Autore: Redazione
29/09/2017

La Commissione UE lancia “duty of care” contro la pubblicazione di contenuti illegali da parte dei big del web

Le piattaforme online sono tenute a identificare, rimuovere e bloccare il materiale illecito secondo linee guida che Bruxelles potrebbe far diventare leggi

La Commissione UE lancia “duty of care” contro la pubblicazione di contenuti illegali da parte dei big del web

Nuovo giro di vite da parte della Commissione UE alla pubblicazione di contenuti illegali. L’Ue non vuole che sia lasciato nulla di intentato nella lotta alla moltiplicazione di materiale illecito in rete. È di ieri la notizia dell’istituzione di un “duty of care” da parte dei big del web, come Facebook, Twitter, Youtube, Ebay e le altre piattaforme online, per identificare (“detection”), rimuovere (“take down”) e bloccare (“stay down”) il materiale illecito che va da terrorismo e incitazione all’odio alla pedopornografia sino alla vendita di merci contraffatte e violazione del copyright. Le linee guida proposte dalla Commissione non hanno valore legalmente vincolante, ma la loro applicazione verrà monitorare, e tra qualche mese potrebbero diventare oggetto di una proposta di legge.

Dovere morale

Le piattaforme online anche se non hanno la responsabilità legale dei contenuti che ospitano, hanno però un dovere morale nei confronti dei propri utenti: finora Bruxelles ha lasciato loro la possibilità di autoregolamentarsi ma, sebbene vengano rimossi molti più contenuti illegali di prima, e possibile fare di più, senza ledere la libertà di espressione.

Le linee guida

Le piattaforme online, quindi, dovranno essere molto più proattive e rapide di oggi, usando per esempio la tecnologia per il rilevamento automatico o segnalatori di fiducia. Dovranno anche collaborare in modo più stretto con le forze dell’ordine, e mettere in piedi un sistema semplice e accessibile per notificare i contenuti che violano la legge. Una volta identificati, è “essenziale” una loro rapida rimozione, più o meno immediata a seconda della gravità del contenuto, massima quando c’è un “serio rischio di danno come l’incitamento al terrorismo”, minore quando si tratta per esempio di annunci per la vendita di accessori contraffatti su Ebay.

Chiarezza

Le piattaforme dovranno spiegare in modo chiaro la loro politica sui contenuti agli utenti, informare i provider quando e perché questi siano stati rimossi, dare loro la possibilità di ricorso (con contro-notifiche online), oltre a riferire alle autorità gli eventuali crimini identificati. Dovranno infine assicurare che i contenuti rimossi non vengano ricaricati online, usando filtri e sistemi di rilevamento automatici e sviluppando nuove tecnologie condivise di questo tipo.