L’assemblea del Gruppo di cui sono presidente Marina Berlusconi e a.d. Ernesto Mauri ha approvato il bilancio 2016, mentre resta alta l’attenzione per crescite anche tramite acquisizioni. Bene il primo numero di Giallo Zafferano, con 400.000 copie vendute. Negativi invece i risultati della pubblicità in territorio Francese
L’assemblea degli azionisti di Arnoldo Mondadori Editore riunitasi ieri sotto la presidenza di Marina Berlusconi, ha approvato il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016 e ha esaminato il bilancio consolidato 2016 del Gruppo, che - confermando i dati approvati dal CdA lo scorso 21 marzo - ha evidenziato un risultato netto positivo per 22,5 milioni di euro, in miglioramento di 16,1 e, quindi, triplicato rispetto ai 6,4 del 2015. Nella sua relazione, l’a.d. Ernesto Mauri ha illustrato i principali dati relativi al 2016, mentre l’assemblea ha deliberato di ripianare integralmente la perdita d’esercizio della capogruppo, pari a 15,2 milioni (rispetto ai 32 dell’anno precedente) mediante utilizzo di riserve; ha confermato nella carica di amministratore Paolo Ainio - già nominato per cooptazione il 28 luglio 2016 - fino alla scadenza del mandato del Consiglio stesso (approvazione bilancio 2017); e ha approvato il bilancio di Banzai Media al 31 dicembre 2016, società fusa per incorporazione in Mondadori con effetti contabili e fiscali dal 2017. Mauri ha anche confermato i target 2017 e 2019 (con ricavi, rispettivamente, sostanzialmente stabili e a oltre 1,3 miliardi di euro, ebitda adj. in crescita high-single digit e a 115 milioni, e utile netto in aumento del 30% - con possibilità, quindi, dopo 7 anni, di tornare a erogare utili agli azionisti - e a 35 milioni).
Marina BerlusconiPer quanto riguarda il primo trimestre 2017, i cui dati puntuali saranno approvati il prossimo 11 maggio, sempre l’a.d. ha anticipato che il risultato complessivo è in linea con il citato outlook e, quindi, positivo (a perimetro omogeneo, cioè senza considerare i 7 milioni di euro investiti per le attività di Rizzoli Education), mentre la raccolta – che ha un’incidenza del 6% sul fatturato complessivo del Gruppo - ha avuto una crescita dell’8% in Italia, grazie al digital, che va a compensare il trend negativo dei periodici. Sul fronte di questo ultimi, sempre Mauri ha espresso la propria soddisfazione per la performance del primo numero di Giallo Zafferano, spin off cartaceo dell’omonimo sito, che ha venduto 400.000 copie, la metà delle quali in edicola e l’altra grazie agli abbinamenti con altre testate Mondadori. Strategia che prosegue anche con il n. 2, in edicola a 1,50 euro (rispetto all’1 euro di lancio dell’esordio), venduto anche con Tv Sorrisi e Canzoni, Donna Moderna e Chi. Il numero è già a oltre 500 mila copie. Tra l’altro, il lancio di questo magazine, sfruttando i canali web e social, è stato a costo zero, generando subito utili, grazie anche alle sinergie redazionali.
Il direttore di Chi, Alfonso Signorini, e la sua redazione, continuano intanto a lavorare anche su “Spy”, nome in codice del people magazine di cui è già stato approntato anche il secondo numero zero e per il quale, quindi, si sta accelerando la tempistica di lancio. Mauri, del resto, ha ribadito che un Gruppo di queste dimensioni non può stare mai fermo, né sul fronte periodici né su quello web, anche in Francia, dove pure potrebbe crescere anche nel segmento dei libri, ovviamente se si trovasse qualcosa di interessante da comprare. Per ora, comunque, non ci sono operazioni in vista, ma è per lo più sempre oltralpe che guarda l’a.d., anche se, complessivamente la raccolta delle testate e dei siti del Gruppo è stata invece negativa, sempre tra gennaio e marzo scorsi, per una generale contrazione sia del print sia del digitale. Il lancio più recente è stato quello, un mese fa, del femminile Mellow.
Mediaset e Vivendi
Interpellata a margine dell’assemblea in merito alla vicenda che contrappone Mediaset a Vivendi, inoltre, Marina Berlusconi, che è presidente anche di Fininvest, ha ribadito che tra le parti non c’è nessun contatto. «Il problema è tutto loro e i francesi possono dire quello che vogliono: noi chiediamo solo che vengano rispettati gli impegni che si sono assunti e che ci venga risarcito il danno enorme che ci hanno provocato. Sono i fatti che contano e i fatti sono che esiste un contratto vincolante che loro non hanno rispettato», ha aggiunto, ricordando la richiesta danni di quasi 2 miliardi avanzata da Fininvest, l’esposto presentato alla Procura della Repubblica «che ha dato luogo all’avvio di un’indagine», e il provvedimento dell’Agcom «che ha stabilito che la posizione dei francesi è illegale».