Autore: Redazione
14/06/2017

Il 27 giugno la presentazione del Libro Bianco sul digitale, preparato da 8 associazioni in 7 capitoli

L’attesa iniziativa di UPA, AssoCom, Unicom, Fieg, Fedoweb, IAB, FCP e Netcomm verrà illustrata dai loro rispettivi presidenti, che tratteranno temi come la viewability, l’ad fraud, la trasparenza della filiera e degli investimenti, la brand safety e l’user experience

Il 27 giugno la presentazione del Libro Bianco sul digitale, preparato da 8 associazioni in 7 capitoli

L’attesissimo Libro Bianco sul digitale annunciato dal presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi in occasione dell’incontro 2016 di UPA è ora pronto, e sarà presentato - come DailyMedia è in grado di anticipare - durante un evento che si terrà il 27 giugno a Milano, in una location che dovrebbe essere l’Officina22, allo stesso numero civico di Foro Bonaparte. Con Sassoli, parteciperanno e interverranno i presidenti delle altre 7 associazioni che hanno contribuito alla stesura del documento e, quindi: Emanuele Nenna per AssoCom, Alessandro Ubertis per Unicom (di cui fa parte l’agenzia torinese Tembo, che si è occupata della grafica e dell’impaginazione del volume), Maurizio Costa per Fieg, Carlo Noseda per IAB, Giancarlo Vergori per Fedoweb, Roberto Liscia per Netcomm e Massimo Martellini per FCP (di cui fa parte anche FCP-Assointernet, di cui è presidente a sua volta Giorgio Galantis).

I temi del Libro Bianco

Sono 7 invece i “capitoli” del documento, dedicati - sempre in base a quanto ci risulta  - ad altrettanti temi “caldi” del digitale: la viewability (sulla quale, a fine novembre, sempre UPA aveva pubblicato un paper interassociativo che integrava quello di febbraio 2016, aggiungendo i risultati di un test condotto per la rilevazione delle discrepanze nella misurazione dei diversi vendor e che ha costituito l’ossatura del pamphlet che verrà presentato il 27); la trasparenza della filiera; l’ad fraud; la brand safety; la brand policy; l’user experience; e la trasparenza negli investimenti pubblicitari. Tra i temi condivisi come urgenti da affrontare in materia di viewability, c’è quello dell’introduzione anche in Italia di un audit tecnologico delle metodologie di misurazione sul modello statunitense (MRC) e inglese (ABC), che permetta il rilascio di una certificazione terza e indipendente, in grado di evolvere costantemente per permettere alla viewability stessa di tracciare correttamente il mondo mobile e video in forte crescita di audience e investimenti pubblicitari, diminuendo le discrepanze fra i diversi misuratori.

Importante sarà mantenere la possibilità di adattamenti locali nell’ambito di un framework internazionale. Altri obiettivi condivisi sono quello, in parallelo al lavoro sulla riduzione delle discrepanze, di definire criteri quantitativi per l’identificazione delle impression visibili più aderenti alle esigenze dei brand e di editori/concessionarie rispetto allo standard statunitense attuale; quello di proseguire il lavoro già in corso da parte di editori e concessionarie del perimetro FCP per migliorare gradualmente il livello della viewability stessa; e, infine, quello di definire eventuali best practice/benchmark di performance di viewability e modelli commerciali.