Autore: Redazione
24/06/2017

Shazam, la nuova versione della piattaforma di visual recognition include l’AR

Josh Partdrige intervistato da 360com ai Cannes Lions 2017. Al Festival il rapporto tra creatività e musica pare essere indissolubile

Shazam, la nuova versione della piattaforma di visual recognition include l’AR

dal nostro inviato a CANNES, Francesco Lattanzio
L’associazione tra Shazam e la musica è immediata, quella con le immagini un po’ meno, ma l’azienda sta investendo fortemente in questo senso. Durante l’evento SXSW del marzo scorso, ha lanciato una piattaforma di Augmented Reality per brand e artisti con un partner speciale: Wyclef Jean. «Il sistema di visual recognition l’abbiamo presentato al mercato 18 mesi fa, questa è la versione 2.0. La prima release permetteva di andare a fondo della creatività, consegnando all’utente informazioni aggiuntive, questa invece aggiunge nuovi elementi virtuali, aumentando l’impatto della creatività», ha spiegato a 360com Josh Partridge, vice president EMEA, LATAM, Canada di Shazam. Esistono già campagne attive, per esempio con Pepsi in Russia e con Bombay Sapphire in UK, «in cui la bottiglia si illumina, trasformando il packaging in qualcosa di attivo e animato». L’applicazione dell’AR nel campo pubblicitario è già stata sperimentata, ma la soluzione presentata da un’azienda come Shazam ha un elemento differenziante: la scalabilità. Shazam ha festeggiato a marzo il milardo di download, e solo in Italia conta 23 milioni di utenti annuali, tra 4 e 4,5 milioni di utenti mensili (fonte Audiweb) e tra 40 e 50 milioni di shazammate al mese. Numeri molto grossi, che fanno dell’Italia «uno dei mercati più importanti per noi. Ha un ritmo di utilizzo tra i più alti se comparato alle altre country in cui siamo presenti. Abbiamo una forte presenza e questo spinge i brand a collaborare con noi. Nel caso della piattaforma di AR non abbiamo ancora campagne attive in Italia ma qualche marchio sta già sondando il terreno», spiega Partridge. Questa opportunità pubblicitaria è così nuova e particolare che i brand devono studiare come utilizzarla e Shazam deve ancora perfezionare il modello di monetizzazione: «I brand, attualmente, pagano un fisso per la campagna, ma dobbiamo analizzare performance e possibilità alternative», rivela. «Vogliamo dare all’utente la possibilità di scoprire tutto: serie, musica, immagini. L’obiettivo è allargare la visione che gli utenti hanno di noi. Discovery is an amazing thing». Shazam è diventato protagonista del programma televisivo “Beat Shazam”, in cui i concorrenti devono sfidare il software nel riconoscimento del titolo delle canzoni. «Mark Burnett - famoso produttore televisivo e cinematografico - voleva ritornare a proporre giochi a premi in televisione, e ci ha proposto questa sfida. Fox la ha raccolta, nel primo mese on air abbiamo già raggiunto ottimi risultati. È un format facilmente esportabile e chissà che non arrivi in Italia, dove la penetrazione di Shazam è molto alta», continua Partridge. «Uno dei motivi che ci permettono di restare al top è che nessuno riesce a fare quello che facciamo noi, come lo facciamo noi. Siamo unici e molto flessibili. Stiamo seguendo un trend di crescita sia per quanto riguarda l’audience sia per il fatturato, e abbiamo intenzione di investire su due asset: tecnologia e persone», conclude.