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Google: l’affare YouTube ha impatti economici minimi, pari all’1,7% dei ricavi

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Altri advertiser hanno congelato gli investimenti sulla piattaforma video e su Google Display Network. Il problema, “non del tutto risolvibile” secondo Eric Schmidt, rischia di avvantaggiare concorrenti e tv

Le discussioni intorno a Google, YouTube e alla brand safety sono proseguite anche nel fine settimana. Il colosso californiano ha perso altri prestigiosi inserzionisti in terra americana: General Motors, Pepsi, Starbucks e Walmart, infatti, sono solo gli ultimi advertiser che hanno deciso di congelare gli investimenti su Google Display Network e YouTube. E, secondo un’inchiesta di AdWeek, anche gli spot di autopromozione del servizio YouTube Red, sarebbero stati associati a un filmato con titolazione a sfondo razzista. Non farà invece annunci pubblici Unilever, il cui chief marketing officer Keith Weed ha affermato di voler mantenere rapporti privati con i propri interlocutori.

Insomma, il polverone innescatosi attorno alla vicenda sembra destinato a rimanere tale: anche perché gli stessi vertici di Google hanno sottolineato quanto sia difficile - forse impossibile - controllare le associazioni tra contenuti e pubblicità all’interno dei milioni di siti del Google Display Network nonché su YouTube. “Non possiamo garantirlo, ma ci possiamo arrivare vicini”, ha detto Eric Schmidt, presidente esecutivo di Alphabet, la holding finanziaria che controlla Google, nel corso di un’intervista con Fox Business.

Schmidt sostiene che la società adesso spende più tempo per controllare manualmente se ci sono violazioni alle policy pubblicitarie, mentre dal quartier generale di Mountain View hanno fatto sapere di essere pronti a varare delle contromisure volte a combattere il problema. E, per Schmidt, Google può costruire prodotti che abbassino il ranking dei contenuti ‘estremi’ in modo più efficace rispetto ai social media.

Stando a quanto riportato dal Guardian, tuttavia, la questione avrebbe a che fare con la natura stessa dell’algoritmo per la compravendita di spazi sulla galassia di prodotti di Big G, che tenderebbe a non considerare adeguatamente l’azione umana. Inoltre, il proliferare del programmatic advertising ha favorito, ed è avvenuto in concomitanza con le frodi pubblicitarie tanto che secondo Charlie Crowe, chairman di C Squared, “diversi marketplace, incluso Google, hanno generato vasti profitti sfruttando l’ingenuità degli advertiser, che non sapevano realmente cosa stessero comprando”.

YouTube, le regole sulla brand safety

Al di là delle promesse fatte da Big G per migliorare la situazione, è bene sapere che YouTube offre già degli strumenti per la brand safety. Sulla piattaforma, infatti, è possibile acquistare inventory a partire da specifiche keyword. La piattaforma poi segnala agli advertiser quei video che non sono da considerare advertiser-friendly perché presentano contenuti sessualmente espliciti, violenti o controversi. Perché ciò non è bastato? La risposta più ovvia la danno i numeri: su YouTube vengono caricate 400 ore di filmati ogni minuto, una mole impossibile da controllare, processabile solo da un algoritmo e perciò non completamente immune da associazioni indesiderate.

L’impatto sul business di Google

La domanda che molti si sono posti è stata: qual è l’impatto di questo esodo di inserzionisti sul business di Google? Nonostante le risposte siano state le più disparate quella più azzeccata sembra essere “minimo”. A dirlo sono due nomi noti nel mondo dell’analisi finanziaria: Morgan Stanley e RBC Capital Markets. Secondo la prima, Google Display Network e YouTube rappresentano solo una fetta del 10% dei ricavi netti di Google, un business che coinvolge migliaia di clienti e per questo non è, allo stato attuale, minacciato da questo boicottaggio.

