Autore: Redazione
07/07/2017

Google, in arrivo dall’Ue nuova maxi multa, questa volta per la posizione dominante di Android

L’authority per la competizione ha nominato un team di esperti per analizzare nel dettaglio tutte le pratiche messe in campo da Big G con il suo sistema operativo

Google, in arrivo dall’Ue nuova maxi multa, questa volta per la posizione dominante di Android

Non c’è pace per Google in Europa. Dopo la multa record da 2,4 miliardi di euro comminata dal garante a Big G per aver favorito il suo servizio Google Shopping all’interno delle ricerche di prodotto, è in arrivo una nuova stangata, questa volta per Android. Secondo un’esclusiva dell’agenzia Reuters, l’antitrust europeo ha deciso di andare in fondo e chiarire una volta per tutte se il sistema operativo occupi una posizione dominante nel settore mobile. Già nel 2013 una denuncia presentata dall’organizzazione a tutela delle imprese FairSearch aveva segnalato le pratiche anticoncorrenziali adottate da Google per incentivare la diffusione dei propri servizi attraverso Android.
L’accusa
Big G avrebbe corrisposto incentivi finanziari a vari produttori di smartpone in cambio della pre-installazione di Google Search e di Google Play Store sui propri device. Ma secondo un recente parere dell’antitrust Ue, Google «non può punire o minacciare le aziende per non aver rispettato le sue condizioni». Inoltre, secondo le ultime accuse, la società chiederebbe ai produttori di device di firmare un accordo che li vincola a non vendere prodotti con copie di Android dissimili dall’originale.
Le contromisure
Ne giorni scorsi, quindi, l’authority Ue per la competizione ha nominato un team di esperti che ha il compito di analizzare nel dettaglio tutte le pratiche messe in campo da Google con Android. Se, a conclusione dell’indagine, presumibilmente secondo Reuters a fine anno, i risultati confermassero le pratiche anticoncorrenziali, la Commissione Europea potrebbe esprimersi entro fine anno con una nuova multa. Mountain View non ha commentato. Google ha in corso ancora una causa con l’Ue per il suo sistema pubblicitario AdSense.