Autore: Redazione
19/09/2017

Destinatari antisemiti fra gli utenti della pubblicità su Facebook

Secondo un recente articolo targato ProPublica, l’algoritmo che regola il rapporto fra la pubblicità ospitata dal social e il target di riferimento accettava frasi di stampo razzista quali “odiare gli ebrei” e “bruciare gli ebrei”

Destinatari antisemiti fra gli utenti della pubblicità  su Facebook

Fino a poco tempo fa stilemi quali “odiare gli ebrei” o “come bruciare gli ebrei” erano ammessi da Facebook per selezionare eventuali destinatari di messaggi promozionali nell’ambito del servizio di pubblicità online offerto dal social. A far emergere questo problema è stata ProPublica, che ha svelato la cosa in un recente articolo. In seguito il sito d’informazione Slate ha notato che la stessa selezione poteva essere fatta cercando parole che ricorrono spesso nei gruppi di razzisti sul social network, compresi termini come “ku-klux-klan”. Facebook ha risposto dicendo di avere rimosso la possibilità di usare quelle chiavi di ricerca, ripromettendosi di effettuare controlli più accurati in futuro. Il servizio per la pubblicità online offerto da Facebook riscuote molto successo perché permette di selezionare accuratamente i destinatari dei messaggi promozionali. Gli algoritmi raccolgono informazioni dai profili di ogni utente, compresi i dati sulle scuole che hanno frequentato, il posto in cui lavorano e altri dati di questo tipo. Ogni utente è libero di scrivere ciò che vuole in quei campi. Gli algoritmi rilevano queste parole e le inseriscono nei database. Facebook ha inoltre annunciato che “al fine di assicurarci che il targeting per la pubblicità non sia usato con scopi discriminatori” è stata temporaneamente sospesa la scansione, da parte degli algoritmi, dei campi che gli utenti compilano con informazioni personalizzate. Il sistema sarà ripristinato solo quando sarà possibile prevenire completamente il problema segnalato da ProPublica e Slate.