Autore: Redazione
25/10/2017

IPG / McCann W. Italia: fatturato a +14%, bene Initiative e UM, in gara per Puig

Il ceo Giuseppe Caiazza commenta positivamente il turnaround in corso per il Gruppo, cui fanno capo anche le due centrali. Il global president Luca Lindner esclude merging con i big della consulenza

IPG / McCann W. Italia: fatturato a +14%, bene Initiative e UM, in gara per Puig

In occasione dell’incontro di presentazione di “Truth about Age - TAA”, lo studio condotto da McCann Truth Central, global intelligence unit di McCann Worldgroup, sul tema dell’ageing, che si è tenuto ieri a Milano, Giuseppe Caiazza ha fatto con DailyMedia il punto sulla situazione di IPG  Mediabrands / McCann Worldgroup Italia, di cui è ceo, definendola “buona” per tre principali motivi. «Il primo è la crescita che stiamo registrando del 14% nel fatturato quest’anno, con un contributo leggermente migliore da parte del media rispetto all’area comunicazione, ma sostanzialmente allineati; il secondo è la qualità riconosciuta del nostro lavoro creativo, visti i premi che abbiamo vinto a Cannes, ai Clio e agli ADCI Awards, oltre al fatto che McCann Worldgroup è stata appena nominata “Agency of the year” al Golden Drum;  il terzo, cui tengo particolarmente, è che la modalità dell’approccio e dei servizi integrati che proponiamo sta “pagando” in termini di risultati, anche nelle gare, come dimostra quella, doppia, che abbiamo appena vinto con McCann Worldgroup e Initiative, per  Alfasigma. La duttilità con cui operiamo ci permette ovviamente di adattare questo modello alle diverse situazioni che affrontiamo».

Initiative cresce a doppia cifra

E proprio Andrea Sinisi, che è g.m. di Initiative, ha confermato il trend positivo della centrale, con crescita a doppia cifra sul fronte sia dei ricavi sia dell’amministrato, dove continua quindi l’andamento di forte incremento già registrato nel 2016, con un +19% certificato da Recma e con il superamento, quindi, dei 200 milioni di euro gestiti. Questo, grazie anche a nuovi clienti come Oriocenter, PAM, Terranova, Western Union e Value Retail. «L’ultima acquisizione in termini di tempo, quella appunto di Alfasigma - ha detto - corrobora la nostra convinzione che le sinergie con le nostre sigle creative non genera solo buoni risultati per noi ma, soprattutto, per i clienti, per le opportunità di crescita dei loro business che attiviamo. Naturalmente abbiamo un forte focus su dati, programmatic, social e analytics ma, insieme, sulle misurazioni delle performance, con soluzioni sempre innovative per le quali stiamo reperendo profili nuovi, per esempio di business intelligence e geomarketing, da inserire nel nostro team. Si rafforza quindi il nostro profilo consulenziale nei confronti dei clienti».

Il new business di UM

Confortanti anche le notizie che vengono da UM, il cui g.m. Carlo Messori anticipa che l’anno si chiuderà con billing in leggera crescita e importanti clienti acquisiti il cui spending permette di superare  i cali di amministrato generati dalle riduzioni di investimenti da parte di alcuni spender. Il monitor Recma attribuisce alla sigla un gestito di circa 190 milioni di euro nel 2016. Tra i nuovi clienti acquisiti, ci sono Accenture GoPro, Spotify, Fitbit ed Eurosport per il lancio di Player, con la creazione di un team dedicato alle relative acquisition. Per vie internazionali è poi arrivata Carlsberg. Nel frattempo, la gara globale Bridgestone vede UM in difesa dell’incarico, mentre quella EMEA di Puig la vedrebbe impegnata, secondo quanto risulta al nostro giornale, nel tentativo di acquisire l’incarico per il planning di questo produttore spagnolo di profumi.

I commenti di Luca Lindner

Da sottolineare infine che, appositamente intervenuto all’evento milanese, sempre ieri, Luca Lindner, global president di McCann Worldgroup, ha commentato il crescente, presunto, interesse, da parte dei big della consulenza nei confronti dei grandi Gruppi della comunicazione. «Dal mio personale e dal nostro punto di vista - ha detto - sono ipotesi da ridimensionare, non credo che succederanno mai operazioni di questo tipo, se non che di dimensioni minori a livelli locali. Noi abbiamo il know-how creativo e il merging con la consulenza dà risultato zero, siamo due mondi lontani se non opposti, e sicuramente diversi, purtroppo per noi, dal punto di vista dei margini. Abbiamo delle aree di sovrapposizione e concorrenzialità ma limitate ad aspetti tecnologici sul digital. Semmai, siamo piuttosto noi, sicuramente almeno per quanto riguarda McCann Worldgroup, a rafforzarci sul fronte strategico, per avere e offrire ai clienti più knowledge, indispensabile - soprattutto per le aziende globali, ma anche quelle in crescita - per armonizzare l’affermazione complessiva delle loro marche e la loro declinazione locale, che passa attraverso un numero sempre più crescente e complesso di touch point di ingaggio dei consumatori». Quanto all’andamento globale della sigla (IPG, di cui fa parte, ha rilasciato sempre ieri i dati dei suoi primi 9 mesi, di cui riferiamo nelle pagine degli esteri del nostro giornale di oggi, ndr), Lindner ha aggiunto che «il business è buono, ma ci sono preoccupazioni per il 2018, per i tagli ai budget che stanno facendo molti big spender, anche in Europa. L’Italia è il decimo mercato mondiale e quindi è uno di quelli in cui stiamo lavorando per diventarne un leader, non solo in termini di taglia ma, soprattutto, per reputazione strategica e creativa. Il turnaround avviato da Caiazza sta funzionando, l’arco temporale per completarlo è triennale, quindi siamo sulla buona strada».