Autore: Redazione
10/03/2017

AdRoll: esplosione del programmatic adv anche sui social network

Cambia l’approccio al consumatore: da un modello basato su search e desktop a uno multi-canale e cross-device

AdRoll: esplosione del programmatic adv anche sui social network

Il programmatic advertising è partito alla conquista dei social network: secondo un recente report di AdRoll relativo al 2017, “State of Performance Marketing”, oltre il 70% dei marketer sta erogando pubblicità social in modalità automatizzata, più del 50% si serve del programmatic su mobile, mentre quasi il 40% lo fa per il video marketing. In generale, gli investimenti in programmatic advertising sono cresciuti rapidamente nel corso degli ultimi anni: nel 2013, per esempio, solo il 7% degli inserzionisti spendeva più del 50% del proprio budget attraverso questa modalità. Nel 2016 la quota è salita fino a superare il 50%. E il programmatic ha un’efficacia maggiore rispetto alla comunicazione internet tradizionale. Secondo il 70% degli intervistati, infatti, l’automazione garantisce un ritorno sugli investimenti più alto rispetto alla vendita diretta. E nel netwrok di AdRoll, il CTR per le campagne programmatic è in aumento del 66% mentre il numero complessivo di impression è aumentato del 43%. Shane Murphy, vp of marketing di AdRoll, ha evidenziato ad AdWeek come siano necessarie soluzioni dinamiche in un contesto di consumo dei media multicanale e di comportamenti ormai mutati: si è passati da un customer journey incentrato sul desktop a uno cross-device e multi-canale (display, social e video). E le persone tendono a cliccare un numero minore di annunci rispetto a un mondo dominato dalla search. Quindi l’articolo di AdWeek si concentra sul tema dei dati: per esempio un retargeting efficiente richiede insight più profondi sui comportamenti degli utenti altrimenti si rischia di distribuire annunci non graditi e ripetitivi. In sintesi, l’approccio dei marketer deve cambiare: non è più possibile pensare a un modello orientato sul last-click, ma occorre considerare i diversi touchpoint all’interno dei quali gli utenti compiono delle particolari azioni.