Autore: Redazione
10/07/2017

Fieg e Ferpi insieme per indagare sul giornalismo possibile

Fieg e Ferpi insieme per indagare sul giornalismo possibile

Un dibattito stimolante e partecipato quello sulle possibili, necessarie, nuove interazioni tra giornalismo tradizionale e le neonate forme del comunicare dell’era digitale, che Fieg e Ferpi hanno organizzato insieme a Roma, nella sede della Federazione editori: “Fieg e Ferpi sulle derive attuali dell’informare e del comunicare”. Tutti legati al mondo della comunicazione i protagonisti: Fabrizio Carotti, direttore generale Fieg; Daniele Chieffi, consigliere nazionale Ferpi e head of digital pr Eni, moderatore dell’incontro; Andrea Falessi, direttore relazioni esterne Open Fiber; Paolo Iammatteo, responsabile comunicazione Poste Italiane. Lo spunto dalla presentazione del manuale di Diomira Cennamo e Carlo Fornaro, “Professione brand reporter. Brand journalism e nuovo storytelling nell’era digitale”, edito da Hoepli. I numeri dell’editoria italiana Carotti, nel suo intervento, ha fornito alcuni dati di sintesi sulla situazione dell’editoria. I ricavi della stampa in dieci anni si sono dimezzati. Negativo anche il trend degli investimenti pubblicitari sui giornali, il 2016 sul 2015 registra una riduzione per i quotidiani del 7% e per i periodici del 4%. La diffusione dei primi cinque mesi del 2017 (dati Ads) per i quotidiani è scesa del 10% e per i periodici dell’6%. A fronte di una raccolta pubblicitaria dell’insieme della stampa quotidiana e periodica di 1 miliardo e 150 milioni, c’è quella, solo stimata peraltro, degli Over the top, superiore ai 2 miliardi e 400 milioni e tendenzialmente in crescita. Tutela del diritto d’autore online C’è quindi l’esigenza - ha detto Carotti - di regole valide per tutti per un mercato che sia realmente competitivo e c’è l’esigenza, soprattutto, di un’adeguata tutela del diritto d’autore online al fine della valorizzazione dei contenuti editoriali di qualità. In mancanza di questo non è possibile fare investimenti e garantire un prodotto davvero professionale. Si valutano positivamente le recenti misure sul settore, come quella del credito d’imposta sulla pubblicità incrementale su stampa e su radio e tv locali e della liberalizzazione della rete di vendita. Il recente “Libro Bianco sulla comunicazione digitale”, realizzato da Fieg, Upa e altre sei associazioni della comunicazione, sarà elemento fondamentale di guida per la trasparenza del mercato digitale. Quanto alla figura del “brand reporter” descritta nel libro, Carotti immagina che sia una di quelle figure che potrebbero, avendo chiaro il legame diretto tra la realtà della notizia e i suoi effetti economici, di preservare e spiegare l’importanza della notizia che garantisca qualità e veridicità. Essendo un fenomeno in evoluzione, gli autori del volume hanno avviato con Scomunicare, studio di consulenza strategica per la comunicazione d’impresa, un osservatorio di ricerca sul brand journalism, con l’obiettivo di studiare lo stato dell’arte e l’evoluzione del settore in Italia e all’estero.