Autore: Redazione
06/03/2017

Prosegue la rubrica con Friendz: focus sulle Stories, la moda trasversale a tutte le principali app

La società ha condotto un sondaggio sull'utilizzo di questa feature da parte del suo pubblico. E i risultati sono stati molto interessanti

Prosegue la rubrica con Friendz: focus sulle Stories, la moda trasversale a tutte le principali app

Stories, Stories ovunque! Ormai non si parla d’altro, Mark Zuckerberg ha deciso che le storie saranno il futuro. O perlomeno, il presente. Dopo le Instagram Stories, che sembravano tanto una rivincita nei confronti di Snapchat (che aveva avuto il coraggio di rifiutare i tre miliardi offerti per rilevarla), sono sbarcate le storie su Facebook, seguite a ruota dagli “stati” Whatsapp.

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La community di Friendz, che per definizione ama i social network e tutto ciò che vi ruota attorno, cosa pensa di tutti questi cambiamenti? Lo abbiamo chiesto agli utenti della nostra app e in 24 ore abbiamo ricevuto più di 10 mila risposte (10.387 per la precisione). I risultati sono molto interessanti. Procediamo con ordine.

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Innanzitutto, il 94% delle persone che ha partecipato al questionario possiede un account Instagram. Questo fa capire, in un target 18-40, quanto sia normale pubblicare uno stato su Facebook, premere il tasto home, aprire Instagram, scegliere un filtro e pubblicare l’ultima foto artistica salvata nella galleria. Ed è proprio su quest’ultimo social network che le Stories vengono maggiormente apprezzate.

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Solamente il 16% degli utenti intervistati afferma di non guardarle mai. Il 32% le guarda qualche volta a settimana, il 26% una volta al giorno e il 18% almeno una volta ogni tre ore. Circa mille persone (9%) hanno anche dichiarato di avere una vera e propria dipendenza, spiando i loro amici in ogni momento possibile. Il discorso cambia se si parla di pubblicare Stories: il 47% afferma di non pubblicarne mai, il 30% qualche volta nell’arco della settimana, ma quasi nessuno sembrerebbe farne un uso giornaliero.

Abbiamo anche chiesto ai nostri utenti, mediamente, quante persone guardano le loro Stories ed è emerso che sono circa 90 gli spettatori per ogni video.

Per quanto riguarda Facebook, la situazione sembrerebbe abbastanza diversa. Probabilmente la differenza è dovuta al fatto che su questo social si tratti ancora di una novità, ma il 35% dichiara di non guardare mai le Stories su questo social (su Instagram era solo il 16%). Nel complesso, comunque, il 31% dichiara di guardarle qualche volta durante la settimana, il 20% una volta al giorno e il 9% una volta ogni tre ore. Ad avere una vera e propria mania per le storie sono la metà degli intervistati rispetto ad Instagram: solo il 5% dichiara di non poterne fare a meno in ogni momento libero.

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Per quanto riguarda la pubblicazione, non sembra essere ancora stata digerita del tutto: il 65% non ne pubblica mai, il 15% qualche volta a settimana e solo il 5% una volta al giorno.  Ma come dimenticare Snapchat, il precursore di questo mondo? Beh, quasi tutti ci stanno riuscendo benissimo. Il 39% non ha più l’app installata sullo smartphone, il 24% ha smesso completamente di guardare le sue storie e solo il 9% ha mantenuto l’abitudine di guardarle una volta al giorno. Certo, fa strano leggere questi dati dopo l’annuncio della quotazione in borsa dell’azienda di Spiegel (30 miliardi di dollari), che abbiano in cantiere qualcosa in grado di cambiare il trend?

E per quanto riguarda WhatsApp? Abbiamo chiesto ai nostri utenti di prevedere il loro futuro comportamento sull’utilizzo delle Stories sui tre social network di Zuckerberg. Come prevedibile, il 50% dei partecipanti alla survey rimane affezionato ad Instagram. Ciò che sorprende è il sorpasso dell’app dall’icona verde: il 40% utilizzerà principalmente WhatsApp, mentre il 29% Facebook. La motivazione principale? Il 47% dichiara di avere un pubblico migliore sul social network scelto, il 30% ammette di fare questa scelta esclusivamente per il maggiore numero di contatti sulla piattaforma.

Stranamente, solo il 6% dichiara di scegliere un social, piuttosto che un altro, in base alla qualità dei contenuti degli amici. Nonostante, in effetti, i contenuti e le qualità delle stories cambino molto a seconda di dove vengono pubblicate. La produzione di foto più curate ed artistiche, tipiche di Instagram, si riflette molto spesso anche sulle storie. Sarà curioso vedere come si posizioneranno gli “stati” di WhatsApp, che inseriscono per la prima volta l’ambito “svago & tempo libero” all’interno di un’app di messaggistica, il cui scopo fino ad ora era esclusivamente pratico.

Non vi piacciono le Stories? Probabilmente non siete arrivati a leggere fino a qui. Ma se lo avete fatto, non vi resta che ritirarvi sul cocuzzolo di una montagna, lontani il più possibile da un Wi-Fi. Qualcuno sembra aver deciso che il nuovo modo di interagire e comunicare con i propri amici sia questo, rispondendo in tempo reale a video e foto che raccontano ciò che si sta facendo. Noi di Friendz, nel 2016, abbiamo fatto pubblicare 2 milioni e mezzo di foto. Che avessimo già intuito qualcosa?