Autore: Redazione
07/06/2017

I giganti della tecnologia occupano le prime cinque posizioni dell’edizione 2017 di BrandZ Top 100

Google, Apple, Microsoft, Amazon e Facebook mettono in fila tutti. Si tratta dei Most Valuable Global Brand del ranking reso noto ieri da Wpp e Kantar Millward Brown

I giganti della tecnologia occupano le prime cinque posizioni dell’edizione 2017 di BrandZ Top 100

I giganti della tecnologia Google, Apple, Microsoft, Amazon e Facebook occupano le prime cinque posizioni nella classifica 2017 BrandZ Top 100 Most Valuable Global Brand, resa nota ieri da Wpp e Kantar Millward Brown. Amazon fa registrare la crescita più rilevante tra i Top 100, incrementando del +41% il suo valore nell’ultimo anno, raggiungendo così i 139,3 miliardi di dollari e la quarta posizione nella classifica. Il gigante del retail ha mantenuto il focus sul proprio know-how tecnologico per rispondere ai molteplici bisogni dei consumatori nell’ambito dell’ecommerce, puntando sulla rapidità di consegna e sull’intrattenimento. Ha inoltre introdotto nuovi servizi come la consegna di prodotti alimentari, seppur ancora con una penetrazione bassa in mercati come l’Italia, e soluzioni altamente tecnologiche, quale il personal assistant Alexa. Il podio Google, Apple e Microsoft conservano le prime tre posizioni, incrementando rispettivamente il valore dei propri brand del +7% (a 245,6 miliardi di dollari), del +3% (a 234,7 miliardi) e del +18% (a 143,2 miliardi) rispetto allo scorso anno. Facebook conferma la quinta posizione, nonostante abbia registrato una significativa crescita del +27% (a 129,8 miliardi). Le prime cinque marche della classifica generano, da sole, il 25% del valore complessivo dei Top100, rafforzando, così, la propria posizione dominante nell’attuale contesto di mercato. David Roth, Ceo Emea and Asia, The Store Wpp, dichiara: «La classifica BrandZ Top 100 Most Valuable Global Brands di quest’anno continua a dimostrare che i marchi più forti sono quelli che generano maggior valore e ritorno per gli azionisti, indipendentemente dal clima turbolento in cui operano. Soprannominati da alcuni “The Frightful Five”, i giganti del tech che guidano la classifica sono più verosimilmente considerati dai loro competitor come “The Fearsome Five”, grazie all’enorme forza dei loro marchi e alla posizione di mercato apparentemente inattaccabile». Il caso Tencent Altro elemento interessante che emerge dalla classifica di quest’anno riguarda il caso della cinese Tencent (al numero 8), che grazie alla crescita della propria piattaforma social WeChat ha raggiunto per la prima volta i vertici della classifica, riuscendo a entrare nella Top 10, con un valore di 108,3 miliardi, in crescita del +27%. Nel 2017 è stato Adidas il brand che ha fatto registrare la crescita in valore percentuale più rilevante (+58%, 8,3 miliardi), seguita da Moutai, marchio di alcolici cinese, attestato al +48%, per 17 miliardi di dollari). Brand equity BrandZ Top100 è l’unico studio che unisce misure di brand equity basate su interviste con più di tre milioni di consumatori a livello globale su migliaia di marche operanti su mercati b2c e b2b, e la più rigorosa analisi delle performance economico-finanziarie delle aziende (utilizzando dati forniti da Bloomberg e Kantar Worldpanel) per identificare e separare il valore del singolo brand nel generare ricavi e valore finanziario per l’azienda. Quest’anno il valore complessivo dei Top 100 è cresciuto del +8%, raggiungendo i 3,64 mila miliardi di dollari, una crescita di ben oltre il +3% fatto registrare nel 2016. Il numero dei brand che hanno un valore superiore ai 100 miliardi di dollari è anch’esso aumentato, passando da sei a nove. Rispetto al 2006 (primo anno di rilevazione), il valore complessivo dei marchi in classifica è aumentato del +152% e negli anni è fortemente mutata la composizione delle industry di appartenenza delle marche: sempre maggiore è la presenza di brand innovativi, focalizzati su business tecnologici, con ampia copertura geografica e una solida capacità di brand building. I BrandZ Top 10, nel 2017, esprimono un valore quasi pari all’intera classifica Top 100 del 2016 (1,42 trilions vs 1.44, dati espressi in dollari), e sono cresciuti nel loro valore del +242 rispetto al +152% di crescita fatto registrare dai Top 100 nel loro complesso. Il valore complessivo dei BrandZ Top 100 conferma che le marche più forti continuano a superare in prestazioni di crescita finanziaria i loro competitor.  