso e un impegno d’inventario prima che avvenga la transazione. In sostanza, il programmatic è diventato il meccanismo centrale che alimenterà il futuro della maggior parte delle transazioni mediatiche del New York Times.