Per RBC, qualora le entrate di YouTube e Google Display Network calassero del 10%, le stime sul fatturato totale della società sarebbero ritoccate al ribasso solo dell’1,7%. Chi potrebbe però beneficiare di una mancanza di fiducia nei confronti di YouTube è Facebook, sulle cui piattaforme potrebbero concentrarsi maggiori investimenti. Non solo, anche la buona e vecchia tv tradizionale potrebbe recuperare dei budget precedentemente pensati per YouTube. Quindi per Big G il problema non è di natura economica, ma di ‘credibilità’: oggi oltre 250 advertiser hanno interrotto lo spending sulle properties di Google. E questo, sul lungo periodo, potrebbe essere più pericoloso di qualche centinaia di milioni in meno - 750 per la precisione secondo gli analisti di Nomura Instinet - in tasca alla chiusura dei bilanci annuali.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 29/04/2024


L’ACI mette a bando 3 milioni di euro per il servizio biennale di ideazione, produzione e pianificazione di nuove campagne pubblicitarie

L’Automobile Club d’Italia ha emesso un bando per l’affidamento del servizio di ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione per ACI stessa, del valore di 3 milioni di euro al netto di Iva in 24 mesi a partire dal prossimo mese di febbraio. Termine per il ricevimento delle offerte:30 maggio 2024. Tra i requisiti richiesti ci sono quello di un fatturato globale maturato nel triennio precedente almeno pari a 6 milioni Iva esclusa, e di aver eseguito negli ultimi tre anni di almeno 2 campagne di comunicazione esterne realizzate per pubbliche amministrazioni/privati con un progetto creativo e un piano media articolato su base nazionale, di cui almeno una con un piano media di valore pari o superiore a 1,5 milioni, Iva esclusa . Finalità La finalità delle precedenti campagne è stata di raccontare valori, capacità, funzioni di ACI e di diffonderne la “mission”: rappresentare gli interessi, le ambizioni, le evoluzioni degli automobilisti contemporanei, non più intesi solo come “proprietari di veicoli” ma soprattutto quali cittadini che necessitano di mobilità sostenibile, sicura, individuale e interconnessa con quella collettiva. ACI ha inteso, inoltre, evolvere il suo ruolo, in funzione delle trasformazioni della società, estendendo la sua attenzione a tutte le modalità con cui si compone oggi la mobilità individuale, di cui fruiscono tutti i cittadini non solo gli automobilisti, e integrando il concetto di mobilità sostenibile che deve essere certamente a minor impatto ambientale ma, altresì, anche con sempre maggiore la sicurezza stradale e, soprattutto, accessibile a tutti. ACI intende quindi perseguire questo percorso per i prossimi due anni, sviluppando campagne istituzionali/sociali, con adeguate pianificazioni nazionali, rinnovando le campagne specifiche legate ai servizi/prodotti offerti, proseguendo la comunicazione sui temi della Sicurezza Stradale e della corretta guida che ogni anno avranno un focus specifico, supportando con azioni di comunicazione specifiche le proprie articolate attività, ad iniziare da quelle sportive e associative. Obiettivi Al fine di accrescere awareness, autorevolezza e credibilità sia presso il grande pubblico italiano (protagonisti o fruitori della mobilità) come presso gli influenti di settore e gli interlocutori istituzionali, si reputa necessario che la comunicazione abbia come direzione: 1. Raccontare ACI in un’unica narrazione istituzionale, finalizzata ad ottimizzare e incrementare la corretta reputazione del brand, che successivamente si declina, in modo originale ma sempre riconoscibile, nelle diverse attività di comunicazione che saranno richieste; 2. Diffondere la vision di ACI e i valori del brand per sostenere una nuova consapevolezza, presso i target indicati, del vero e attuale posizionamento di ACI e del suo ruolo attivo nel processo di innovazione del Paese. 3. Promuovere e consolidare la consapevolezza della qualità, efficienza e innovazione dei prodotti e servizi che ACI offre, anche nei confronti di un pubblico meno attiguo al mondo ACI, per semplificare e migliorare le esigenze di mobilità.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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