Autore: Redazione
19/01/2017

L’ad fraud, alla ricerca di traffico umano, aggira i bot

Secondo uno studio di Malwarebytes anche le società fuori legge tentano di scovare traffico reale cui mostrare i propri messaggi promozionali

L’ad fraud, alla ricerca di traffico umano, aggira i bot

È uno scenario davvero sorprendente quello dipinto da un report di Malwarebytes sul tema delle frodi online e ripreso da AdAge. Lo studio, infatti, parla di un vero e proprio business, in cui delle società fuori legge tentano di eliminare il traffico non umano e di mostrare i propri annunci solo a persone reali. Gli stessi pirati del web quindi temono i bot. Secondo Malwarebytes, gli utenti sono ingannati da degli annunci camuffati all’interno del tasto play di alcuni video per adulti. Ma i contenuti sembrano pubblicitari, sono credibili e appaiono come traffico pulito. “I truffatori dietro questa operazione stanno facendo soldi per ogni visita e click - spiega il rapporto -. Dato che il traffico in entrata è più a buon mercato rispetto ai costosi annunci di Google, il modello di business è redditizio”. Ad fraud, come aggirare i bot Tracciando il movimento del mouse e i click, i truffatori possono determinare se una persona o un bot hanno cliccato su un annuncio. Se viene rilevato un bot, la pagina reindirizza automaticamente alla home page di Google per evitare qualsiasi click “contaminato” su un annuncio. I bot per esempio spesso fanno movimenti rigidi o clic sugli annunci senza muovere il mouse. Meccanismi di sicurezza vengono messi in atto per prevenire tali truffe. Secondo il report Methbot di White Ops, ogni giorno dallo scorso ottobre sono stati persi dai 3 milioni ai 5 milioni dollari: la più grande truffa pubblicitaria nella storia. L’ad fraud, sempre secondo White Ops, sottrarrà agli investitori 7,2 miliardi di dollari nel 2017, quasi 1 miliardo in più rispetto all’anno precedente. Foto bot