Autore: Redazione
12/07/2017

AgCom: mercato adv online a 1,9 miliardi nel 2016. Ma Google e Facebook si prendono oltre la metà

E dopo dieci anni di ininterrotta contrazione, osserva l’Authority, nel 2016 le telecomunicazioni tornano a crescere, con ricavi in aumento dell’1,5%

AgCom: mercato adv online a 1,9 miliardi nel 2016. Ma Google e Facebook si prendono oltre la metà

Il primo dato, purtroppo, non promette bene: l’Italia resta al penultimo posto nell’Unione Europea per quanto riguarda l’utilizzo di internet. E ciò avviene nonostante la percentuale della popolazione che usa il web sia cresciuta di tre punti percentuali nel 2016, arrivando al 60%. La sottolineatura arriva dal presidente di Agcom, Angelo Cardani, nella relazione annuale dell’Autorità. La piattaforma è utilizzata meno della media Ue per acquisti, servizi bancari e video on demand, mentre per in social network l’uso appare conforme alla media continentale. Invece, l’unico indice sopra la media riguarda il consumo di contenuti digitali, vale a dire musica, video e giochi online.

Fake news nel mirino

Finiscono sotto la lente dell’Agcom anche le fake news. “Un fenomeno di estrema gravità è la diffusione voluminosa, istantanea e incontrollata di notizie deliberatamente falsificate o manipolate”, spiega l’Autorità. Cardani, nella Relazione al Parlamento, si schiera a favore di “un intervento normativo” e contro l’autoregolamentazione dei colossi web, che promettono “di sviluppare algoritmi per rimuovere le informazioni false e virali”, ma sono anche “i principali utilizzatori gratuiti.

Nella relazione, Agcom rileva, poi, che Google e Facebook, insieme, “detengono ben oltre il 50% dei ricavi netti da pubblicità online”, che complessivamente, per il 2016, si attestano su un valore stimato pari a 1,9 miliardi di euro. La ripartizione degli investimenti in pubblicità online per device a livello mondiale negli ultimi cinque anni - segnala l’Autorità - indica una crescita della spesa riferibile agli apparecchi mobili, rispetto alla pubblicità veicolata attraverso desktop, che è passata dal 25% nel 2014 al 42% nel dato previsionale per il 2016.

AgCom, tlc in lieve ripresa dopo dieci anni

L’Agcom si concentra, poi, sulle tlc. Dopo dieci anni di ininterrotta contrazione, osserva l’Authority, nel 2016 le telecomunicazioni tornano a crescere, con ricavi in aumento dell’1,5%. La spesa di famiglie e imprese in servizi tlc mostra un incremento vicino all’1% rispetto a una riduzione dell’1,8% nel 2015. E viene sottolineato che di fronte alla contrazione dei ricavi dai tradizionali servizi voce (-7,6%), continuano a crescere le risorse derivanti dai servizi dati (+5,6%). Nel 2016 si registra, così, per la prima volta il “sorpasso” dei ricavi da servizi dati su quelli da servizi voce. Infine, secondo la Relazione, la copertura nazionale con reti a banda ultralarga fa un deciso balzo in avanti nel 2016 - dal 41% delle unità abitative nel 2015 al 72% lo scorso anno -, consentendo all’Italia un sostanziale avvicinamento agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea.

Cardani evidenzia, però, che, analizzando i dati di diffusione dei servizi (ovvero l’utilizzo), il nostro divario con l’Europa - sebbene si restringa rispetto al 2015 - resta ancora decisamente elevato. La percentuale di popolazione abbonata a reti a banda ultralarga passa dal 5% nel 2015 al 12% nel 2016; “tuttavia - osserva - restiamo al 25° posto della classifica europea e ben al di sotto del valore medio di utilizzazione” che nella media Ue è del 37%. Allo sviluppo delle reti, prosegue il Presidente, “non sempre corrisponde una maggiore penetrazione (come nel caso del Sud e della Sicilia), a dimostrazione di altre difficoltà nella diffusione dei servizi, tra cui (ma non solo) la capacità di spesa. La situazione di realizzazione si presenta più grave nelle aree rurali”.

Le tendenze in atto
Nel trend di generale contrazione delle risorse del settore media, sottolinea ancora AgCom, la tv “mostra nel 2016 i più evidenti segni di ripresa”, tornando ad attestarsi “sopra gli 8 miliardi di euro”. Nel dettaglio, dalla Relazione annuale emerge che il gruppo 21st Century Fox/Sky Italia, che propone offerte a pagamento fruibili attraverso la piattaforma satellitare e online, si conferma di gran lunga il primo operatore (77%), mentre il gruppo Fininvest/Mediaset, che offre contenuti a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre e sul web, occupa la seconda posizione (21%). Nel mercato dei media, “la stampa è il settore che evidenzia i segnali di maggiore sofferenza” e “i quotidiani continuano a mostrare il declino strutturale”, ha sottolineato Cardani. I ricavi complessivi nel 2016 calano del 6,6%, con una riduzione maggiore dei ricavi pubblicitari (-7,7%) rispetto a quelli derivanti dalla vendita di copie, incluse le proposte collaterali (-6%).
Net Neutrality
Sempre Cardani, nel capitolo dedicato alla Net neutrality e alla promozione della diffusione di terminali per un’internet aperta e sicura, ha fatto un breve cenno al Ddl Quintarelli, che riguarda anche i software “chiusi”. “Al riguardo - sostiene l’organismo -, nel corso delle proprie audizioni in Parlamento, l’Autorità ha segnalato la necessità di porre alcuni correttivi alla legge italiana in corso di approvazione, al fine di evitare possibili incongruenze tra le norme nazionali e il regolamento europeo che mira all’armonizzazione”. Il testo in questione è stato approvato dalla Camera e ora attende la calendarizzazione al Senato.