Autore: Redazione
13/06/2017

Diritti Serie A: Cairo “vede bene” un canale della Lega. Cui servirebbe una concessionaria per la raccolta

Ieri non sono emerse novità sulle offerte per la Champions, mentre il nuovo bando della Lega è atteso per ottobre-novembre. Il presidente del Torino, che controlla anche due strutture pubblicitarie, favorevole alla gestione interna delle partite

Diritti Serie A: Cairo “vede bene” un canale della Lega. Cui servirebbe una concessionaria per la raccolta

Com’era nelle attese, la Uefa non ha fatto trapelare nulla sui nomi e tanto meno sulle relative offerte, dei Gruppi che, con scadenza ieri, si sono candidati per i diritti della Champions League per il triennio 2018-2021. Tanto meno è dato sapere quando la Uefa stessa sceglierà fra i vari candidati. I quali, in ogni caso, dovrebbero essere Sky, Mediaset e Vivendi. La prima con l’obiettivo di recuperarli dopo il triennio la cui esclusiva, pagata circa 700 milioni per pay e free, ha dissanguato il Gruppo del Biscione, ora sotto attacco da parte di quello francese. Il quale, non a caso, ha reso noto alcuni giorni fa l’apertura di una succursale diretta nel nostro Paese proprio anche per gestire eventuali opportunità anche nel mondo del calcio. Almeno per qualche giorno, così, non verrà gettata altra benzina sul fuoco delle polemiche che si sono accese in seguito all’annullamento della gara indetta dalla Lega Calcio per quelli della Serie A, sempre relativi al prossimo triennio. Procedura che quest’ultima e il suo advisor Infront riapriranno verso ottobre-novembre (con un nuovo bando che potrebbe veder tornare in campo anche TIM, che per ora si è chiamata fuori, magari appunto con Vivendi e Mediaset), con l’obiettivo primario di ottenere comunque la cifra di 1,2 miliardi che si è prefissa: ma avendo anche il tempo, nel frattempo, per studiare la fattibilità di un suo canale per le dirette delle partite, da inserire poi nelle piattaforme dei migliori offerenti televisivi e internet.

Diritti Serie A

Sempre ieri si è riunita la Commissione dei diritti audiovisivi della Lega, ma non sono emersi avanzamenti operativi sull’ipotesi di abbandonare il modello di vendita per piattaforma, che si è rivelato appunto fallimentare, a favore di una formula per prodotto. Il focus si è concentrato invece sul bando per la vendita dei diritti tv all’estero. La base d’asta internazionale non è ancora stata decisa, ma l’obiettivo è di incassare almeno 300 milioni di euro. Si pensa a una struttura “spacchettata” in base alle zone d’utenza, culturali e linguistiche per andare incontro alle esigenze dei singoli operatori. Il prossimo incontro è fissato per il 21 giugno. A luglio è in programma un roadshow per pubblicizzare la vendita dei diritti in cinque macro-aree: Stati Uniti, Gran Bretagna, Sud America (in particolare Brasile), Medio Oriente (Abu Dhabi) ed Estremo Oriente (Shanghai). Intanto, una commissione di cui fanno parte il vice-commissario Paolo Nicoletti, Infront e alcuni presidenti di club di Serie A si occuperà dei rapporti con l’Antitrust nella presentazione del nuovo bando per il territorio italiano, orientato, come detto, più su una vendita per prodotto che per piattaforma. L’alternativa è il citato canale della Lega, auspicata già da alcune società. A Luigi De Siervo, a.d. di Infront, questa soluzione non sembra affatto dispiacere, a giudicare dalle varie interviste che ha rilasciato in questi giorni, spesso ospitate in parallelo a quelle, dello stesso tono, concesse da Urbano Cairo, che siede in Lega Calcio in quanto presidente del Torino. E che, casualmente, avrebbe anche già pronta la concessionaria per curarne la raccolta. Anzi, ne ha a disposizione addirittura due. E, sul tavolo, c’è un piatto più che interessante, per lo meno di alcune centinaia di milioni di euro.