Autore: Redazione
28/09/2017

IF! Italians Festival è al via, quando la creatività è sovversiva

Tutto pronto per lo start dell’edizione 2017, di scena da oggi a Milano. Le parole di Nicola Lampugnani, vice presidente dell’ADCI

IF! Italians Festival è al via, quando la creatività è sovversiva

Intanto il tempo se ne va ed è già ora di una nuova edizione di IF! Italians Festival. Sembrano passati solo pochi giorni dalla prima conferenza introduttiva dell’evento targato ADCI e Assocom, avvenuta al principio della scorsa estate. All’epoca aveva destato stupore, interesse e ammirazione l’inclusione di guest giudicati sorprendenti: Morgan, Nicola Savino, Franco Trentalance, tre modi di fare spettacolo, di utilizzo “sgarbato” della creatività. Eh sì, quest’anno la manifestazione vuole andare oltre, magari calcare un po’ la mano, spingere sul pedale dell’acceleratore, andare oltre i canoni. Evviva! Anche perché quando si parla di creatività a nessuno verrebbe mai in mente di inciampare, anche solo per caso, nella noia. Lo sa bene Nicola Lampugnani, brand & creative senior director presso Discovery Networks International e soprattutto vice presidente di ADCI, associazione che insieme ad Assocom ha l’onere e il piacere di organizzare IF!

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Nicola Lampugnani
Cosa vuol dire oggi IF! Italians Festival?

«Vediamo IF! come un vero e proprio carburante per i creativi, che come tale  debba essere raccontato in maniera sempre inedita, avvincente, sorprendente. Questo al netto di un’offerta formativa divenuta molto più ampia, perché consideriamo la manifestazione come uno strumento culturale, e non solo a livello teorico ma anche e soprattutto esperienziale».

Di cosa parlerete?

«Di creatività declinata in modi differenti, grazie all’intervento di player televisivi, per esempio, oppure inoltrandoci anche in territori sociologici e  analizzando la figura della donna e di come venga illustrata, descritta dai mezzi di comunicazione oggi; Franco Trentalance, ex porno attore contribuirà a modo suo sull’argomento. E poi avremo format noti, come “Dieci domande scomode” alle quali quest’anno risponderà Morgan, mentre Nicola Savino spiegherà come un ex ragazzo proveniente dalla strada sia riuscito ad andare oltre le convenzioni per trasformarsi in uno showman completo. Quello che ci piacerebbe evidenziare, anche con il sostegno di ospiti di simile livello, è il grado di sovversione insito nella creatività, un qualcosa di pulsante, di cangiante, capace di abbattere le barriere».

A proposito di creatività, cosa si dice dalla parti di ADCI?

«Si parla la lingua del cambiamento, ovviamente. Non siamo più concentrati solo su Milano, apriamo piccoli focolai in tutta Italia. Certo, tutto o quasi nell’ambito della comunicazione vissuta nelle sue modalità istituzionali si muove nel capoluogo lombardo, ma anche grazie alla tecnologia oggi un creativo può dire qualcosa di importante, può entrare nel grande gioco, anche da località fisicamente remote. E poi ADCI vuole sondare tutte le modalità in cui la creatività si muove, non solo quella strettamente legata al mercato pubblicitario: e quindi largo alla fotografia, al cinema, design».

Che non è un’impresa da poco, i pregiudizi abbondano

«Ne siamo consci. Ma siamo anche consapevoli del grande numero di persone che lavorano oggi nell’ambito creativo, di quanto spostino a livello di business. Ecco perché siamo qui per spiegarlo a tutti, per liberare un ambito lavorativo così ampio dai giudizi frettolosi e sommari. Senza per questo trascurare la componente ludica, determinante per chi opera nella creatività».

Sabato sarà anche la volta degli ADC Awards

«Si era detto che le agenzie volessero investire di meno, che qualcuna si sarebbe sfilata, e magari è successo, ma alla fine gli Awards saranno in linea con quelli dello scorso anno, forse anche in crescita. E allora è probabile che nuove figure siano entrate nel gioco, merito dei nostri interessi ampliati. E occhio al premio speciale, Equal, dedicato alle campagne che meglio hanno saputo interpretare la figura della donna».