Autore: Redazione
15/11/2017

Google, nelle prossime settimane in arrivo una multa per AdSense dalla Ue

Secondo il Telegraph, la commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager sta preparando una nuova sanzione al gigante californiano, mentre riguardo al caso Android è probabile che si arrivi a una decisione l’anno prossimo

Google, nelle prossime settimane in arrivo una multa per AdSense dalla Ue

La maxi multa da 2,4 miliardi di dollari comminata la scorsa estate ad Alphabet dall’Unione europea per l’abuso di posizione dominante del servizio Google Shopping potrebbe presto essere affiancata da un’altra sanzione al gigante americano. Secondo quanto riporta The Telegraph, già nelle prossime settimane la commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, potrebbe prendere una decisione in merito a uno degli altri due statement of objections inviati al colosso, e più precisamente quello relativo ad AdSense, il network pubblicitario di Google, reo di aver legato i siti web ad accordi di esclusività che avrebbero un impatto negativo sulla concorrenza. Per quanto riguarda l’investigazione su Android, fonti vicine a Bruxelles riprese dal Telegraph sostengono che sia in una fase di stallo e che novità in questo senso potrebbero emergere l’anno prossimo.

La causa relativa ad AdSense

A finire sotto la lente dei regolatori è AdSense for Search, un prodotto gratuito che consente di piazzare un motore di ricerca customizzato nel proprio sito per offrire la possibilità agli utenti di utilizzare un motore interno, e agli editori la possibilità di generare ricavi dai risultati. La tesi dell’Ue è che Google impedisca ai siti di appoggiarsi ad altri network pubblicitari o motori di ricerca, andando in questo modo a ledere la concorrenza nel settore. Tale procedimento è molto serio perché va a colpire il cuore di Google, vale a dire il business advertising che è pari a circa il 90% dell’intero fatturato aziendale. Non è ancora dato sapere l’entità della multa, il Telegraph suggerisce nell’ordine di centinaia di milioni, se non addirittura miliardi. Dalla sua Google non ha voluto commentare, ma ha già risposto allo statement of objections dell’Ue l’anno scorso, decidendo anche di mettere mano alle proprie policy in materia.