ABBONATI

Edelman: il Trust Barometer del 2017 rivela una caduta globale nella fiducia, mai un dato così deludente

Autore: Redazione


La credibilità dei Ceo si attesta al livello più basso di sempre; è scesa di ben 12 punti a livello globale, fermandosi al 37%. I numeri precipitano in tutti i paesi presi in esame, mentre i capi dei vari governi (al 29%) sono giudicati i meno credibili

La nuova edizione del Trust Barometer di Edelman annuncia per il 2017 la più grande caduta di fiducia mai registrata nelle istituzioni di governo, nelle imprese, nei media e nelle ONG. La fiducia nei media (al 43%) è scesa precipitosamente ed è ai livelli più bassi di tutti i tempi in 17 paesi, mentre i livelli di fiducia nel governo (al 41%) sono calati in 14 mercati. Anche la credibilità dei leader è in pericolo: quella dei Ceo è scesa di 12 punti a livello globale, al 37%, precipitando in tutti i paesi presi in esame, mentre i capi di governo (al 29%) rimangono i meno credibili. La delusione nel sistema Sempre secondo Trust Barometer, il 53% degli intervistati ritiene che l’attuale sistema nel suo complesso li abbia delusi - è ingiusto e offre poche speranze per il futuro -, mentre solo il 15% crede che stia funzionando, e circa un terzo è incerto. Anche le élite hanno una generalizzata mancanza di fiducia nel sistema. Il divario tra la fiducia detenuta dal pubblico informato e quello delle masse si è allargato a 15 punti, con le disparità più grandi negli Stati Uniti (21 punti), nel Regno Unito (19 punti) e in Francia (18 punti). Le masse, in 20 paesi, diffidano delle loro istituzioni, il pubblico informato in sei. “Le implicazioni della crisi nella fiducia globale sono profonde e di ampio respiro”, ha detto Richard Edelman, presidente e Ceo di Edelman. “Tutto è iniziato con la grande recessione del 2008, ma, come seconda e terza onda di uno tsunami, la globalizzazione e il cambiamento tecnologico hanno ulteriormente indebolito la fiducia dei cittadini nelle istituzioni globali. Le conseguenze sono il populismo e il nazionalismo virulento, in cui la popolazione di massa ha preso il controllo indipendentemente dalle élite”. Il populismo Gli attuali movimenti populisti sono alimentati da una mancanza di fiducia nel sistema e dalle paure economiche e sociali, comprese corruzione (40%), immigrazione (28%), globalizzazione (27%), indebolendo i valori sociali (25%) e il ritmo dell’innovazione (22%). La mancanza di fiducia nel sistema si associa alle paure più profonde, provocando fenomeni come negli Stati Uniti l’elezione di Donald Trump, nel Regno Unito la Brexit e in Italia il referendum costituzionale fallito. Il ciclo di sfiducia è amplificato dalla comparsa di una cassa di risonanza mediatica che rafforza le convinzioni personali, escludendo i punti di vista opposti. Gli intervistati preferiscono i motori di ricerca (59%) oltre ai giornalisti (41%) e la probabilità di ignorare le informazioni che supportano una posizione opposta sono quasi quattro volte di più. “La gente percepisce i media come parte delle élite”, ha detto Edelman. “Il risultato è una propensione per i media autoreferenziali e la dipendenza dai coetanei. La mancanza di fiducia nei media ha anche dato origine al fenomeno delle notizie false e a quello dei politici che parlano direttamente alle masse. I media devono adottare un approccio più locale e sociale”. Nuove autorità Ci sono prove di ulteriore dispersione di autorità. Una persona qualunque (60%) è ora una fonte d’informazione su una società altrettanto credibile di un tecnico (60%) o un esperto accademico (60%), e di gran lunga più credibile di un amministratore delegato (37%) e funzionario del governo (29%). Le imprese sono l’unica istituzione che può fare la differenza. Tre intervistati su quattro concordano sul fatto che un’azienda può intraprendere azioni per aumentare i profitti e migliorare le condizioni economiche e sociali della comunità in cui opera. Inoltre, tra coloro che sono incerti se il sistema stia lavorando per loro, è il commercio (58%) quello di cui si fidano di più. La maggioranza della popolazione mondiale ha espresso la preoccupazione di perdere il posto di lavoro a causa degli effetti della globalizzazione (60%), la mancanza di formazione o di competenze (60%), gli immigrati che lavorano per compensi minori (58%), il trasferimento del lavoro in mercati più economici (55%) e l’automazione (54%). Altri risultati chiave del Trust Barometer 2017 La fiducia nel mondo degli affari (52%) è scesa in diciotto paesi, mentre le ONG (53%) hanno visto un calo di dieci punti in ventuno paesi. I dipendenti sono mediamente considerati più attendibili di ben sedici punti rispetto ai chiuef executive officer sui messaggi riguardo alle relazioni con i dipendenti/clienti (53%), i guadagni finanziari (38%), le crisi (37%), l’innovazione (33%), i problemi del settore (32%) o i programmi per affrontare le questioni sociali (30%). La metà dei paesi esaminati ha perso fiducia nel sistema, guidati da Italia e Francia (al 72%), Messico, Sud Africa e Spagna (attestata al 67%). La fiducia nei media tradizionali è scesa di cinque punti, al 57%, il più ripido declino registrato dal 2012, seguito dai mezzi di comunicazione sociale (41%), che sono scesi di tre punti. Al contrario, solamente i media online (51%) hanno ricevuto l’iniezione di fiducia “più” pari a cinque punti.

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy