WFA: difendersi dalla frode dei click
L’acquisto incauto di adv automatizzata costerà agli inserzionisti 50 mliardi di dollari entro il 2025
La “frode dei click” dilagherà a tal punto da costare agli inserzionisti più di 50 miliardi di dollari entro il 2025. Lo ha detto la World Federation of Advertisers (WFA), ammonendo tutta la industry dei consulenti di comunicazione di investire con cautela nel digitale fino a quando il settore dell’ad tech non si occuperà del problema in modo più efficace. Il consiglio è stato dato in occasione della presentazione del Compendium of Ad Fraud Knowledge for Media Investors pubblicato dalla WFA nei giorni scorsi, per aggiornare i membri sulle tendenze attuali della frode pubblicitaria, che è ormai “seconda solo al traffico della droga” come fonte di reddito per la criminalità organizzata.
Linee guida
Il documento contiene anche le prime linee guida del WFA per aiutare i marketers a ridurre la loro esposizione alla frode. I brand, infatti, sono le uniche vittime della industry, visto che - sendo la WFA - agenzie, ad tech e media beneficiano ancora (anche se involontariamente) di fee e commissioni in caso di frode. Inoltre, il documento mette anche in guardia dei pericoli posti dalle frodi pubblicitarie agli utenti di internet, i cui computer possono essere infettati da malware. Il documento individua chiare azioni per consentire ai brand di ridurre la loro esposizione alle frodi, consigliando agli inserzionisti di esigere maggiore trasparenza dai loro partner tecnologici e l’attuazione di whitelist.
Altri consigli
- Persone e la tecnologia: i marchi hanno bisogno di sviluppare competenze interne per sostenere la selezione dei fornitori e lavorare con partner sicuri;
- Educazione e comunicazione: i brand devono impostare chiare aspettative su ciò che esigono dai loro partner. Dovrebbero stabilire le giuste metriche che, ove possibile, si riferiscano ai risultati di business. Dovrebbero anche favorire un’informazione aperta e condivisa sulla prevenzione delle frodi;
- Standard: i brand dovrebbero evitare la corsa alle aste in favore di banche dati di siti sicuri. Gli inserzionisti che hanno bisogno di colpire obiettivi di investimento digitali dovranno accettare di realizarlzi senza esporsi ad alti livelli di frode;
- Governance: i contratti con le agenzie e i partner fornitori devono essere rivisti per assicurare che ci siano sanzioni chiare per allocazioni degli investimenti su inventory fraudolente ragionevolmente prevedibili. Quegli elementi della catena ad tech che hanno beneficiato di attività fraudolente in forma di commissioni e fee dovrebbero essere tenuti a restituirle all’inserzionista.