Confrontando l’andamento del portafoglio dei Brandz Top 100 con i principali indici finanziari negli ultimi dodici anni, emerge come il loro valore sia cresciuto del 50% in più rispetto a titoli dello S&P 500 e 3,5 volte in più rispetto a quelli presenti nell’MSCI All Country World Index. Il punto di equilibrio La classifica del 2017 dimostra in modo evidente come il punto di equilibrio si sia fortemente spostato nel corso del tempo a favore di quei brand che operano in un contesto consumer ad alto contenuto tecnologico. Brand che sono riusciti a dare vita a un modello in grado di provvedere a una molteplicità di bisogni, semplificando un mondo sempre più complesso. Più della metà del valore dei Top 100 è generato da marche a contenuto tecnologico (definizione che comprende telco e online retail), mentre era solo un terzo nel 2006. Nove dei Top 10 sono brand che hanno una natura tecnologica, così come tutti e sette i newcomers entrati nella classifica nel 2017: XFinity, YouTube, Hewlett Packard Enterprise, Salesforce, Netflix, Snapchat and Sprint. Retail Quella del Retail è stata la categoria che ha registrato la crescita più rapida, incrementando il proprio valore del +14% nel corso degli ultimi dodici mesi, guidata dai brand dell’ecommerce come Amazon e Alibaba, aziende nate su internet, ma sempre più interessate ai canali di vendita tradizionali. Complessivamente, i retailer puramente online hanno registrato una crescita a valore del +388% dal 2006, contro una contrazione del -23% dei competitor più tradizionali che hanno pagato una certa lentezza ad adattarsi e cavalcare le nuove opportunità offerte dal canale online. La categoria Technology è cresciuta del +13%, quella dei Fast Food, quest’anno, ha registrato una crescita molto positiva (+7%), seconda solo a Retail e Technology, grazie all’introduzione da parte dei più importanti player di nuovi menù più affini alle esigenze dei consumatori, accompagnata dall’ingresso di nuovi touchpoint innovativi, in grado di migliorare l’esperienza di consumo. In termini di provenienza, i brand statunitensi dominano il ranking: ben 54 dei 100 brand presenti nella classifica BrandZ Top 100 sono americani, con un valore pari al 71% rispetto a quello totale. Questi brand, l’anno scorso, hanno registrato una crescita del +12% rispetto a una contrazione del -1% dei brand originari da altre parti del mondo, non considerando nel conto i brand cinesi, cresciuti del +11% (escluse le imprese a direzione statale). Valore in aumento I brand presenti nella Top20 b2b hanno incrementato il loro valore del +11%. Microsoft rimane in cima alla lista, raggiungendo un valore di 143,2 miliardi, +10% rispetto all’anno scorso. Shell è il brand che ha registrato la crescita percentuale maggiore, +23%, arrivando a un valore di 18,3 miliardi. La classifica mostra come le nuove tecnologie digitali abbiano reso meno netti i confini tra b2b e b2b che sempre di più si intersecano, lasciando spazio a quelli che chiamiamo B2H (Business to Human). Doreen Wang, Kantar Millward Brown’s Global Head of BrandZ, commenta: «Questa è l’era dei gigantic di internet che hanno sviluppato nuovi ecosistemi in grado di entrare in connessione con i consumatori, con il fine ultimo di migliorare la loro vita, rendendola più semplice. La tecnologia che pone il consumatore al centro ha ridefinito le nostre aspettative e oggi noi consumatori diamo per scontato che prodotti, servizi e contenuti eccellenti siano sempre a nostra disposizione, a portata di mano. Questi brand hanno dimostrato grande capacità di adattamento, sapendo affrontare con successo nuove sfide in nuovi territori e categorie, riuscendo a espandere la propria customer base».