Secondo un’indagine condotta dal Times, la casa d’auto fa parte di una serie di brand che, senza volerlo, con le loro pianificazioni gestite in modalità programmatic, sono state associate a siti legati a terrorismo e pornografia
Secondo un’indagine condotta dal Times, Mercedes fa parte di una serie di grandi brand che senza volerlo a causa delle pianificazioni automatizzate stanno finanziando terrorismo e pornografia. Perciò la casa automobilistica ha deciso di passare al vaglio i propri partner di comunicazione. Ha innanzitutto assicurato che le proprie pianificazioni pubblicitarie aderiscono a una policy rigorosa e utilizzano whitelist e blacklist programmatiche associate a strumenti di filtro. Ma anche con liste nere ben gestite un sito problematico può superare i filtri, perciò i buyer devono effettuare verifiche sito per sito per le categorie sensibili. Di conseguenza, il marchio automobilistico tedesco ha chiesto alle agenzie media in tutti i suoi mercati di rivedere, e “se necessario aggiornare”, queste directory per ridurre il rischio che suoi annunci siano “fuori luogo”.
Il brand ha ammesso che in molti mercati sta già lavorando esclusivamente con elenchi approvati (cioè whitelist), ma ha fatto capire che la situazione potrebbe cambiare: “Liste non approvate ma comunque gestite manualmente secondo criteri aggiornati e rigorosi, potranno essere un’alternativa da prendere in considerazione”, ha dichiarato Mercedes. “Mercedes ha severe linee guida per l’acquisto media, cui aderiscono i nostri mercati e le nostre agenzie media - ha detto un portavoce della casa automobilistica -, queste vietano l’uso di piattaforme e canali che non sono compatibili con i nostri principi, come quelli con contenuti estremisti, discriminatori, sessisti o criminali. Abbiamo chiesto ai nostri colleghi e alle nostre agenzie media di contattare tutte i network pubblicitari rilevanti per fare in modo che la pubblicità viene visualizzato solo in conformità con le nostre rigorose linee guida” ha aggiunto la società.
Altri brand oltre Mercedes
Nel suo report il Times ha scoperto che annunci di John Lewis, Dropbox e Disney sono apparsi in sunnah-online.com, un sito che ospita letture dell’estremista Abu Ameenah Bilal Philips e del terrorista Esa al-Hindi. La pubblicità di Llyods Bank, invece, è stata trovata su eramuslim.com, sito vietato il mese scorso dal governo indonesiano per istigazione all’odio.
Argo e Waitrose sono altri due marchi menzionati nella relazione. Il primo ha dichiarato a un giornale di settore: “In Argos abbiamo rigorosi processi per evitare che i nostri annunci appaiano al fianco di un contenuto inappropriato online, tra cui i video di YouTube. Siamo in grado di rassicurare i clienti che monitoriamo la nostra pubblicità e riesaminiamo periodicamente i nostri processi affinché siano il più sicuri possibile. Se i nostri annunci vengono visualizzati inavvertitamente insieme a contenuti non appropriati, prendiamo provvedimenti immediati”.