Gli editori Usa aiutano a P&G a risolvere i problemi dei media digitali

Digital Content Next, associazione di editori del calibro di Bloomberg, The New York Times e Refinery29, ha inviato una lettera al Chief Brand Officer di P&G, Marc Pritchard, per informarlo che i suoi membri possono aiutare l’azienda di beni di largo consumo a combattere molti dei problemi che hanno afflitto l’industria della pubblicità digitale negli ultimi anni. La lettera, come ha riportato Ad Age, arriva poche settimane dopo che Pritchard ha delineato i suoi piani per la lotta contro l’ad fraud, per la revisione dei contratti con le agenzia di media, per l’adozione di metriche di viewability a livello di settore e per la verifica delle terze parti. Piani che rientrano in una più ampia strategia di P&G per regolare un panorama digitale decisamente disordinato che ha, in ultima analisi, danneggiato gli inserzionisti. La lettera Nella lettera, il Ceo di Digital Content Next, Jason Kint, ha dichiarato che più di 80 premium publisher dell’associazione sono “impegnati a costruire esperienze di fiducia e operazioni di marketing per i consumatori e gli inserzionisti”. E ha proseguito: “Abbiamo ascoltato il vostro appello per un’inventory più umana, visualizzabile e accreditata da terze parti. Abbiamo sentito la richiesta di maggiore sicurezza per i brand. Vogliamo assicurare che i nostri marchi leader di mercato continueranno a impegnarsi in modo significativo a promuovere e proteggere la fiducia nei vostri brand”. Kint ha anche dichiarato che Digital Content Next accoglie con favore l’opportunità “di collaborare a ricerca, best practice e a tutti gli sforzi del settore volti a migliorare il nostro ecosistema e a garantire che i nostri marchi collettivi possano prosperare”.