Come i “walled gardens” ostacolano il sogno programmatico in-house dei brand
Secondo Dan de Sybel, chief technology officer di Infectious Media, i mercati chiusi intorno ai dati dei loro utenti creati da Amazon, Google e Facebook rendono più difficile per le marche gestire direttamente la pianificazione automatizzata
Dan de Sybel
Gli inserzionisti stanno cercando sempre di più di gestire direttamente il programmatic, ma per farlo si scontrano con i “walled gardens” dei giganti del web, mercati chiusi intorno ai dati dei loro utenti, creati da Amazon, Google e Facebook. Perché e, soprattutto, cosa possono fare i marchi per superare quest’ostacolo? Ecco le risposte e i consigli di Dan de Sybel chief technology officer di Infectious Media.
“E’ comprensibile che Facebook, Amazon e Google vogliano usare la loro forza per costringere la gente in un ambiente più controllato in cui possa seguire più da vicino il modo in cui i dati e le inventory vengono utilizzate per scopi pubblicitari. Tuttavia, per chi non è uno di loro si tratta di un monopolio della pubblicità, e gli inserzionisti finiscono nella non invidiabile posizione di dover gestire la spesa su più piattaforme. Perché tutto questo è un ostacolo al programmatic in-house?
In primo luogo, i “walled gardens” ostacolano le promesse di efficienza del programmatic. Pianificare campagne attraverso un certo numero di piattaforme diverse rallenta il processo di esecuzione. La gestione dell’ad inventory di ogni piattaforma rende difficile raggiungere interamente la frequenza della campagna, così come sapere quando e come ridistribuire l’investimento per ottimizzare le prestazioni.
Infine, come si può capire veramente il percorso intrapreso dagli utenti fino alla conversione se ogni piattaforma utilizza un proprio spazio cookie e presenta i dati in un modo diverso? Gli inserzionisti si sono a lungo affidati alle loro agenzie media nella gestione di questi problemi, ma la realtà è che la maggior parte di queste semplicemente non sa come fare. Quindi, se molte agenzie media stanno lottando per risolvere il problema dei “walled gardens”, come può farlo un inserzionista alle prime armi nella gestione del programmatic in-house?
Il marketing digitale è già troppo complicato con troppe metriche e problemi, e le piattaforme multiple sono solo un’ulteriore complicazione. Ma visto che i “walled gardens” non scompariranno, almeno in tempi brevi, il chief technology officer di Infectious Media fa quattro raccomandazioni ai marchi per cercare di gestire direttamente il programmatic.