Autore: Redazione
22/05/2017

Come la realtà virtuale può diventare un alleato importante della brand experience?

L’intervista di DailyNet a Marco Zambaldo di Centoeventi che ha illustrato l’importanza dell’innovazione tecnologica nell’ideazione degli eventi

Come la realtà virtuale può diventare un alleato importante della brand experience?

Esperienze emozionali, fenomeno di ubiquità e attività ad alto tasso di engagement, queste alcune delle strategie creative richieste dal mercato degli eventi. Per conoscere l’opinione degli addetti ai lavori e le tendenze del settore abbiamo incontrato Marco Zambaldo, Creative Strategist di Centoeventi che ha illustrato a DailyNet l’importanza dell’innovazione tecnologica nell’ideazione degli eventi sempre più caratterizzati da un forte impatto emozionale grazie anche alla realtà aumentata.

Si parla molto di VR, secondo lei quali sono i punti di forza che offre questa tecnologia e perché è sempre più importante integrarla all’interno degli eventi?

Si parla molto anche di “human brands”, cioè di una componente umana sempre più presente nel mondo del marketing. Oggi indagare il concetto di Relazione (con la R maisucola) è la sfida centrale sia per l’uomo in generale ma soprattutto per chi lavora in comunicazione. La creazione di realtà virtuali nel mondo degli eventi è funzionale a livello logistico perché in uno spazio ristretto si può far vivere al consumatore una esperienza senza confini ma può essere anche il contesto dove lavorare sulla relazione, sulle emozioni e sul concetto di prossimità e di empatia verso lo storytelling del brand che si fa persona tramite una totale vicinanza e immersione.

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Come la VR può stimolare l’utente aumentando la brand awareness?

A mio avviso siamo in una nuova fase per questo tipo di tecnologia. Come ogni nuova tecnologia che irrompe nel settore degli eventi la fase 1 è rappresentata unicamente dalla spettacolarità data dalla novità stessa. Oggi stiamo andando oltre il semplice “effetto wow” e ci stiamo addentrando nella sperimentazione di un tipo di linguaggio nuovo come la ripresa 360 o come l’inserimento di nuovi tools per rendere l’esperienza più immersiva e interattiva. La brand awareness cresce ora tramite la capacità di raccontare una storia inserendo un punto di vista attorno al quale creare relazione ed empatia.

Progetti sociali sviluppati da artisti come Gabo Arora o registi come Chris Milk per far provare esperienze di vicinanza a situazioni di vita difficile nel mondo e a persone disagiate, sono un esempio dell’inizio di una reale opportunità per questo nuovo tipo di arte.

Il punto centrale sta sempre nella volontà di porre il consumatore in un contesto di riflessione e non di sola passività alla realtà ricreata.

Eventi e barriere spazio-temporali, come si è arrivati alla realtà virtuale?

La tecnologia nell’ultimo secolo ha lavorato per abbattere sempre più la variabile spaziale. Io oggi posso essere “ovunque” nello stesso istante. Siamo in grado di creare dei veri e propri “holes in space” grazie ai quali creare eventi che si svolgono in un preciso punto nel mondo ma ai quali può partecipare il mondo intero.

Il “live streaming” oggi è un elemento fondamentale per un evento ma, se fino a poco fa era un servizio gestito dagli organizzatori che offrivano il proprio punto di vista, oggi sta evolvendo in quello che viene chiamato “crowd streaming”, cioè la molteplice creazione di punti di vista live creati da ogni partecipante all’evento tramite le proprie dirette sui social.

Le camere 360 oggi sono sempre più accessibili e immediate. Da semplici “holes” ai quali affacciarsi passeremo in fretta a veri e propri posti in platea dai quali vivere da remoto, magari sul proprio divano di casa indossando il proprio visore, un evento dalla parte opposta del pianeta grazie ad un live streaming 360; dall’essere unicamente spettatori si potrà sempre più anche interagire ed essere protagonisti dell’evento stesso.

Questa possibilità di essere “nel frattempo” in più luoghi e in più situazioni, inserisce il consumatore in un “continuo presente”, anche virtuale, che richiede capacità di risposta ad una molteplicità di stimoli. Le aziende oggi devono chiedersi se vogliono aggiungersi alla confusione urlando sempre più forte per farsi sentire o utilizzare queste nuove tecnologie per fare in modo che il consumatore trovi la sua identità e maggior consapevolezza.

Oggi, mio parere, più che buzz serve comunicare silenzio.

Quanto conta l’introduzione di toolper un evento impattante ad alto tasso di engangement?

La realtà virtuale ha creato un vero e proprio mercato che sperimenta sempre più per rendere l’esperienza maggiormente reale. Guanti, scarpe, pedane e strutture stanno ampliando le possibilità di interazione con le realtà virtuali.

Si sta lavorando molto anche sulle percezioni tattili e ad una esperienza audio sempre più immersiva fino ad arrivare a grandi esperienze come l’ultima attrazione di Gardaland che utilizza le sue storiche montagne russe come “tool” per una nuova esperienza virtuale.