Autore: Redazione
11/05/2017

Netcomm Forum: nel 2017 l’ecommerce incrementa del 16% a oltre 23 mld. Mobile al 31%

Si è aperta ieri la dodicesima edizione dell’appuntamento organizzato dal Consorzio presieduto da Roberto Liscia. Il comparto è in espansione, ma la quota del commercio elettronico sul retail (5,7%) è ancora bassa. E le imprese che vendono online sono poche

Netcomm Forum: nel 2017 l’ecommerce incrementa del 16% a oltre 23 mld. Mobile al 31%

Prosegue lo sviluppo dell’ecommerce italiano: il valore degli acquisti online da parte dei consumatori arriverà nel 2017 a quota 23,1 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2016, anno in cui il segmento ha conosciuto uno sviluppo del 20% poco al di sotto dei 20 miliardi. Gli acquisti ecommerce di prodotti cresceranno nel 2017 del 25%, a un tasso più che triplo rispetto a quello dei servizi (+8%). E per la prima volta nella storia del BelPaese, il mercato online dei prodotti varrà tanto quanto quello dei servizi.

Opportunità

Nonostante il trend positivo, il commercio elettronico in Italia rimane ancora una grande opportunità. «In Europa sono 1 milione le imprese che vendono online, di queste 550.000 operano in Germania, 200.000 in Francia e circa 50.000 sono italiane». È stato abbastanza chiaro Roberto Liscia, presidente del Consorzio Netcomm aprendo i lavori della dodicesima edizione del Netcomm Ecommerce Forum al via ieri fino a questa sera a Milano. Numerose le aziende e i professionisti presenti all’appuntamento divenuto un vero e proprio punto di riferimento per gli operatori del settore, tanto che anche giganti spesso ‘silenti’ come Amazon hanno deciso di presenziare alla manifestazione fieristica. In questo contesto le imprese soffrono una scarsa conoscenza dei fondamentali normativi e non riescono a stare completamente al passo con le richieste della domanda, ormai più avanti dell’offerta.

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L’ecommerce nel nostro paese

La domanda ecommerce nel 2017 sarà dunque trainata dai Prodotti e in particolare tra i più performanti troviamo due settori particolarmente rappresentativi del made in Italy, ossia il Food&Grocery, che da 593 milioni di euro del 2016 passa a ben 812 milioni (+37%) e l’Arredamento & Home Living a quota 847 milioni (+27%). Vanno molto bene anche l’lnformatica & Elettronica con 3.695 milioni (+26%), l’Abbigliamento con 2.384 milioni di euro (+23%) e l’Editoria che sfiora gli 800 milioni (+18%). Nell’ambito dei Servizi, il Turismo continua la sua crescita, sebbene leggermente ridotta rispetto al 2016, registrando un incremento del 9% con un valore della domanda pari 9.347 milioni di euro, seguita dalle Assicurazioni che crescono del 6% sfiorando 1.300 milioni.

«L’ecommerce arriverà al 5,6% del retail quest’anno», ha specificato Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano. In aumento vi è la componente mobile, arrivata al 31% dell’ecommerce (23% smartphone e 8% mobile). Per quel che concerne l’import, gli acquisti ad aziende senza operatività in Italia sono al 25% circa, mentre a livello di operatori si registra una certa concentrazione. «I primi 20 player hanno in mano il 71% di quote. E tra questi dieci sono aggregatori», ha evidenziato Mangiaracina.

Unified Commerce e panorama globale

Liscia ha voluto ribadire la sua visione del settore: «Unified Commerce: è questo l’elemento più importante del comparto del commercio elettronico», ha dichiarato spiegando come un’esperienza di vendita e di acquisto soddisfacente debba essere connotata dalla mescolanza tra ambiente online e offline in un contesto di proliferazione dei device. «Oggi sono 2,5 miliardi gli utenti internet nel mondo, dei quali 1,5 miliardi comprano miliardi. E lo fanno con sempre maggior decisione», ha continuato.

A livello globale l’ecommerce è arrivato a quota 2.671 miliardi, con l’APAC che è la zona più sviluppata con oltre 1.000 miliardi di giro d’affari, quasi il doppio dell’Europa. Stando ai dati di Statista, quest’anno la quota del commercio elettronico sul totale retail dovrebbe arrivare al 10%, anche se in Italia il valore rimane più contenuto.

L’evoluzione in Italia

Nel nostro Paese sono ormai 21 milioni i consumatori online. Ma questi non sono tutti uguali. Anzi. In particolare, infatti, si nota come i gruppi familiari abbiano una maggiore propensione all’acquisto e un più elevato potere di spesa producendo un impatto maggiore sule transazioni. «Chi compra da più device ha anche una frequenza di acquisto maggiore», ha puntualizzato Liscia.

Cambiamenti e dati

In chiusura Liscia ha posto l’accento sui cambiamenti in atto e le sfide che coinvolgeranno sempre di più gli operatori del comparto. «In primis le imprese non devono pensare solamente alla vendita, ma all’orientamento del consumatore sia on sia offline - ha affermato Liscia -. Secondo, devono aiutare il cliente a compiere la giusta scelta, supportandolo in un ambiente sempre più complesso. Quindi ci sono i pagamenti, che devono essere semplificati e garantiti in qualsiasi momento». In questo frangente stiamo assistendo allo sbarco di diversi servizi nel nostro Paese, ultimi in ordine di tempo sono Apple Pay e Amazon Pay. «Un altro tema davvero importante, su cui siamo molto impegnati, è rappresentato dalla logistica; infine, occorre adottare un approccio di customer care, inteso come relazione continua con i propri consumatori». Oltre a ciò, negli ultimi anni si è visto come i dati abbiano incrementato l’influenza in diversi campi. E l’ecommerce non ne è immune. «Quelle imprese che hanno avuto un approccio all’avanguardia hanno registrato miglioramenti per quanto riguarda marginalità, fatturato e utile», ha concluso Liscia.

La consegna

L’aumento della rilevanza dei prodotti venduti online pone diverse riflessioni sui modelli logistici a supporto della loro consegna. Dal Net Retail risulta che in oltre 9 casi su 10 in Italia il bene è recapitato dal sistema di consegna presso un indirizzo indicato dall’acquirente (più spesso in casa, talvolta presso un ufficio o un luogo terzo). Solo nell’8,6% dei casi i prodotti fisici acquistati online sono ritirati dal cliente presso un punto vendita o un punto di ritiro indicato dal merchant. Lo sviluppo di modelli di delivery alternativi e di servizi sempre più orientati ai bisogni dei consumatori saranno un elemento centrale per vincere la sfida competitiva.

Pagamenti

Gli acquisti online sono in gran parte pagati al momento dell’ordine e solo nell’8,8% dei casi vengono saldati alla consegna o nel momento di utilizzo del servizio. In Italia il pagamento online contestualmente all’acquisto risulta in crescita alla fine dell’anno, dall’86,2% di inizio 2014 al 91,2% di marzo. Analizzando la distribuzione per numero di acquisti (share of checkout) si rileva una netta prevalenza dei sistemi basati sulle Carte. Il 44% degli ordini online viene saldato al momento dell’acquisto con una Carta di Credito (o prepagata) e il 38,8% con PayPal. Tuttavia, si stima che l’84% delle transazioni gestite da PayPal produca un addebito su una carta di credito dell’acquirente, rientrando nel perimetro dei pagamenti con carte.