Autore: Redazione
08/03/2017

Eumetra MR: chiude il primo anno di attività con un fatturato di 2 milioni di euro e analizza i nuovi consumatori italiani

L’istituto di cui è amministratore delegato Matteo Lucchi ha registrato un giro di affari nel 2016 superiore alle previsioni grazie all’accuratezza delle proprie indagini, come quella, presentata ieri, focalizzata sulla “ricerca del benessere” da parte dei nostri connazionali

Eumetra MR: chiude il primo anno di attività con un fatturato di 2 milioni di euro e analizza i nuovi consumatori italiani

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Matteo Lucchi, ceo di Eumetra MR

Gli italiani non sono felici, solo il 31% dei nostri connazionali si dichiara soddisfatto della propria vita. Gli elementi di maggiore felicità: il proprio animale domestico (82%), seguito dalla famiglia (71%) e dalle vacanze (63%). Fra le relazioni che meno entusiasmano: i colleghi (27%), a riprova di una vita in azienda non particolarmente felice, e i vicini di casa (24%). “Mission impossible” far ritrovare agli italiani il sorriso e la voglia di pensare al futuro? Non del tutto, ci sono segnali di speranza, a patto che i soggetti collettivi (l’offerta pubblica e, soprattutto il sistema privato, grandi e piccole aziende con le loro marche), riescano a riconnettersi con i bisogni degli italiani. È questo il tema intorno al quale si è sviluppato ieri il seminario di Eumetra MR – l’istituto italiano di ricerca sociale e di marketing, orientato allo studio dell’innovazione e del cambiamento sociale – intitolato “2017: Il consumatore al potere?”, tenutosi presso il Centro Svizzero di Milano. Coordinati da Andrea Farinet, presidente di Socialing Institute, ne hanno parlato Remo Lucchi, Gabriella Calvi Parisetti e Renato Mannheimer, che fanno parte dell’Advisory Board dell’istituto di ricerche, giunto al suo secondo anno di attività, e Fabrizio Fornezza, che ne è il presidente.

Ricostruire un’economia incentrata sul benessere

Sotto alla citata “infelicità” della popolazione, cova in realtà una piccola grande rivoluzione. L’effetto della crisi, dell’evoluzione sociale e della tecnologia sta facendo infatti mutare pelle agli italiani. La loro evoluzione li porta a essere interlocutori molto più sfuggenti, combattivi e coriacei per il sistema dell’offerta, pubblica e privata. Soddisfarli oggi, connettersi con loro, creare engagement vero non è più difficile, ma richiede di lavorare su un percorso diverso da quello solito, usato finora. La rivoluzione del nuovo consumatore è (quasi) silenziosa, talvolta una sottile forma di guerriglia, anche difficile da interpretare, per il sistema dell’offerta e delle istituzioni. Sul piano politico, è fatta di cittadini che prendono posizioni radicali (il “no” al referendum), anche estreme, covando, più che conservatorismo, rancore profondo per gli approcci auto-riferiti del sistema politico. Sotto il profilo economico, è fatta invece di consumatori che si dicono soddisfatti e, poi, abbandonano senza ripensamenti il marchio di cui erano clienti. È interpretata da consumatori che puniscono silenziosamente le aziende che non si comportano come loro vorrebbero, semplicemente trascurandole. Sul piano finanziario, è rappresentata da risparmiatori che tengono i soldi sul conto corrente o nei materassi, fidandosi poco delle banche (anche della propria, della quale, comunque, continuano a parlare abbastanza bene). I risultati si vedono: i consumi languono, il presente domina sulla costruzione del futuro, la sfiducia è molto ampia. La soluzione per riattivare la relazione con il cittadino-consumatore – ritengono i ricercatori di Eumetra MR sulla base delle analisi effettuate – è sintetizzabile in una definizione: ricostruiamo un’economia centrata sul benessere del cittadino- consumatore stesso.

Proattività e rispetto

Non è una ricetta moralistica o astratta. È fatta di concretezza. Secondo Eumetra MR: la marca deve diventare una wellness company per il suo cliente (dare certezze, fondare un “marketing a tasso zero”: zero manipolazioni, zero fregature, ecc.); il contratto con il nuovo consumatore deve essere molto più rispettoso, sia nella forma che nella sostanza; la proattività a favore del consumatore dev’essere la regola; il prodotto-servizio deve nascere dal dialogo con il consumatore (e non dal solipsismo aziendale), con maggior valorizzazione del ruolo relazionale - anche in termini di co-creation - e di connessione emozionale fra azienda e consumatore-cittadino; il personale dell’azienda (quel capitale umano che spesso è oggi visto come un costo) ha, in questo, un ruolo molto importante, difficilmente risolvibile con approcci di puro efficientamento tecnologico; la tecnologia deve abilitare e dare reale empowerment al consumatore che, oggi, spesso, reagisce con un implicito downgrading tecnologico, non usando le tecnologie a disposizione nel loro pieno potenziale. Oggi siamo sovrastati dalla complessità della moderna tecnologia e lo saremo ancora di più nel prossimo futuro. Questo apre nuove necessità e bisogni cui dare risposta. Un punto che non obbliga certo le aziende a tornare indietro, ma a ripensare in modo profondo le modalità di relazione fra la loro innovazione tecnologica e gli italiani (e non solo loro). Questi, sono solo alcuni degli spunti emersi nel seminario. Ma il punto fondamentale è che sta nascendo un nuovo cittadino consumatore, con una nuova e più evoluta gerarchia di bisogni da soddisfare. Fare affari con gli italiani (o offrirsi di rappresentarli politicamente) richiederà di connettersi, emotivamente e praticamente, con questo nuovo scenario.

Le strategie per quest’anno

Sugli approfondimenti di queste tematiche della “ricerca del benessere” e su un aggiornamento di “Infosfera”, la ricerca sui media già presentata l’anno scorso, si focalizzeranno le attività dell’istituto di cui è a.d. Matteo Lucchi, figlio di Remo, nel 2017. Con l’obiettivo, anche, di incrementare il fatturato che, con i 2 milioni di euro degli scorsi 12 mesi, ha già raggiunto un risultato al di sopra delle previsioni.