Autore: Redazione
01/12/2017

Dopo la fuga degli inserzionisti, YouTube rimuove le ads da 50.000 canali

La piattaforma ha rimosso gli annunci da quasi 2 milioni di video che si mascheravano dietro la facciata di contenuti visibili anche dalle famiglie

Dopo la fuga degli inserzionisti, YouTube rimuove le ads da 50.000 canali

Per la seconda volta in meno di un anno, i grandi inserzionisti sono fuggiti da YouTube dopo aver scoperto che i loro annunci erano abbinati a contenuti offensivi - questa volta rivolti ai bambini. E, il numero di video inquietanti rivolti al pubblico infantile è molto più grande di quanto non si sapesse prima. Pulizia profonda Nel corso della scorsa settimana, YouTube ha dichiarato che “ha chiuso più di 270 account e ha rimosso oltre 150.000 video dalla piattaforma nell’ultima settimana, bloccando anche la sezione commenti su oltre 625.000 video mirati da potenziali commenti pedofili”. Inoltre, sempre nel corso della scorsa settimana la piattaforma ha rimosso gli annunci da quasi 2 milioni di video e oltre 50.000 canali che si mascheravano dietro la facciata di contenuti per famiglie. L’ha dichiarato la società di proprietà di Google in una dichiarazione a VICE News.”I contenuti che mettono in pericolo i bambini sono odiosi e inaccettabili per noi” ha aggiunto un portavoce. Strumenti inadatti Adidas, Mars, Amazon, e una miriade di altre grandi marche hanno tutti messo in pausa la pubblicità su YouTube sulla scia dello scandalo che ha visto affiancare i loro annunci a video e commenti sessualmente espliciti riguardanti i bambini. Gli strumenti usati per esaminare tali commenti, alcuni moderatori hanno dichiarato alla BBC, non hanno funzionato correttamente per oltre un anno, permettendo a quasi 100.000 account “predatori” di rimanere indisturbati su YouTube. I bambini al centro La bufera per YouTube s’infittisce per via di una serie di storie relative a bambini e contenuti offensivi sulla piattaforma; di recente, infatti, alcuni canali di YouTube Kids altamente trafficati sono risultati ingannevoli per i bambini proponendo loro video inquietanti mascherati attraverso i personaggi a loro più noti, inoltre, i risultati della search di YouTube si sono popolati di query che tradivano la ricerca di contenuti pedopornografici. Politiche rinnovate Nel mese di agosto, YouTube ha svelato una politica rinnovata per reprimere o, in alcuni casi, censurare i contenuti che incitano all’odio e alla violenza come quelli riguardanti il terrorismo islamico. Il 22 novembre, dopo le prime notizie trapelate sui contenuti offensivi rivolti ai bambini, la piattaforma ha annunciato una nuova serie di politiche per affrontare i “contenuti su YouTube che tentano di passare come family-friendly, ma chiaramente non lo sono”. Il problema a monte La ragione per cui molti di questi contenuti passano in primo luogo attraverso i filtri di YouTube, è dovuta a un problema che si estende oltre la stessa YouTube e riguarda altre importanti piattaforme digitali come Amazon e Facebook. Il potere detenuto da queste aziende è che permettono ai loro miliardi di utenti di vendere prodotti (Amazon Marketplace) o postare trasmissioni dal vivo (Facebook Live), che possono includere qualsiasi cosa, come alcuni casi di suicidi e omicidi in live-streaming. E mentre le piattaforme tecnologiche insistono sul fatto che prendono assolutamente sul serio questi problemi, le loro soluzioni tecnologiche e le loro modalità di checking non avrebbero ancora mantenuto le promesse.